Dicembre; il mese del freddo, dei panettoni, della cioccolata calda e dei film di Natale. Oltre ai classici insormontabili che passano ogni anno in televisione, come Una Poltrona per Due, questa è l’occasione per far uscire una notevole quantità di pellicole a tema natalizio, ed è proprio prelevando un bigliettino da questo cilindro che ci accingiamo a discutere oggi. David e gli Elfi, originale Netflix, è uscito il 6 dicembre sulla nota piattaforma e si propone essere un film un po’ diverso dal solito, avendo come protagonista non il nostro amatissimo Babbo Natale, ma uno dei suoi aiutanti: l’elfo Albert. Siamo dunque di fronte a un’opera degna di esser vista mentre si attende la mezzanotte della vigilia? Noi di Kaleidoverse siamo qui per darvi la nostra opinione, che sfortunatamente non è molto a favore della pellicola. Addentriamoci subito nel mondo di David in una recensione, naturalmente, priva di spoiler.
Un problema di personalità
La trama del film parte con dei presupposti abbastanza carini: Albert, che ha ottenuto il titolo di elfo dell’anno per cinque anni consecutivi, sta iniziando a perdere il suo spirito natalizio e, per recuperarlo, vuole provare a vivere un Natale nel modo più tradizionale possibile. Quale modo migliore di farlo, se non passandolo accanto agli esseri umani stessi? Sceso sulla Terra incontrerà il nostro co-protagonista, David, un bambino di dieci anni la cui passione verso il periodo più magico dell’anno potrebbe starsi via via sbiadendo. Nonostante l’inizio di David e gli Elfi sia intrigante e molto divertente, più si prosegue nella visione della pellicola e più sembra di osservare una copia mal riuscita di Il Grinch e di Miracolo nella 34ª Strada. Di fatto la trama si dirama su due temi centrali: l’importanza del Natale non come occasione di scambio di regali, ma come qualcosa di molto più profondo, e l’esistenza di figure quali Babbo Natale e gli elfi stessi.
Oltre Eduard e Albert, sono due i personaggi più rilevanti presenti nel film: i genitori del bambino, i quali possono essere riassunti tramite poche parole: “disturbo di personalità multipla“. Credetemi, non ci sono altre spiegazioni plausibili. Il padre si presenta come colui che incoraggia il figlio a credere nella magia, negli elfi e nella magia del Natale, mentre la madre vorrebbe che David, e il padre, crescessero. A un certo punto le due personalità sembrano scambiarsi, però tale cambiamento non avviene in modo graduale, ma all’improvviso, risultando davvero molto forzato. La cosa ancora più assurda è constatare come la donna mutui la sua considerazione verso la festività per mezzo di un regalo che troverà in casa capace di rievocarle ricordi d’infanzia ma. volendo il film far capire che non sono degli oggetti a dare al Natale il suo significato, la cosa diventa non solo forzata, ma anche incongruente.
Un grande Babbo Natale in David e gli Elfi
Altro difetto del film è senza dubbio la lunghezza dell’introduzione, in quanto passa troppo tempo prima che i protagonisti si incontrino dando inizio alla “vera” trama, ma al contempo sono proprio le stesse a risultare come le sezioni dell’opera più apprezzabili, originali e divertenti. Ciò a causa delle scene che coinvolgono Babbo Natale, una figura centrale in David e gli Elfi. È esilarante essere spettatori delle gesta strampalate di uno dei suoi aiutanti, il quale strapperà un pelo nero dalla barba biacca del vecchio commentando con un timido “non devono vederlo“, oppure sapere che prima della fatidica notte le renne hanno fatto il “pieno di biocarburante“. Veniamo trasportati nel mondo del polo nord, ma esso è molto diverso rispetto a come solitamente lo immaginiamo, in senso più che positivo.
Babbo Natale è un bel personaggio, l’unico ben costruito – oltre sua moglie – forse anche a causa della diversità con cui è portato sullo schermo: egli non rappresenta affatto lo spirito del Natale positivo al quale siamo abituati, ha anzi quasi paura degli esseri umani a causa della loro tendenza a scambiarlo, giustamente, per un ladro che si intrufola nelle case altrui. In David e gli Elfi abbiamo un’immagine del simbolo natalizio quasi distorta: l’uomo è scorbutico, un fumatore di sigari scocciato; sembra un semplice nonno frustrato che lavora solo perché deve farlo, ma senza alcuna voglia.
Problemi, problemi e ancora problemi
L’intera trama di David e gli Elfi prosegue in modo per nulla scorrevole e la cosa peggiore è che, vista l’interessante fase iniziale, la storia va peggiorando invece di migliorare. La mia iniziale curiosità verso lo svolgimento delle vicende si dissolve a seguito di una serie di scene finali lente e tediose, con un epilogo capace di farmi storcere il naso. L’elfo Albert non cresce gradualmente, avendo un unico balzo nelle ultimi fasi della pellicola, ma per la maggior parte del tempo continua a pensare che per essere amato egli debba ricoprire le persone di regali. Se il personaggio avesse compreso pian piano che questo non è il vero significato del Natale sarebbe stato molto diverso, ma unendo ciò al fatto che anche la madre e il padre del protagonista hanno un cambiamento enorme tutto d’un fiato, l’insieme risulta semplicemente brutto.
Altra nota dolente sta nel fatto che l’unico personaggio che si mantiene stabile nel tempo e che vediamo con piacere è anche quello la cui recitazione fa acqua da tutte le parti: David. Il bambino vuole essere colui che mantiene costantemente alto lo spirito natalizio, che non smette mai di credere in Babbo Natale e negli elfi nonostante la famiglia gli remi quasi costantemente contro (in un primo momento la madre e successivamente il padre). Tuttavia, e mi dispiace dirlo perché non mi ritengo esperta nel valutare gli attori, diventa quasi irritante vederlo sullo schermo.
Le nostre conclusioni su David e gli Elfi
David e gli Elfi non si può definire a tutti gli effetti un brutto film, ciò perché ha un paio di punti di forza che valgono molto, ovvero un’idea carina e un’immagine di Babbo Natale a dir poco originale, ma queste cose non bastano: la pessima costruzione dei personaggi, la trama poco scorrevole, lenta all’inizio e troppo veloce in certi punti e uno sviluppo che ricorda troppo delle opere già viste lo rendono poco avvezzo al consiglio, almeno da parte nostra. Ultimo punto che può salvare la pellicola è il suo essere destinato a un pubblico relativamente infantile, ma ciò non giustifica i tanti errori presenti. Sperando che concordiate con quanto detto, potrete naturalmente decidere voi se David e gli Elfi debba essere visto recuperandolo su Netflix, ma nel frattempo siete invitati a non perdervi nulla del mondo cinematografico seguendoci sul nostro sito e unendovi al nostro canale Telegram.
David e gli Elfi è una pellicola da guardare durante le vacanze natalizie, ma esclusivamente in presenza di un pubblico di bambini. I messaggi che porta sono positivi, anche se non molto originali, e la comicità di varie scene è genuina e riesce nel suo intento. Al contrario, la presenza di personaggi che fanno storcere il naso quasi costantemente rendono la maggior parte della pellicola tediosa. A salvarla è esclusivamente la figura originale di Babbo Natale, fortunatamente molto presente, ma oltre questo è decisamente un grande No.