Altra settimana, altra recensione di The Old Man e questa volta tocca all’episodio 3. Ci eravamo lasciati con l’ex agente C.I.A. Dan Chase che viene intercettato, pur non essendo stato notato dal blocco di polizia dopo la serata insieme a Zoe (Amy Brenneman). Quest’ultima, nonostante l’uomo fosse ancora un perfetto sconosciuto, decide di coprirlo, inconsapevole di quello che sarebbe successo in seguito.
Da qui si apre il terzo episodio, in cui le forze in gioco riprendono la marcia per cogliere Chase di sorpresa. Possiamo immaginare come andrà: un’altra operazione da parte del F.B.I., in questa caccia all’uomo che vede protagonisti Jeff Bridges (Dan Chase), John Lithgow (Harold Harper) e Alia Shawkat (Angel Adams).
Altri dettagli della vita del nostro “Old Man”
L’episodio 3 di The Old Man non è quello più adrenalinico finora, ma da questi cinquanta minuti riusciamo a scorgere altri pezzi del passato di Dan Chase, che a mano a mano diventa sempre più chiaro e interessante. Scopriamo chi era davvero l’ormai defunta moglie dell’agente e, colpo di scena (neanche troppo, il sospetto c’era già dall’inizio), diventa nota anche l’identità della figlia dell’ex operativo. Non sorprende tanto, ma ci porta a capire come mai lui sia più volte riuscito a fuggire facilmente.
Ciò che sorprende di più è, però, il motivo per cui il tanto odiato agente Waters (sul quale hanno condotto delle indagini interne) si trovi lì nonostante le sue scarse capacità e i pochi contatti a disposizione. Emerge che a volerlo lì è qualcuno di estremamente potente, che cerca la verità a tutti i costi. Comunque, da questa puntata non viene ancora a galla ciò che Faraz Hamzad vuole realmente dal nostro uomo, ma sappiamo che deve essere qualcosa di importante, se è riuscito a far mobilitare un tale dispiegamento di forze per un solo uomo.
La verità dietro The Old Man
Sin dal primissimo episodio è chiaro che la serie (o meglio i romanzi originali) vuole essere anche una velata denuncia ai continui interventi degli Stati Uniti in guerre che non gli appartengono. Probabilmente è un caso, ma il fatto che lo show sia uscito in questo preciso periodo storico porta a riflettere su quanto potere abbiano certe Nazioni, al punto da poter influenzare altri Paesi.
Seppur meno vivo, l’episodio mantiene la stessa impronta dei precedenti, tenendo alta l’attenzione dello spettatore tramite i classici giochi di potere presenti nelle spy story. Come nelle prime due puntate, anche in questa l’alone di mistero viene gestito egregiamente, lasciando allo spettatore la possibilità di scoprire le cose a mano a mano che si procede, senza troppa fretta, quasi a voler riflettere la stessa calma del protagonista, ormai non più così in forma e in là con gli anni.
Le nostre conclusioni sull’episodio 3 di The Old Man
Questo episodio ci fa delle rivelazioni importanti, alcune forse un po’ scontate, altre meno prevedibili, ma riesce a mantenere sempre viva l’attenzione dello spettatore. Nonostante l’assenza di grandi scene d’azione simili a quelle delle prime due puntate, il terzo episodio non risulta per niente noioso. Anzi, la quantità di informazioni dateci, il sottile e non opprimente gioco di poteri e l’alone di mistero dietro Dan Chase non ci fanno sentire per nulla la mancanza di combattimenti.
Finora il prodotto si sta dimostrando di alto livello, chissà se sarà così fino alla fine. Non ci resta che continuare a seguire la serie e scoprirlo. E ovviamente anche voi, se volete sapere come andrà a finire, continuate a seguirci su Kaleidoverse, anche per altre recensioni, notizie e approfondimenti interessanti sul mondo della cultura pop. Se volete restare sempre aggiornati sulle nostre uscite, inoltre, potete iscrivervi al canale Telegram, così da non perdere nessun articolo. Seguiteci anche su tutti gli altri social per commentare con noi le notizie e le recensioni.