Il potere è uno dei tòpoi più affascinanti della narrativa, non importa in che forma si incontri. Che sia l’Unico Anello de Il Signore degli Anelli, la smania dell’Imperatore Palpatine in Star Wars o l’ambizione sfrenata di Frank Underwood in House of Cards, il potere ha una forza gravitazionale tutta sua, che mette in discussione la bussola morale di ciascuno di noi. Lo stesso straordinario effetto si ha dopo la visione di Ragazze Elettriche, la serie TV di Amazon Prime tratta dal romanzo omonimo di Naomi Alderman, di cui avevamo già dato una prima impressione in questa recensione iniziale.
Dal 12 maggio sulla piattaforma si trova in streaming l’ultimo episodio di quella che a tutti gli effetti adesso è una prima stagione fatta e finita, con tanto di finale aperto e insoddisfacente per lo spettatore, che vorrebbe un seguito e lo vorrebbe subito. Al momento, sfortunatamente, non sembrano esserci notizie sul possibile sviluppo di una seconda stagione, ma questo ci dà modo di fermare e riavvolgere il nastro digitale di Amazon per dare un’occhiata più approfondita a Ragazze Elettriche. Infatti, in questo articolo recensiremo la serie nel suo totale, cercando di capire se avevamo ragione e quali sviluppi sono emersi. Purtroppo ci saranno degli spoiler, quindi assicuratevi di aver terminato la serie prima di leggere!
Ragazze Elettriche: cosa è successo?
Una delle conferme della serie è la sua dislocazione spaziale: l’intera trama si muove simultaneamente saltando tra vari punti caldi in giro per il mondo. Dopo l’esplosione del fenomeno misterioso – che viene ribattezzato EOD – grazie (o a causa) del video caricato da Tunde (Toheeb Jimoh), il mondo si ritrova a dover gestire tutte le conseguenze che insorgono. Le ragazze diventano soggetti da tenere sotto controllo e ben presto lo diventa l’intero genere femminile. Mentre il potere si fa strada anche i personaggi lo fanno, ognuno con la propria storia, interconnessa con le altre.
Mentre Allie (Halle Bush) trova accoglienza in una casa per ragazze con l’EOD e compie azioni straordinarie con il nome di Eve, Roxy (Ria Zmitrowicz) diventa il braccio armato dell’azienda paterna, rendendosi conto del legame che Bernie (Eddie Marsan) ha con la morte di sua madre. A Seattle, Margot (Toni Colette) affronta l’emergenza EOD schierandosi dalla parte delle donne, sfida che mette alla prova la solidità della sua famiglia e del suo matrimonio con Rob (John Leguizamo). In Nigeria Tunde fa carriera velocemente e decide di dedicarsi al giornalismo, dando voce alle donne che usano l’EOD come strumento di liberazione dall’oppressione, mentre in Carpazia Tatiana (Zrinka Cvitesic) pensa a un modo per sfruttare l’EOD a suo vantaggio.
Un applauso alla penna (e alla mano che la impugna)
Gestire una trama così sfaccettata e diramata come quella di Ragazze Elettriche non è affatto facile, e molto spesso lo svolgimento della storia si guasta, perdendosi nei buchi di trama e arrendendosi di fronte a cliché ultra-usati e cadute clamorose. Questo, per fortuna, non è il caso di Ragazze Elettriche: sicuramente la presenza di Naomi Alderman alla sceneggiatura ha contribuito a conservare non solo lo spirito del romanzo, ma una coerenza d’acciaio. La serie infatti rispecchia molto bene lo stile del prodotto cartaceo, dunque i cambiamenti apportati non danno fastidio né ai fan né ai nuovi spettatori.
In particolare saper racchiudere in un unico e spesso filone narrativo la complessità di ogni singolo personaggio, del contesto socio-politico e di un fenomeno completamente inventato ma con dei fondamenti medici e scientifici verosimili richiede una notevole maestria con la penna. E questa maestria – simile per certi versi a quella di un sarto – emerge in tutta la sua potenza ad ogni minuto della serie, regalando colpi di scena, sequenze introspettive e dialoghi profondi, rafforzati dalle performance del cast.
Ragazze Elettriche e il potere: una fibrillazione
Il potere – sia che si intenda in senso generico che nel contesto della serie – scatena in prima battuta due reazioni: estasi e paura. L’estasi in Ragazze Elettriche la vediamo soprattutto nei personaggi femminili che acquisiscono l’EOD in un secondo momento, come Margot, che resta completamente inebriata dalle nuove sensazioni che questa nuova capacità le dà. La paura, invece, emerge soprattutto da parte di chi subisce il potere – in questo caso, il genere maschile – ma non solo. Anche le ragazze (non tutte) hanno in un primo momento paura di quello che sono in grado di fare, come Jos, non capendone la portata.
Nella nostra prima recensione avevamo detto che il tema principale della serie era il potere delle donne, ma dobbiamo correggerci: sicuramente il potere delle donne è l’aspetto più considerato, ma la questione riguarda il potere in quanto concetto universale. Perché, se è vero che possedere il potere rende liberi (e la libertà inebria e fa sentire felici) è anche vero che esercitare un potere può limitare la libertà degli altri, e questo fa paura. Potremmo pensare all’EOD come un mezzo di rivincita sociale per il genere femminile, convenzionalmente in una posizione di svantaggio rispetto agli uomini, ma anche da questo punto di vista è chiaro che essere potenti può dare alla testa (come nel caso di Allie).
