Hugh Jackman tornerà sui grandi schermi in Deadpool 3 nel 2024 e alla domanda “Chi è Hugh Jackman?” la risposta è quasi inequivocabilmente Wolverine. La carriera cinematografica di Jackman, d’altronde, nasce così. Sarebbe un errore dare al personaggio tutti i meriti del successo di dell’attore, sia chiaro: le doti interpretative e la versatilità dell’uomo sono le sue armi più potenti, le quali gli hanno permesso di rimanere sotto i riflettori così a lungo. Ma sarebbe ingenuo negare quanto negli ultimi 22 anni abbia contribuito alla notorietà dell’attore e oggi vogliamo esplorare 3 di quelle che probabilmente sono le sue performance migliori o più amate.
Hugh Jackman prima di Wolverine
Sembra un periodo mai esistito, ma è importante capire chi fosse Hugh Jackman precedentemente al casting come Wolverine. Questa parte, minuscola rispetto all’era con Marvel, è rilevante per comprendere lo stile di recitazione dell’attore, in quanto la sua formazione primaria deriva dal teatro. Una passione che ha sempre avuto, ma che solo per caso ha riscoperto durante l’ultimo anno di università, quando per ottenere la laurea in scienze della comunicazione nel 1991 ha seguito un corso di recitazione.
Da lì, realizza di voler fare quello nella vita e inizia a dedicarsi a tempo pieno alla recitazione, diventando particolarmente noto per diversi musical in Australia, sua patria natale. Ottiene un discreto successo grazie a ruoli come Gaston in La Bella e la Bestia e Joe Gillis in Sunset Boulevard, ma viene finalmente presentato oltreoceano solo con Oklahoma! nel 1998, a Londra. Una produzione così amata da pubblico e critica che ne viene prodotto un film per la TV in cui Hugh Jackman ricopre ancora una volta il ruolo di protagonista come Curly McLain. Non deve sorprendere, allora, l’impronta del teatro sulle sue successive performance che forse proprio per questo si sono sempre distinte da quelle dei colleghi in scena con lui. Un amore per il musical mai abbandonato, continuando sia a esibirsi in teatro sia a girare film del genere come Les Misérables (2012) o The Greatest Showman (2017).
X-Men Origins: Wolverine (2009)
Per i fan Marvel, l’origine dell’attuale Wolverine al cinema è ricordata con affetto nel primo X-Men del 2000, quando dopo una lunghissima sfilza di attori e un paio di rifiuti, venne scelto Hugh Jackman per il ruolo. Le origini del personaggio vengono esplorate in quest’altra pellicola, da molti ricordata come la migliore. Per quanto quest’affermazione sia soggettiva e dipenda dal gusto personale, è innegabile come il lungometraggio abbia rubato il cuore di molti fan. In questo film, forse più che in altri, è evidente il divario fra la recitazione di Jackman nelle scene d’azione e non.
Nello scontro tra Logan e il fratello Victor c’è quasi pigrizia nella resa, ma nella sequenza subito l’attore tira fuori gli artigli e dimostra le capacità espressive che lo contraddistinguono. Non è difficile immaginare come in una pellicola così emotiva la sciatteria dei combattimenti passi in secondo piano quando Hugh Jackman può dare il meglio di sé, mettendo in campo il suo intero corpo, dal viso fin persino ai muscoli delle braccia.
Logan (2017)
Parlando di pellicole emotive e amate, non si può non citare Logan, il film che ha tentato di chiudere definitivamente la storia di Wolverine e la trilogia a lui dedicata, partita da Origins. Difatti, qui c’è l’ultima canonica apparizione del personaggio e pone il punto alla vita dello stesso. Un carico emotivo molto forte già così per i fan, incorniciata da una storia strappalacrime fatta di fuga e riscatto. In questo film Hugh Jackman può dire addio al supereroe. Lo fa donandogli alcune delle performance più crude mai messe in scena fino a quel momento dall’attore. Qui viene molto sottolineato il rinnovato dolore che un ormai vecchio Wolverine è costretto a provare, indebolito dall’avvelenamento da adamantio. Una resa così pulita tale da rendere difficile contestare Logan non fosse effettivamente giunto al suo limite e non si potesse far altro se non concedergli la morte. E se quanto detto non fosse abbastanza per convincervi della dimostrazione delle abilità dell’attore, ricordiamoci che ha interpretato sia il protagonista sia il suo clone malvagio, X 24.
X-Men: The Last Stand (2006)
Nonostante sarebbe appropriato chiudere con il secondo capitolo della trilogia di cui abbiamo discusso sopra, The Wolverine (2013), è in un’altra opera, il film meno discusso della serie, che possiamo vedere forse una delle performance più sentite e più brillanti di Hugh Jackman: The Last Stand. Questo non brilla in maniera particolare, anzi impallidisce in confronto ad altri titoli, anche a causa del cambio di regia, ma il protagonista no. Proprio in questo film, tra la direzione e la fotografia, Jackman può dare del suo meglio, in un matrimonio perfetto tra azione ed emozione. La pellicola premia i punti di forza dell’attore, concedendogli un climax appropriato per il suo stile di recitazione, in cui il corpo è sovrano e il volto accompagna drammatico la delivery delle battute. La scena più iconica di questo film e che meglio incapsula quanto detto, è la scena in cui Wolverine è costretto a sconfiggere Fenice, professando il suo amore a Jean.
Ovviamente ognuno ha preferenze e criteri diversi, queste sono solo alcuni lati della carriera di un attore a cui abbiamo dato la nostra attenzione, per ricordare quanto impegno e quanto amore metta nella sua arte, quali sono i suoi punti di forza e cosa aspettarci da un ritorno di Wolverine. Ritorno che, assieme alle notizie sul nuovo Deadpool seguiremo. Per restare aggiornati vi invitiamo a seguirci anche su Instagram, sui nostri canali Telegram e Youtube, oltre che ovviamente sul nostro sito, per rimanere sempre aggiornati.