L’uomo guarda le stelle fin dall’alba dei tempi. E, mentre fuori da questi schermi la NASA ha ufficialmente aperto una pagina web dedicata interamente alle ricerche sugli UFO e lavora al secondo allunaggio, su Amazon Prime Video debutta A Million Miles Away. Si tratta del biopic sulla vita di José Hernandez, il primo bracciante immigrato ad aver oltrepassato l’atmosfera terrestre per orbitare intorno al pianeta Terra durante la missione STS-128 nel 2009. Film toccante e ispirazionale, A Million Miles Away è disponibile alla visione sulla piattaforma di Amazon dal 15 settembre scorso, e in questo articolo potrete leggerne una recensione che mette al minimo gli spoiler.
La pellicola è stata diretta da Alejandra Márquez Abella (A nord sul vuoto), che ha anche contribuito alla stesura della sceneggiatura insieme a Bettina Gilois (McFarland) e Hernán Jiménez (Love Hard). Il film è liberamente ispirato alla vita di Hernandez, che ha parlato del suo percorso in Reaching for the Stars: the Inspiring Story of a Migrant Farmworker turned Astronaut. Il cast è eterogeneo e vede, tra i tanti volti, Michael Peña (American Hustle) e Rosa Salazar (Alita – L’angelo della battaglia) rispettivamente nel ruolo di José e di Adela, sua moglie.
A Million Miles Away: la storia di José Hernandez
José è figlio di braccianti messicani che ogni anno attraversano il confine e girano per gli Stati Uniti seguendo i periodi di raccolta delle materie prime. Per questo motivo José e suo cugito Beto cambiano spesso scuola, ma questo non impedisce alla signorina Young (Michelle Krusiec) di notare l’intelligenza e l’acume di José. Per questo motivo la donna suggerisce ai genitori di stabilirsi in pianta stabile negli States per permettere al figlio di ricevere un’educazione adeguata, e loro accettano il consiglio. Il piccolo José cresce quindi in California, con un sogno che lo accompagna fin dall’infanzia in Messico: quello di andare nello spazio.
Ipnotizzato dallo sbarco sulla luna nel 1969, José decide che da grande sarà un astronauta. Diventa quindi ingegnere, e nel corso degli anni invia numerose richieste di ammissione al programma spaziale della NASA, ottenendo sempre dei rifiuti. Nel frattempo trova un lavoro e si innamora di Adela, che sogna di aprire un ristorante di cucina tradizionale messicana. I due mettono su famiglia e anno dopo anno José continua a inviare domande di partecipazione alla NASA, finché Adela non lo scopre e decide di spronarlo a inseguire il suo sogno, che lo porterà sulla strada per le stelle.
Una finzione naturale
A Million Miles Away è un film ben fatto dal punto di vista più tecnico. Gli attori hanno infuso il proprio animo nella pellicola, unitamente a una colonna sonora che rappresenta perfettamente il mondo di José, che deve vivere diviso a metà tra due contesti culturali completamente diversi. L’adattamento degli immigrati nella terra dei sogni è uno dei temi di questo film – forse uno dei più evidenti – e Michael Peña riesce a renderlo alla perfezione trasmettendo tutta la gentilezza e la timidezza di un uomo che sa di poter fare tanto, ma esita perché continuamente sottovalutato dagli altri.
Anche dal punto di vista più visivo e scenografico, A Million Miles Away si rivela un ottimo prodotto. La fotografia è ben curata e la dosatura dei colori rende ogni scena quasi una rappresentazione pittorica di vita quotidiana. Anche la parte più scenografica del film è stata realizzata con cura e meticolosità, rispecchiando alla perfezione l’America in profondo cambiamento degli anni che hanno accompagnato la crescita di Hernandez. Ottima scelta suddividere, poi, il film temporalmente, ponendo molto l’accento sugli anni trascorsi, che accentuano il percorso del protagonista, impegnato a intraprendere un viaggio dell’eroe tutto suo.
Una vera ispirazione
A Million Miles Away è un film coinvolgente e toccante, che colpisce il cuore degli spettatori per vari motivi. Il primo, che costituisce forse la base stessa della storia, è che si tratta di una storia vera. Può sembrare banale, ma riflettere sulle difficoltà di persone reali, in carne ed ossa e ancora in mezzo a noi può rappresentare per molti un punto di partenza per muoversi verso altre, magnifiche cose. È indubbio che la storia di José Hernandez susciti in chi la apprende per la prima volta un forte senso di fiducia e di speranza per il futuro, malgrado le avversità della vita.
Sapere che quella raccontata in A Million Miles Away è una storia vera, inoltre, mette in grado chi guarda di immedesimarsi in José, che diventa in qualche modo un eroe quotidiano – forse anche un po’ sfigato – che tira fuori la grinta e lotta contro tutti i pronostici – culturali, razziali e fisici – per dimostrare alla NASA oltre che a sé stesso di potercela fare. E va detto, in questo senso, che l’uomo non sarebbe riuscito a raggiungere il suo obiettivo se a sorreggerlo non avesse avuto una spessa rete di sicurezza: la sua famiglia.