Le gabbie sociali sono state aperte (nemici delle donne, temete)
La paura e la libertà in relazione al potere ci portano poi a considerare un altro aspetto importantissimo di Ragazze Elettriche: l’inizio della distruzione delle gabbie sociali alle quali siamo convenzionalmente abituati. Questo capovolgimento è in realtà molto controverso: in linea di massima, gli uomini si ritrovano ingabbiati nel ruolo sociale che di solito ricoprono le donne, scatenando una serie di reazioni indignate nei diretti interessati (che porta poi alla nascita di movimenti sovversivi), ma questa inclinazione non è universalmente condivisa. Nel corso della serie, infatti, l’evoluzione del genere femminile demonizza automaticamente quello maschile.
Questa demonizzazione non si applica però a determinati personaggi della serie, che fungono da indicatore e approfondiscono il punto di vista degli uomini di fronte a questo cambiamento. In primis abbiamo Tunde, che assiste in prima persona all’EOD, lo rende virale e decide di continuare la sua campagna d’informazione e di consapevolezza. Potremmo definire il ragazzo accecato dal potenziale benefico e liberatorio del potere, ma questo suo ottimismo e questa sua fiducia verranno messe a dura prova. Ci sono poi anche Rob e Ryan: il primo agisce cercando di proteggere le sue figlie dalla visione distruttiva e bellicosa della società, mentre Ryan lotta per accettare la parte femminile di sé, dalla quale non si può più nascondere.
Ragazze Elettriche e i tre poli: Urbandox, Allie e Zoia
Non importa quindi chi sale sul trono dorato, la crudeltà non ha genere, così come il potere stesso. In Ragazze Elettriche è possibile individuare tre rappresentanti che potremmo definire “estremisti”, seppure con idee radicalmente opposte. Il primo è Urbandox, un collettivo di uomini che lotta contro la diffusione dell’EOD e spinge a un ritorno alla normalità – ovvero ai valori canonicamente patriarcali, in cui le donne non hanno alcun tipo di potere ma solo concessioni da parte degli uomini, di cui dovrebbero essere addirittura grate.
Dall’altro lato abbiamo invece Allie e Zoia, che non potrebbero essere più diverse e che nemmeno si conoscono. La prima fornisce una visione fortemente matriarcale usando la religione come strumento di convincimento e di potere (si fa chiamare Eva e invoca la Madre, chiaramente opposta al Padre). La seconda invece usa il potere combinandolo con i mezzi della guerra, adottando atteggiamenti puramente maschili ma rimaneggiati da una prospettiva femminile, come nella scena dell’allattamento sul fuoristrada (iconica). L’unica cosa che hanno in comune queste tre prospettive è il loro non essere pacifiche né volte al compromesso.
Non c’è più posto per i riflettori
È quindi totalmente assente una prospettiva intermedia in Ragazze Elettriche? C’è posto solo per la violenza? La visione forse più moderata all’interno della serie è incarnata da Margot e dalla sua posizione di politica e di madre. Il suo volersi schierare dalla parte delle donne e dell’EOD, infatti, viene presentata più come un tentativo di proteggere le donne dalle grinfie legislative degli uomini, e lei stessa per tutta la serie non fa altro che cercare di capire come essere utile per queste ragazze. Non è però tutto rose e fiori: anche le battaglie più nobili hanno infatti un tornaconto personale.
E quindi, se come madre Margot si impegna a comprendere Jos e a condividere la libertà dell’EOD, dal punto di vista politico la donna deve paradossalmente reprimersi ancora di più. È attraverso le sue parole che abbiamo infatti la constatazione dell’atteggiamento che le donne al potere devono adottare per restare a galla e non farsi sbranare dagli squali. E lei riesce piuttosto bene a destreggiarsi tra commenti sessisti e post da parte di haters sui social. Quello che Margot proprio non poteva prevedere era la libertà dell’EOD, che da brava arma a doppio taglio le si ritorce contro, vanificando (forse) tutti i suoi sforzi e dimostrando che le donne non devono più sopportare in silenzio, anche se sono convinte di volerlo fare.
Le nostre conclusioni su Ragazze Elettriche
Dunque, le nostre opinioni su Ragazze Elettriche sono confermate o completamente mutate? Diremmo che si sono evolute. Poter guardare l’intera seria ci ha dato infatti modo di cogliere ancora meglio quello che in tre episodi era solo accennato. Dunque, accanto alla rivoluzione femminile c’è il tema più pressante e subdolo del potere, che se gestito male può portare alla rovina. Ma c’è anche un crudo e realistico ritratto della nostra società, che dovrebbe far riflettere più di qualcuno sui nostri comportamenti.
Noi, come sempre, speriamo che questa lunga recensione vi raggiunga e che vi piaccia. Potete seguirci andando su Kaleidoverse o sulle nostre pagine social, dove condividiamo i nostri articoli e i nostri viaggi alle anteprime. Inoltre, se avete letto il libro di Naomi Alderman e volete discutere della trasposizione, potete farlo iscrivendovi ai nostri gruppi community (Facebook e Telegram) dove troverete tutti ad aspettarvi (e in particolare l’autrice di questo articolo, che ama gli adattamenti). Vi aspettiamo numerosi!
Ragazze Elettriche si conferma, dopo la sua conclusione, una delle serie più belle e ben scritte del 2023. Il gruppo di lavoro che ci ha donato questa perla distopica ha saputo fondere capacità registiche impeccabili con una sceneggiatura che brilla a piena potenza e che viene eseguita con ancora maggiore maestria. Ambientata in un mondo come il nostro, la serie si sposta sul piano della distopia dimostrando che, indipendentemente dai cambiamenti sociali che possono verificarsi, la crudeltà è una caratteristica universalmente umana, così come la ricerca spasmodica del potere. Usando una mutazione genetica improvvisa e globalmente diffusa come pretesto lo spettatore ha modo di prendere passivamente parte a un curioso esperimento narrativo di cui ancora non si intravede la conclusione, e che lascia desiderosi di averla davanti agli occhi il prima possibile.