L’episodio 18 di Bleach Thousand-Year Blood War ha riacceso i riflettori su Renji e Rukia, tornati nel Seireitei dopo il lungo soggiorno ristorativo nella Divisione 0, e non lo ha fatto a caso. Dopo lo scontro in cui Renji mostra fieramente il suo vero Bankai, tocca a Rukia splendere nel nuovo episodio dell’anime, reso disponibile a partire dal 12 agosto su Disney + e dal titolo molto esplicativo – “The White Haze“, ovvero “La foschia bianca“. La luogotenente della Divisione 13, infatti, sfodera la Zanpakutō contro lo Sternritter F in uno scontro che lascia a bocca aperta ed esaudisce un desiderio che fin troppi fan si sono portati dietro per anni, come vedremo in questa nuova recensione (ovviamente senza spoiler).
Prima di proseguire con l’episodio, vi ricordo come sempre di seguire Kaleidoverse sulle sue pagine social per restare sempre aggiornati sui nuovi articoli in uscita, come le recensioni episodio per episodio di Ascolta i Fiori Dimenticati, la nuova serie con Sigourney Weaver. Se, invece, volete parlare con i membri della redazione per confrontarvi su una serie in onda o su un film di cui avete letto la recensione qui, potete farlo iscrivendovi ai canali community presenti su Facebook o su Telegram.
Bleach Thousand-Year Blood War: The White Haze
I primi minuti di questo nuovo episodio mostrano Ichigo che saluta la Divisione 0 e si avvia verso il Seireitei, ma il fulcro della puntata non è lui, bensì la luogotenente della Divisione 13. Se, infatti, in “Rages at the Ringside” era Renji a sbalordire per il ritorno in grande stile e per il Bankai aggiornato, in questo nuovo episodio il riflettore è tutto per Rukia, che finalmente dopo anni e puntate splende e si afferma come degna pari dei suoi compagni Shinigami. Anche lei ha infatti avuto modo di lavorare sulla sua Zanpakutō e mette in pratica i progressi fatti contro lo Sternritter F, Äs Nödt, che aveva sbaragliato Byakuya Kuchiki nel quarto episodio di questa nuova serie.
Lo scontro è a dir poco glaciale, e rappresenta forse il riscatto definitivo di Rukia, che ha avuto nel corso degli anni un’evoluzione molto più lenta e graduale rispetto ai suoi compagni – e sicuramente, vista a posteriori, molto adeguata alla sua Zanpakutō. Se l’episodio colpisce per la bellezza visiva e per il contenuto incantevole e anche emotivo, c’è anche una parte dedicata ai Quincy, dalla quale si evince un fatto molto importante, per quanto forse non sorprendente: anche Yhwach ha una debolezza, e una piuttosto importante.
Terrore, morte e controllo
“The White Haze” ruota sicuramente intorno all’autocontrollo e al controllo in senso più generale. Äs Nödt, infatti, è lo Sternritter della paura, che domina corpo e mente di chi la prova a meno che questa non abbia abbastanza controllo di sé, come Rukia dimostra a più riprese usando la vera essenza della sua Zanpakutō, che per risultare efficace deve essere controllata minuziosamente. Il controllo è necessario anche per impedire alla morte di fare capolino – almeno nell’universo di Bleach.
E ancora, il controllo sembra essere alla base della debolezza di Yhwach, che Ishida si ritrova a scoprire esterrefatto grazie a Haschwalth. Dal punto di vista della trama, quindi, l’episodio 19 di Bleach Thousand-Year Blood War compie un grande salto in avanti, in vista soprattutto di quello che accadrà d’ora in poi. Dopotutto, il protagonista sta tornando. E si sa, quando i protagonisti ritornano a calcare il ring, l’antagonista non si fa attendere. In questo caso, però si parla di antagonisti, ricordando che tra loro, ormai, c’è anche Uryū Ishida.