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Home»Film/Serie TV»Inseparabili Recensione: il corpo femminile trascende il body horror
Film/Serie TV

Inseparabili Recensione: il corpo femminile trascende il body horror

Flavia MorandiniBy Flavia Morandini27 Aprile 2023Nessun commento7 Mins Read
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recensione inseparabili
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Ormai è chiaro: stiamo vivendo l’era dei reboot e dei remake. Alla luce delle numerose minestre riscaldate che ci vengono servite dall’industria del cinema e dalle piattaforme streaming, è inevitabile storcere il naso alla notizia dell’ennesimo rifacimento di materiale dei decenni passati, anche se si prova a rivisitarlo giocando con i concetti di razza e genere. Tuttavia Inseparabili, la nuova miniserie firmata Amazon Prime Video, remake declinato al femminile dell’omonimo film del 1988 di David Cronenberg, è l’eccezione di cui avevamo bisogno e di cui parleremo nel dettaglio in questa recensione.

Incentrato sulla storia di due gemelle co-dipendenti (entrambe interpretate da una monumentale Rachel Weisz, nel ruolo che negli anni ‘80 fu di Jeremy Irons), questo thriller psicologico riesce a trascendere il genere del body horror e infondere nuova linfa vitale alle tematiche e all’immaginario dell’originale, ridefinendo l’effetto perturbante del Cronenberg che conosciamo e amiamo. Ciò fa di Inseparabili una vera e propria ventata d’aria fresca in un’epoca in cui cinema e televisione continuano a riesumare vecchio materiale, lanciandosi in disperate operazioni nostalgia.inseparabili recensione

Una sinergia vincente tra scrittura e performance attoriale

I 6 episodi di Inseparabili portano la firma della sceneggiatrice Alice Birch, una delle penne più affilate della televisione e del cinema contemporanei: l’autrice ha scritto grandi successi di critica, come la serie Normal People, il film con Florence Pugh Il Prodigio, e il gigante di HBO Succession. Infatti, in Inseparabili ci sono echi di quell’umorismo asciutto e pungente, di quella sfrontata satira delle vite degli ultra-ricchi che ha reso Succession uno dei prodotti più apprezzati degli ultimi anni. La Birch combina questi elementi con un dibattito etico, politico e morale sull’interazione tra scienza e maternità; un mix che la sceneggiatrice riesce a rendere particolarmente efficace grazie a una spolverata di perturbante (ma mai gratuito) gore cronenberghiano.

La scrittura magistrale della Birch, con i suoi lunghi dialoghi impreziositi da caustico umorismo e brillanti argomentazioni, trova un’esecuzione perfetta nell’interpretazione magistrale di Rachel Weisz, nei panni di entrambe le gemelle Beverly e Elliot Mantle. Le due sorelle, dottoresse specializzate in ginecologia e ostetricia, sono profondamente co-dipendenti, pur avendo due caratteri assai diversi. La Weisz gioca con la percezione dello spettatore regalandoci due interpretazioni differenti, non solo nella personalità, ma nella fisicità: Beverly, schiva e idealista, ha la postura regale e composta di una ballerina; mentre Elliot, sfrontata e disinibita, ha una qualità quasi ferina, si muove scomposta, occupa lo spazio intorno a sé con la voce e con i gesti. Un doppio sforzo attoriale da parte della Weisz: qualcuno dovrebbe dare due Emmy a quella donna.

recensione inseparabiliTrama e personaggi principali di Inseparabili

La serie racconta la vita delle due gemelle, le quali lavorano nella clinica ostetrica di un ospedale. Beverly ed Elliot condividono casa e carriera professionale, oltre all’ambizione di rivoluzionare il loro settore aprendo un centro specializzato in gravidanza e parto. Le due si approcciano al lavoro in maniera diversa: Beverly sogna di aprire una clinica ostetrica che offra assistenza e cure dignitose a donne di ogni estrazione sociale; Elliot si concentra sulla sperimentazione, mirando a spingere il corpo umano oltre i limiti posti dalla scienza. Il suo interesse, però, è dettato principalmente dalla voglia di soddisfare il proprio famelico ego, più che dall’intenzione di tutelare il benessere dei pazienti. L’arrivo nelle vite delle gemelle di due personaggi metterà alla prova il loro rapporto, trascinando Elliot e Beverly in una spirale distruttiva fatta di diffidenza e gelosia. Inutile dire che la rottura dell’equilibrio delle inseparabili gemelle porterà la loro co-dipendenza a conseguenze estreme.

Beverly intraprende una relazione con l’attrice Geneviève (interpretata da Britne Oldford), e grazie alla vita di coppia riesce a ritagliarsi uno spazio tutto per sé, lontano da Elliot, che di certo non accoglie il cambiamento con entusiasmo: i sentimenti ossessivi e possessivi incrinano il rapporto tra le due sorelle. Il loro equilibrio viene ulteriormente testato dalla miliardaria senza scrupoli Rebecca, interpretata dall’attrice Jennifer Ehle (che peraltro riesce a toccare delle vette di umorismo paragonabili ai momenti migliori di Succession). Lei e la moglie Susan intendono investire nel sogno delle gemelle Mantle, permettendo loro di aprire una clinica all’avanguardia in cui aborto, fecondazione, gravidanza e parto possano essere gestiti in maniera competente e soprattutto destigmatizzati – le clienti verranno infatti chiamate “ospiti”, non “pazienti”, poiché la gravidanza “non è una malattia”, come specifica Beverly. La realizzazione del loro sogno professionale sarà un bene per il rapporto delle gemelle? Agli spettatori l’ardua sentenza.

