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Home»Film/Serie TV»Hawa Recensione: un eccentrico viaggio
Film/Serie TV

Hawa Recensione: un eccentrico viaggio

Francesca RubinoBy Francesca Rubino14 Dicembre 2022Nessun commento8 Mins Read
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Hawa dettaglio locandina
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L’adolescenza non è mai un periodo facile, checché uno ne dica: si affrontano immensi cambiamenti che aprono le porte al futuro e ci si inizia ad affacciare al mondo più consapevolmente. Ognuno di noi comincia, in questo periodo, a percorrere il proprio viaggio in solitaria alla scoperta di sé stessi e degli altri. A questa fase particolare e irripetibile della vita sono state dedicate innumerevoli opere, in tutti i campi dell’arte e della scienza. Il film di cui andiamo a parlare in questa recensione è uno degli ultimi prodotti a rientrare nel filone: stiamo parlando di Hawa, pellicola francese disponibile a partire dal 9 dicembre su Prime Video.

Hawa è un film singolare dalla prima all’ultima scena, con un cast multiforme e una storia che si compone di vari livelli, come una gustosissima torta. La ciliegina posta dalla regista su questo dessert carico di colori è la protagonista, omonima al titolo, una ragazzina singolare e con un punto di vista sulle cose ben definito, quasi granitico, che gli altri personaggi cercheranno nel corso della sua storia di smussare, almeno un pochino, almeno agli angoli. Se ci riescono o meno, ovviamente, noi di Kaleidoverse non ve lo diciamo. Tuttavia vi parleremo comunque dei punti salienti della trama e dei bellissimi temi che abbiamo riscontrato durante la visione.Hawa Hawa

Uno sguardo agli sguardi

Hawa nasce dalla visione di Maïmouna Doucouré, già regista di Cuties, il film del 2020 che creò non poca indignazione per il punto di vista piuttosto insolito e, a detta della critica, ipersessualizzante delle piccole protagoniste. L’unicità del suo sguardo si ripercuote come un terremoto anche nella scelta del cast, a partire da Sania Halifa, attrice di colore albina che interpreta proprio la miope protagonista del film, ma non si ferma qui. Abbondano, infatti, volti provenienti da altri mondi, come quello di Oumou Sangaré, interprete della nonna di Hawa, Maminata, o anche quello della cantante Yseult, nei panni di sé stessa, così come l’astronauta Thomas Pesquet.

Le performance intense degli attori sono ben controbilanciate da una fotografia che evidenzia la bizzarria e anche l’eccentricità della protagonista (opera di Antoine Sanier) e dalla scelta dei bellissimi costumi, a opera di Helene Davoudian. Ultima, ma non meno importante, la sceneggiatura, scritta a sei mani e ricca di voci, odori e sapori ben diversi, che si mescolano insieme formando una portata tanto insolita quanto saporita, legata profondamente alla terra. Dopotutto si sa, quando si parte per un viaggio si assaggiano cose nuove: e un viaggio è quello che vediamo nel film.Hawa Hawa 01

La trama di Hawa

Hawa è una ragazzina di 13 anni: ha spessi occhiali tondi e capelli biondi che le schizzano verso il cielo. Vive con sua nonna Maminata in quella che sembra essere una banlieue francese (zona di periferia di una grande città) e la accompagna per matrimoni, dove la donna si esibisce come griotte – classe di cantanti ambulanti che si crede possiedano poteri sovrannaturali. La loro vita è però fragile: Maminata sta morendo, sa che il suo tempo sta per scadere e sta cercando alla nipote un’altra casa dove poter vivere prima di lasciarla. La ragazzina, però, ha le idee ben chiare: lei con le innumerevoli cugine della nonna non vuole starci.

Un giorno, mentre lavora part-time al supermercato sotto casa, ha l’illuminazione: se proprio deve essere adottata, che sia Michelle Obama la sua nuova madre. Così prende il via il suo strampalato piano per incontrare la ex first lady, di tappa a Parigi, e convincerla a prenderla con sé. Nel corso della sua missione stringerà amicizia con moltissime persone, tutte con una propria storia e un proprio insegnamento da darle, e quando ritornerà a casa, Hawa porterà con sé un bagaglio pieno di storie da mettere per iscritto.Hawa

Un Bildungsroman molto sfaccettato

Due cose sono lampanti in Hawa: l’importanza del mondo femminile e le tappe di quello che a tutti gli effetti è un viaggio di formazione. Per quanto riguarda la persistenza del femminile questa è lampante, a partire dalla regista per poi estendersi, quasi come un braccio invisibile, in quello che vediamo nel film. La protagonista è una ragazzina dal carattere molto duro e tenace e vive con la nonna, donna forte ma dolce. Oltre a loro due, il fulcro della pellicola, tutte le altre donne che compaiono anche per pochi secondi sullo schermo sono personaggi capaci di emanare una luce propria, come stelle di un firmamento.

