Nel 2024 la saga di Saw compirà 20 anni. Sì, il primo film della roboante storia del serial killer americano Jigsaw uscì nei cinema nel 2004 e ha proseguito il suo cammino saltellando amabilmente sullo scorrere del tempo, lanciando al pubblico trappole sempre più complesse e colpi di scena mai troppo banali. Gli ultimi capitoli hanno però dato più di qualche strattone alla sceneggiatura: nel 2010 sembrava che fosse finito tutto con l’uscita nelle sale di Saw 3D – Il capitolo finale, ma poi questa conclusione è stata smentita da Saw Legacy (2017) e da Spiral – L’eredità di Saw (2021). E quest’anno – in Italia lo scorso ottobre – è arrivato Saw X, di cui si parlerà in questo lungo articolo di approfondimento. Se non avete visto il film procedete a vostro rischio e pericolo: potrebbero esserci degli spoiler.
Saw X vede alla regia Kevin Greutert (Saw VI) e alla sceneggiatura Josh Stolberg (Hungover Games – Giochi mortali) e Peter Goldfinger (Only life). Il cast presenta graditi quanto inattesi ritorni, con Tobin Bell a riprendere i panni di John Kramer e Shawnee Smith quelli di Amanda Young. Il motivo della presenza di questi due fondamentali personaggi è presto svelata: Saw X è un midquel (o interquel), un film che si infila tra il primo e il secondo della saga e racconta una storia inedita, che adesso vi racconto.
Saw X: la trama del film
John Kramer (Tobin Bell) ha un male incurabile che lo porterà molto presto verso la morte. Mentre cerca di vivere un passo alla volta muovendosi tra ospedali e gruppi di sostegno fa un incontro che sembra promettergli una speranza. Un giorno, mentre è al bar, si avvicina Henry (Michael Beach), una delle facce che John ha visto al gruppo di sostegno. L’uomo è in splendida forma, quindi Kramer lo interroga sul suo improvviso miglioramento, e Henry gli confessa di essersi sottoposto a una terapia sperimentale all’estero che ha eliminato completamente il tumore che gli affliggeva il pancreas.
Stupito e speranzoso, John contatta la dottoressa Cecilia Pederson (Synnøve Macody Lund), che lo accetta nel programma sperimentale e lo invita a raggiungerla nella sua clinica privata nei pressi di Città del Messico. Ben presto, però, Kramer scopre che dietro la promessa di un futuro senza il cancro c’è una truffa che ha fatto molte vittime. Ferito e arrabbiato, l’uomo si attiva quindi per fare giustizia alla sua maniera, lasciando il posto a Jigsaw e alle sue macabre trappole.
Una capsula temporale
La scelta di Kevin Greutert come regista del film e la presenza di Tobin Bell e Shawnee Smith ha contribuito enormemente a decretare il successo di Saw X perché si tratta di persone intimamente collegate al franchise, con idee già chiare sulla direzione da dare alla pellicola, che non sembra affatto una produzione del 2023. Tutto, dalla fotografia alla scenografia è stato curato nei minimi dettagli e ritorna indietro nel tempo, ai primi capitoli della saga horror dando coerenza e concretezza alla storia.
Saw X affonda quindi completamente nel passato, ma presenta in ogni caso un cast che, fatta eccezione per le figure di Kramer e Amanda Young, si popola di nuovi volti. Synnøve Macody Lund (Ragnarok), Steven Brand (Il re scorpione), Michael Beach (Fuori i secondi), Renata Vaca (Dreamer), Joshua Okamoto (Ema) e Paulette Hernández (Mis demonios nunca juraron soledad) completano il cast impersonando i giocatori della macabra e mai scontata partita di Jigsaw, una partita che più che mai vede al suo centro il suo creatore.
L’uomo dietro il pupazzo
I film della saga di Saw hanno abituato gli spettatori a duelli a distanza tra la polizia di New York e il serial killer Jigsaw, con le sue vittime come pedine di un gioco tanto geniale quanto gore e spietato. Saw X, tuttavia, si diversifica molto dagli altri capitoli da questo punto di vista. Niente polizia per le strade di Città del Messico, solo l’aiuto da casa del detective Mark Hoffman (Costas Mandylor), perché la partita con la morte questa volta non vede le forze dell’ordine come parte integrante del disegno.