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Cosa rende Inseparabili il remake di cui avevamo bisogno?

A questo punto è lecito chiedersi: perché un remake di un film di Cronenberg degli anni ‘80 funziona così bene nel 2023? I gemelli Mantle degli anni ‘80 producevano grotteschi strumenti ginecologici degni di H.R. Giger per operare su “donne dai genitali mutanti”. È chiaro che nel film di Cronenberg il corpo femminile veniva visto con uno sguardo ben diverso da quello adottato nella serie del 2023. Inseparabili della Birch si sofferma con dovizia di particolari su pratiche ginecologiche, sperimentazioni sul corpo umano, parto e feti abortiti, quindi il sangue e il gore abbondano. Questi elementi disturbanti, tuttavia, non appartengono tanto al linguaggio del body horror, quanto agli orrori perfettamente naturali a cui è sottoposto il corpo femminile prima, durante e dopo la gravidanza. La cosa più terrificante, quindi, è che quel gore faccia parte della normalità: è solo che di solito distogliamo lo sguardo. C’è chi, però, quello sguardo deve tenerlo fisso sul suo corpo e sugli orrori che sta vivendo: chi intraprende la gravidanza. E allora la scelta di utilizzare la voce e il punto di vista femminile ridefinisce e rende ancora più incisivo l’effetto perturbante dell’originale.

In Inseparabili le secchiate di sangue ci sono (e sono anche copiose), ma il macabro e lo splatter non sono mai fini a sé stessi, pur conservando il fascino morboso del gore cronenberghiano. Evocativi dell’originale sono anche il ritmo thriller di alcuni episodi della serie, e la fotografia fredda e asettica interrotta da brusche pennellate di rosso (iconiche le scene con i camici da chirurgo cremisi). A differenza di Cronenberg, la Birch sceglie di soffermarsi, episodio dopo episodio, su tematiche controverse e tremendamente attuali. Inseparabili affronta problematiche come i diritti riproduttivi, le politiche del corpo, la salute materna (fisica e psicologica), i diritti riproduttivi, la fecondazione assistita, la dipendenza, e come la maternità sia in grado di influire sulla coscienza di sé. 

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Le nostre conclusioni su Inseparabili

Inseparabili riesce a essere tante cose: un body horror, una riflessione su scienza e maternità, una critica sociale, una denuncia delle politiche che regolano il corpo femminile; al contempo è uno show divertente e provocatorio, e un remake ben riuscito del lavoro di un maestro. Certo, non mancano i passi falsi: le idee sono tante, forse anche troppe, perché talvolta i fili narrativi si perdono e non trovano una degna conclusione. Tuttavia ciò che conferisce coerenza interna a Inseparabili è il rapporto di amore disfunzionale e totalizzante delle due sorelle, che non avrebbe potuto prendere vita senza la prestazione attoriale della Weisz. In un battibaleno, l’attrice si trasforma in Beverly e poi in Elliot, due donne identiche, eppure perfettamente distinguibili. La sua interpretazione porta a chiedersi: il dottor Jekyll può vivere senza il signor Hyde? Essere gemelli vuol dire dividere tutto, o raddoppiare tutto? Una cosa è certa: Inseparabili non avrebbe avuto lo stesso impatto senza il lavoro di questa incredibile attrice.

Avete già visto Inseparabili? Vi sembra un prodotto all’altezza del lavoro di un maestro come Cronenberg? Fateci sapere cosa ne pensate qui su Kaleidoverse o sui nostri canali social, dove pubblichiamo le ultime notizie in campo televisivo, cinematografico o videoludico. Se avete voglia di discutere più nel dettaglio dei prodotti e dei contenuti che vi appassionano, troverete ulteriore spazio per il confronto nelle nostre community Facebook o Telegram. Vi aspettiamo!

80%

Inseparabili è una miniserie in sei episodi distribuita da Amazon Prime Video.
Interpretata da una magistrale Rachel Weisz, la serie è un remake al femminile dell’omonimo film del 1988 diretto da David Cronenberg, che vedeva Jeremy Irons nei panni dei gemelli Beverly e Elliot Mantle. La sceneggiatura porta la firma di Alice Birch, già autrice di successi di critica come Succession e Normal People. La serie racconta il rapporto morboso e co-dipendente delle sorelle Mantle, entrambe ginecologhe il cui sogno è aprire una clinica specializzata in gravidanza e parto. L’equilibrio delle due gemelle viene però infranto dall’arrivo nelle loro vite di Geneviève, nuovo interesse amoroso di Beverly, e da una coppia di miliardarie che intendono offrire alle Mantle il supporto economico necessario a realizzare le loro ambizioni professionali. Inseparabili conserva il ritmo thriller e l’immaginario body horror dell’originale, ma l’adozione di una prospettiva femminile riesce a rendere ancora più incisivi gli elementi gore della storia: d’altra parte sangue e dolore sono parte integrante dei terrificanti cambiamenti che subisce il corpo femminile quando intraprende una gravidanza.

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