Esistono persone che non conoscono Death Note? Se rientri in questa categoria, perché sei qui invece di correre su Netflix a recuperarlo? L’anime è basato sull’omonimo manga ideato e scritto da Tsugumi Ōba e illustrato da Takeshi Obata e, nonostante sia uscito dal 2003 al 2006, è ancora costantemente venduto e amato. Oggi, tramite la nostra rubrica Inside a Mind, vogliamo provare a focalizzarci su quelli che sono aspetti particolari dell’opera, andando oltre quella che è la lotta tra protagonisti, l’amore di Ryuk per le mele e il comune sentimento di irritazione che nasce ogni volta che Misa Misa appare sullo schermo, scavando un po’ di più nella logica che è dietro ogni azione compiuta dai personaggi.
Per chi non è appassionato al genere, o semplicemente si è perso quest’opera, meglio accennare brevemente alla trama di Death Note. Light Yagami, diciassette anni, è a dir poco perfetto: è il primo studente dello stato, ha una bella e affettuosa famiglia, un “discreto successo con le donne” per citare lo stesso protagonista… cosa mai potrebbe mancargli? C’è una riposta: degli stimoli. Light Yagami si annoia. Fortunatamente per lui un’altra creatura è nella stessa situazione, lo Shinigami (dio della morte) Ryuk, che per sbarazzarsene ha deciso di lanciare sulla terra il suo Death Note, un quaderno su cui basta scrivere il nome di una persona tenendo a mente il suo volto per condannarla ad avere un attacco cardiaco. Raccolto da terra, Light deciderà di utilizzarlo per creare un nuovo mondo libero di criminali, piano che sembra avere successo, finché non dovrà scontrarsi con il detective più bravo (nonché iconico) del mondo: Elle.
Una morale ambigua
Cosa c’è di psicologico in questi 37 episodi? Ogni pagina. Partiamo da quella che è la domanda base dell’anime: chi ha ragione? Riflettiamoci. Dopo l’apparizione di Kira (il modo in cui è chiamato Light dalla polizia e dal popolo), la criminalità diminuisce notevolmente, ma ciò avviene solo perché il nostro protagonista uccide senza farsi alcuno scrupolo. Elle, d’altra parte, afferma infatti che l’operato del suo nemico è sbagliato. Chi ha ragione e chi ha torto? È davvero così semplice rispondere alla domanda cardine dell’anime? Il concetto di moralità in Death Note non è universale: se dobbiamo giudicare le azioni del singolo sicuramente Light sbaglia, ma quanti di voi amano vivere in un mondo dove è pericoloso girare l’angolo?
È anche molto interessante la prospettiva che ci viene fornita su come talvolta sia “l’occasione a far l’uomo ladro”. Per una serie di circostanze infatti, Light Yagami dimenticherà di aver mai posseduto il quaderno e tutti i suoi ricordi relativi ad esso, ma proprio quando ciò accadrà inizierà anche a collaborare con Elle per capire chi sia il criminale che si nasconde dietro il nome di Kira. Questo ci pone un altro spunto di riflessione: se Light Yagami non si fosse mai imbattuto nel Death Note, egli stesso avrebbe giudicato le azioni di Kira come quelle di un criminale, ma come Spider-Man insegna “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, e immagino che questo nella mente del diciassettenne valga anche nel caso di un’arma letale come il Death Note.
Death Note è una gigantesca partita a scacchi
Il duello tra Light ed Elle si svolge durante le loro conversazioni. Una sola frase pronunciata male potrebbe portare Light alla rovina, ma egli è costretto a rimanere vicino al detective se vuole sperare di scoprirne il nome, in modo da scriverlo sul Death Note. Elle al contempo analizza ogni frase del suo “amico” e fa qualunque cosa per fargli fare un passo falso, cosa che risulta essere complicata essendo i due dei geni. Il detective è più che convinto della colpevolezza di Light, ma gli servono le prove, quindi non farà che provocarlo, chiedendogli secondo lui cosa farebbe Kira in un determinato contesto, cosa dovrebbe fare la polizia per rispondere a un certo atteggiamento… gli farà persino scrivere un biglietto “fingendo di essere Kira”. Light come dovrebbe rispondere? Non può non soddisfare le aspettative di Elle, altrimenti l’uomo lo caccerebbe, ma soddisfare le sue aspettative e mostrarsi intelligente quanto lui non fa che aumentare i sospetti del detective. Un solo passo falso sarebbe la rovina per entrambi.
Altre battaglie mentali si possono ritrovare sparse qua e là. Ad esempio, a me è piaciuta particolarmente uno dei primi incontri tra Light e Elle, scena in cui i personaggi sono in un bar e il detective deve testare le abilità intellettuali dello studente sfruttando dei biglietti che ha scritto Kira. C’è un viaggio mentale assurdo: Elle sospetta che Light sia Kira, quindi deve trovare un modo per ingannarlo sfruttando dei fogli che ha scritto stesso Kira, mentre Light deve rispondergli sembrando intelligente quanto Kira ma senza destare sospetti. La cosa bella? Ci riescono, in un modo incredibile. Oppure ancora la sfida a tennis, dove sono i pensieri dei due a dominare ad ogni colpo, pensando cosa potrebbe rappresentare un eccessiva competizione o il fingere di non essere abbastanza bravi. Le lotte mentali tra i due sono così importanti che l’anime stesso sottolinea la cosa, rappresentandoci i personaggi quando pensano con dei colori diversi (rosso e blu) rispetto al resto del tempo.
Altra bellissima sfida mentale si ha con un altro personaggio: Naomi Misora. La donna ha scoperto un po’ troppe cose su Kira, quindi come dovrebbe comportarsi il ragazzo? Un quaderno è la soluzione a tutto. Che fai però quando la donna in questione ti dice un nome falso? Pensaci, tu che non guardi Death Note da un po’ e che non ricordi la scena, come faresti a ottenere il nome di una persona che, palesemente, non è incline a fidarsi? Per Light nulla è impossibile e in quegli episodi la suspense è alle stelle.
Tra mostri dipendenti da frutta e infarti
Death Note è un anime con una trama avvincente, che trascina dalla prima puntata pur non essendoci scene d’azione o comunque “forti”. Tutto si basa su una lotta mentale tra i personaggi principali, circondati da menti così normali in confronto alle loro da risultare a dir poco stupidi. La voglia di scoprire quale sarà la prossima mossa vi impedirà distaccarvi dallo schermo e un determinato episodio (il 25) vi farà come minimo lanciare un urlo. Inoltre, la presenza di personaggi “ridicoli” come lo shinigami Ryuk, alternato ai vari attacchi di cuore, mantiene un certo grado di allegria quando necessaria. Sperando di avervi incuriositi, mai come oggi vi consigliamo di correre su Netflix a recuperare questo piccolo capolavoro, e come sempre vi invitiamo a non perdere alcuna curiosità e news sul nomdo cinematografico seguendoci sul nostro sito Kaleidoverse e unendovi al nostro canale Telegram.