In Saw X come mai prima il centro della storia è John Kramer, presente senza maschere e senza sotturfugi in tutta la sua complessità. Il personaggio dietro la maschera di Billy il pupazzo e dietro le macchinazioni di Jigsaw si riprende il suo posto da protagonista per lasciare quello di antagonista alla dottoressa Pedersen, donna senza scrupoli né morale che sembra quasi esporre John e renderlo vulnerabile agli occhi degli spettatori, perché rispetto ai capitoli precedenti della saga, nei quali Kramer emergeva come determinato e spietato, in questo dà mostra di un lato sicuramente più sensibile e combattuto nei confronti della sua missione e del destino che lo attende.
Tornare in carreggiata
Saw X compare all’orizzonte un po’ come un raggio di luce nel corridoio buio che era diventato il suo franchise. Se, infatti, nel corso degli anni la storia legata agli omicidi “morali” di Jigsaw e dei suoi discepoli era continuata anche senza di lui, con l’affermazione di un seguace dopo l’altro, colpi di scena, ribaltamenti e decisioni sofferte, sembrava che a un certo punto gli accoliti fossero terminati. Già, tutto sembrava giunto a una conclusione, finché nel 2021 non ha fatto capolino Spiral – L’eredità di Saw.
Questo film – che vede nel cast Chris Rock (Un weekend da bamboccini) e Samuel L. Jackson (The Avengers) – è il primo che cerca di sviluppare ulteriormente l’universo di Saw senza nessuno dei personaggi principali dei capitoli precedenti, nemmeno tramite flashback. Un inizio nuovo di zecca che usa il nome di Jigsaw e i suoi metodi per qualcosa di molto diverso, ma che non ha dato i risultati sperati – su Rotten Tomatoes la pellicola ha un punteggio del 37%. Potrebbe essere forse questo il motivo che ha spinto la produzione a realizzare Saw X: ridare lustro a una saga cult. Peccato che per riuscire nell’intento abbiano dovuto richiamare in causa la vecchia guardia, un’azione che si commenta da sola e fa sorgere una domanda.
Una saga al tramonto?
A questo punto è lecito chiedersi cosa ne sarà davvero del franchise di Saw. Sicuramente l’ultimo capitolo uscito nelle sale ristabilisce un equilibrio che si era perduto nella comicità piuttosto fuori luogo di Chris Rock e Samuel L. Jackson, ma costringe gli spettatori a rispostarsi in una sorta di limbo. Perché John Kramer non tornerà certamente in vita – non è Jason Voorhees – ma questo film ha dimostrato che potrebbero esserci altri spunti in attesa tra i salti temporali, altri midquel pronti da realizzare coinvolgendo altri discepoli oltre Amanda.
Ma la verità è che non si sa nulla al momento. Greutert stesso ha affermato che al momento non vede altri film di Saw nel futuro, ma che non può essere assolutamente certo della conclusione definitiva del franchise. Ciò che gli premeva era dare un ultimo, sentito commiato al personaggio di Jigsaw, e la sua volontà si è certamente avverata, con stile e rispetto ai 20 anni di approfondimento di un personaggio che ha acquistato di diritto il suo posto al tavolo dei cattivi iconici degli horror.
Le nostre conclusioni su Saw X
Il ritorno di Saw, anche solo per dire addio al pubblico che lo ha amato, ha suscitato un moto di risveglio negli appassionati. La pellicola di Kevin Greutert non delude, riportando il franchise al livello qualitativo precedente e creando un’agile apertura verso un lato più complesso e fragile di John Kramer, che saluta la sua esistenza con un ultimo, grande piano in cui giustizia e vendetta si sfumano fin quasi a diventare una cosa sola che entra intimamente dentro gli spettatori.
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Dopo Spiral il franchise di Saw prende una boccata d’aria con Saw X. Il film è in linea con i primi capitoli del franchise ma presenta lati più seri e drammatici. Il decimo capitolo è ambientato tra il primo e il secondo film e vede come protagonista assoluto John Kramer – particolare che non si era mai visto prima – confermando che il pezzo forte della saga è proprio lui, con le sue macchine mortali e le sue riflessioni da filosofo incompreso. Saw X sottolinea con decisione che è molto difficile immaginare Saw senza Saw e suona nelle orecchie degli spettatori come un sentito addio a un personaggio che ha dato concretezza e basi solide a uno degli universi cinematografici più iconici degli anni 2000.