Mani da contadino per plasmare il futuro
La famiglia è infatti un altro tema cardine di A Million Miles Away. Il film si apre con una storia che il padre di José – Salvador (Julio Cesar Cedillo) – racconta spesso: quella della migrazione delle farfalle monarca. Si tratta di insetti che viaggiano per lunghezze smisurate, in particolar modo se comparate alle loro dimensioni minute. Questi animali rappresentano la famiglia Hernandez, così come in maniera più generica i messicani che compiono dei veri e propri viaggi della speranza per sostentarsi. E, proprio come i personaggi del film, le farfalle monarca non mettono radici: continuano a volare, magari dandosi il cambio tra di loro – in un continuo ricambio di farfalle giovani – ma puntando sempre al Canada.
Raccontata in questo modo l’odissea delle farfalle monarca perde forse di romanticismo, ma acquista senso nel contesto della pellicola. La famiglia Hernandez si sposta di frequente nei primi minuti di A Million Miles Away: lontana dalle proprie radici e da un sogno che ha bisogno di mezzi per concretizzarsi, usano le mani per guadagnarsi il pane, affondandole nella terra dalla quale raccolgono materie prime. Questo rapporto profondo tra la famiglia del protagonista e la terra si ripropone spesso nel corso della storia, e simboleggia non solo l’attaccamento di José ai suoi cari, ma anche una morale preziosa: l’uomo, che si è sporcato le mani con la terra per cogliere il cibo che poi finiva sulle tavole di tante famiglie è quello più adatto per portare quella premura e quell’amore nello spazio.
Vedere le stelle
È proprio la sua famiglia a sorreggerlo negli anni che porteranno José in rotta verso l’orbita terrestre. Il nostro protagonista, infatti, coltiva il suo sogno in segreto perché teme il giudizio delle persone alle quali vuole bene. Perché è innegabile che, nonostante una famiglia possa mostrare supporto, non è sempre tutto così semplice. Ed è qui che torna in ballo Salvador, pronto a fornire a suo figlio – e agli spettatori – 5 punti fondamentali per raggiungere la felicità. I denominatori comuni di questa piccola guida sono due, sacrificio e tenacia, ed entrambi insegnano qualcosa all’ingegnere.
Sì, qualcuno ha colto il potenziale di José, che è poi sbocciato non senza qualche perplessità da parte dei genitori, ma il più grande nemico di José è per lungo tempo sé stesso, sminuito dal padre perché a sua volta incapace di affermare con sicurezza il proprio valore e quello dei suoi obiettivi. Dovrà aspettare Adela – che ha un sogno tutto suo e una visione del mondo diversa – per ammettere a voce alta quello che vuole davvero, ritornando metaforicamente ad affondare le mani nella terra con perseveranza per raccogliere i frutti del suo lavoro. Un lavoro che lo porterà a guardare le stelle in prima fila.
Le nostre conclusioni su A Million Miles Away
A volte è necessario percorrere molte miglia per realizzare i propri sogni. E che siano in orizzontale o in verticale, poco importa. A Million Miles Away lo ha raccontato scaldando il cuore e ispirando più di qualcuno. Sicuramente ci sarà una fetta di pubblico che considererà questo film un racconto un po’ troppo ottimistico, ma sapere che si tratta di una storia vera aiuta molto a ridimensionare gli eventi. Il nostro giudizio di A Million Miles Away è sicuramente positivo: che si osservino gli effetti speciali o quelli scenici, o le performance attoriali, questo film ci ha convinti e speriamo che farà lo stesso con voi.
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A Million Miles Away è un film che tocca le emozioni degli spettatori, lasciandoli affrancati e ispirati. Ispirato dalla storia di José Hernandez, la pellicola racconta la sua vita – dagli inizi come bracciante bambino, immigrato con la famiglia dal Messico agli States fino a ingegnere e astronauta – trasmettendo un messaggio forte di speranza. Grazie alla cinepresa di Alejandra Márquez Abella A Million Miles Away conserva autenticità e delicatezza, assumendo una forza titanica nel mostrare quanto la tenacia e la perseveranza possano aiutare una persona a raggiungere i propri sogni. La spinta al sacrificio, le lotte quotidiane del protagonista contro un mondo in cui deve rivendicare il proprio posto e la dolcezza delle mani che lo sorreggono e lo sospingono in avanti formano, agli occhi dello spettatore, una testimonianza di amore, sia per la propria famiglia che i propri sogni, che non vanno declassati a bambinate ma sostenuti, soprattutto quando sembra che non si avvereranno mai.