La presenza di queste donne accompagna Hawa nel suo viaggio alla scoperta di sé stessa, dei suoi limiti e del mondo che la circonda. Se, infatti, all’inizio la sua durezza di carattere e la sua intransigenza appaiono come ostacoli per le intenzioni della nonna, entro la fine della storia la ragazza capirà come usare le sue qualità al meglio e, soprattutto, come trarre il meglio dalle situazioni, anche quelle che sembrano più irrecuperabili. La strada che Hawa affronta alla ricerca delle attenzioni di Michelle Obama, però, rappresenta anche una tortuosa maniera per elaborare un lutto che, pur non ancora avvenuto, la colpisce quotidianamente come un’onda a piena potenza.Yseult

La forza delle proprie radici

Il legame profondo che Hawa ha con Maminata richiama quello con il suo continente d’origine, l’Africa. La loro vita in Francia, infatti, risuona quotidianamente con le tradizioni e la cultura del luogo che la loro famiglia si è lasciata alle spalle. Il richiamo alla terra natia è forte, ed emerge non solo nel ruolo sociale che Maminata assume durante le cerimonie (quello di cantastorie, ipnotica e perentoria) ma anche nella volontà di continuare a usare la loro lingua d’origine in contesti intimi.

Quello del linguaggio è un tema importante che tocca profondamente le comunità di immigrati di tutto il mondo. È bello che in questo film sia stato scelto di dare importanza alla conservazione della lingua madre in un contesto in cui sembra essere inutile. Il rimpianto di non potersi più esprimere nella lingua dei padri emerge soprattutto quando entra in gioco la cantante Yseult (che interpreta sé stessa), la quale invidia alla ragazzina proprio la sua conoscenza della lingua, che la donna invece non può più parlare. Abbandonare la propria lingua è il primo passo per distaccarsi dalle proprie radici, così come lo sarebbe in un certo senso per Hawa dover dire addio a Maminata.Hawa Maminata

Il sostegno di una comunità

Una delle consapevolezze che travolgono la nostra protagonista mentre rincorre Michelle Obama in giro per Parigi è che in fondo non ha bisogno di trovare un’altra casa: il suo quartiere è già casa sua. Il carattere di Hawa – chiuso e molto duro – la porta infatti a tenere a distanza le persone, a volte persino Maminata, che è l’unica a cui sembra effettivamente gravitare intorno. Non si fida di nessun altro e molto spesso finisce per fare affidamento solo e soltanto su sé stessa.

Da qui realizza che questo non sempre conduce a buoni risultati, e come le risorse migliori sono sempre state sotto il suo naso. I suoi vicini, la gente del suo quartiere, si rivelano essere una sorta di seconda, larga famiglia pronta a sorreggerla quando il sostegno di sua nonna viene meno, e addirittura ad aiutarla nel suo folle piano. Grazie alle parole di Erwan, il ragazzo che più di tutti le orbita intorno, Hawa realizza come colpita da un fulmine di non dovere forzatamente affrontare il mondo da sola, ma che può contare sulle persone che l’hanno vista crescere e accettano le sue origini.Hawa Hawa e Michelle Obama

Le nostre conclusioni su Hawa

Hawa fonde l’aura di stranezza tipica di molte produzioni francesi con una storia colorata e fresca che non garantisce un finale standard. Il cast – perlopiù formato da giovani promesse del cinema e persone reali – smuove il film con performance originali. La storia fonde il fittizio con il reale talmente bene e con una tale maestria da rendere facile l’immedesimazione e credere che quanto si stia guardando sia avvenuto davvero. Il legame con la realtà è evidente sia nella scelta del cast – composto anche da personaggi realmente esistenti – che dal modo in cui Hawa si guarda intorno e vive le cose.

Speriamo di aver dato un giudizio appropriato a quanto visto. Se la pensate come noi (oppure no) fatecelo sapere con un commento, su Kaleidoverse o sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo anche altri contenuti e cavalchiamo l’onda delle tendenze. Se volete aprire una discussione costruttiva sul film e sentire varie voci potete inoltre iscrivervi a uno dei nostri gruppi community (su Facebook o su Telegram). In ogni caso, se amate il cinema, i videogiochi o l’animazione giapponese, non potete non seguirci!

85%

Hawa è un film profondo ma morbido, come una variopinta e deliziosa torta a più strati. Grazie allo sguardo quasi crudo e originale della regista, questo film ci racconta in maniera inusuale e toccante il viaggio di un'adolescente verso un futuro dal quale non può scappare. Così per le vie di Parigi Hawa si muove rapidamente, alla ricerca di un modo per sopravvivere e per sollevare dalle spalle della nonna malata un peso che si fa sempre più gravoso. Le prove attoriali degli interpreti - per la maggior parte giovani attori alle prime armi o personaggi famosi inseriti nella trama - contribuiscono enormemente a dare all'insieme della storia un senso di realtà e di comunione tale da trasmettere allo spettatore la sicurezza di appartenere a una grande famiglia globale.

  • 8.5
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