Gli Stati Uniti sono sempre stati percepiti, sopratutto agli occhi esterni, come meta di libertà: quel luogo dove inseguire il sogno americano, sinonimo della speranza di una nuova vita e di cambiamenti che altrove non sono possibili. Questo cambiamento è proprio quella che Lisa, interpretata dall’attrice francese Sophia Marceau (l’iconica Vic de Il Tempo delle Mele), sembra avere in mente quando lascia Parigi per volare e trasferirsi definitivamente a Los Angeles. Solo che questa dinamica in I Love America, l’ultima pellicola di Prime Video uscita il 29 aprile, non sembra convincerci tanto. La regista Lisa Azuelos torna con una rom-com largamente autobiografica che porta con sé molto potenziale ma niente di davvero concreto. Ma facciamo un passo indietro e analizziamo l’opera in questa recensione senza spoiler.
La riscoperta di sé
La storia di I Love America vede Sophia Marceau nei panni di Lisa, donna cinquantenne e single che, in seguito alla recente morte della madre, si trasferisce da Parigi a Los Angeles in cerca di aria nuova e con l’obiettivo di proseguire la sua carriera da regista. Il contrasto tra la cupa città francese, dove “tutti si lamentano” e la solare località statunitense dove ognuno fa ciò che vuole si fa subito presente. L’America della pellicola ci viene presentata bella e impacchettata con i suoi orpelli fatta di stereotipi e cliché, senza nemmeno metterli in dubbio. Ed è così che la protagonista si ritrova subito a fumare canne ad Halloween, a vivere nella sua villa con piscina, tra feste e lezioni di yoga, il tutto accompagnato dal migliore amico omosessuale Luka (Djanis Bouzyani), il quale non fa altro che ricordarle di “non fare troppo la francese” e di avere più avventure sessuali solo perché lei non ne ha da circa tre anni.
Il trasferimento di Lisa e la sua riscoperta di sé si traducono nella ricerca di partner con cui divertirsi su un sito d’incontri nel quale l’amico l’ha costretta a iscriversi, convincendola così che “In America non sei nessuno quindi puoi diventare quello che vuoi”. L’uso del tropo delle avventure sessuali per riscoprire sé stessi avrebbe anche potuto funzionare, se non fosse che la sua idealizzazione degli Stati Uniti è tale che lei stessa diventa l’apoteosi della protagonista trita e ritrita delle vecchie rom-com di stampo americano: un personaggio piatto e stereotipato che non sa fare i conti con se stessa e fa uso delle solite metafore per dare lezioni di vita, non lasciando spazio per affrontare i traumi del passato e proseguire la vera crescita personale. L’unica differenza è che il film è di produzione francese.
Il rapporto con la madre e l’amore
Sin dalle prime scenedi I Love America comprendiamo che il rapporto di Lisa con la madre, famosa cantante, è stato tutt’altro che lineare e che questo influenzerà il resto della storia. I numerosi flashback mostrano l’adolescenza della protagonista cui affetto della madre ha sempre cercato ma che non ha mai avuto. Purtroppo l’elemento innovativo manca e i cliché non fanno che abbondare anche qui: Lisa e il suo continuo paragone con la madre in ogni ambito della vita vengono sempre mostrati ma mai affrontati realmente. Oltretutto, la complicata relazione non viene esaminata o approfondita. Tutto si affretta a finire con un “so che non sono stata una madre perfetta ma…” che Lisa leggerà in una lettera. Quindi, dopo aver fatto ruotare i problemi della sua intera esistenza in un solo evento della sua vita senza averlo nemmeno mai affrontarlo, un pezzo di carta sarà la catarsi che risolverà magicamente ogni trauma.
Un altro elemento tipico della rom-com è proprio quella dell’amore. Persino qui, purtroppo, il film non fa altro che fare cilecca. L’incontro con John (Colin Woodell) e lo sviluppo della loro relazione si riducono a pochissime scene rappresentate da un appuntamento e qualche rapporto sessuale adornato di sorrisetti e battutine. Alla fine di tutto, anche il ragazzo, così come tutti gli altri personaggi della pellicola, diventa il burattino che fa da contorno all’ego della protagonista e alla presunta riscoperta di sé.
Le nostre conclusioni su I Love America
In conclusione, nonostante I Love America abbia del potenziale per trattare temi universali come il rapporto familiare, la ricerca di un amore in tarda età e la voglia di cambiare, nessuno di questi vengono approfonditi, mostrando la loro vera essenza. Tutto viene solo raccontato con il filtro dei soliti luoghi comuni. Seppur questi cliché nel 2022 non funzionino più di tanto, potrebbero anche risultare godibili se abbinate a una struttura narrativa solida e studiata, ma qui questi temi mancano di ogni fondamento e si mostrano subito privi di una reale profondità, tanto da risultare futili anche per una commedia. Insomma, tutto fumo e niente arrosto. Per altre recensioni, continuate a seguire Kaleidoverse in ogni sua forma: Youtube, Instagram, Facebook e Telegram.
In questo film c'è tanto ma niente al tempo stesso. Il complicato rapporto con la madre, l'abbandonare tutto per cambiare vita e la ricerca di un nuovo amore in tarda età sono alcuni degli elementi presenti in I Love America. Nonostante le buone premesse, le battute scontate, le dinamiche frivole e un climax molto più che prevedibile rendono la pellicola banale e inadatto anche a una commedia.