In questa recensione di Sweet home 2 la mostrificazione continua a dilagare andando oltre i confini del Green Home. L’1 dicembre è uscita la seconda stagione del fenomeno sudcoreano di genere drama-horror dopo il successo del webtoon del 2017 scritto da Kim Carnby e illustrato da Hwang Young-chan. A differenza della prima stagione le puntate sono 8 e non 10, ma con un minutaggio più lungo passando dai 50/60 minuti ad 60/70 (in un episodio addirittura 90 minuti).
Dove eravamo rimasti
Nel corso della prima stagione abbiamo assistito all’inizio della mostrificazione all’interno di un condominio, il Green Home. Qui troviamo inquilini di qualsiasi tipo ed età e ognuno di loro si trova ad affrontare i propri problemi. Uno fra tanti è Hyun-soo, un giovane ragazzo rimasto orfano, costretto a vivere una vita che non ha più voglia di portare avanti. La sua unica soluzione, prima dell’inizio dell’epidemia era il suicidio, ma qualcosa in lui cambia proprio con l’avvento dello strano fenomeno. Hyun-soo non sarà solo, avrà dei compagni d’avventura con i quali dovrà fare anche scelte morali per decidere il suo futuro e quelli di altri abitanti del palazzo. Rimane in lui l’idea che la sua famiglia sia morta a causa sua e non sarà contento finché non avrà espiato questa colpa autoinflitta.
L’intera stagione, ambientata all’interno del Green Home, sarà un susseguirsi di persone che si trasformano in mostri ma non per tutti questo sarà lo stadio finale. Alcuni infatti rimarranno umani seppur sviluppando le caratteristiche di un mostro andando incontro a una nuova razza umana. Nel finale di stagione assisteremo all’arrivo delle forze militari per poter portare in salvo i sopravvissuti all’interno del condominio. Andiamo così incontro alla fine della prima stagione lasciando intendere che ce ne sarà una seconda per capire dove verranno portati.
Ripartiamo dal Green Home
Ed è proprio dal Green Home che riprende la narrazione con la prima grande differenza tra la prima e la seconda stagione: l’ambientazione. Di fatto passiamo da un luogo chiuso, circoscritto come un palazzo a l’intero territorio coreano costellato di militari e mostri. Sì perché noi assistiamo all’inizio della mostrificazione all’interno del Green Home ma tutto ciò sta avvenendo anche all’esterno. Il nostro Hyun-soo, accettato il fatto di essere infetto, ritroverà la voglia di vivere concentrando la propria vita sulla redenzione anche attraverso atti di coraggio altruistici. Dovrà poi fare i conti con la follia di Sang-Wook che, sapendo degli esperimenti svolti sugli umani mostrificati, cercherà di persuaderlo a non andare nella base di Bamseom. Proprio Sang-Wook conierà quello che sarà poi il nuovo nome delle persone che non si trasformano in mostri ma che riescono a gestire i poteri: i neoumani.
Tra i nuovi personaggi che vengono introdotti in questa stagione solo alcuni spiccheranno per il loro ruolo. Alcuni di questi, presentati ma mai approfonditi, finiscono presto per essere dimenticati. Non è così per il dottor Lim (Oh Jeong-se) il cui ruolo, oltre ad essere un dottore pazzo, è quello di riportare l’umanità con i piedi per terra. La sua ricerca per il vaccino contro la mostrificazione nasconde in realtà esperimenti per capirne capacità e potenzialità. A far pensare è proprio una sua frase nel primo episodio in cui afferma che il virus sono gli umani e i mostri il vaccino. La razza umana già prima della presenza della mostrificazione era considerata un mostro per via della moltitudine di vizi, oscuri desideri e paure. La presenza di questi caratteri rende le persone dei mostri, la mostrificazione ne esalta soltanto la presenza in ognuno di noi.
Un calo narrativo inaspettato
Seppur l’azione rimane una costante all’interno di Sweet Home ciò che abbiamo perso è la narrazione. Va ammesso che è presente ma non è al livello della prima stagione e le cause potrebbero essere di vario genere. Una tra tante l’abbiamo citata prima, ossia l’introduzione di personaggi nuovi che non vengono caratterizzati a sufficienza per creare l’empatia con essi. Altra ragione potrebbe essere il passaggio da un luogo chiuso a uno aperto. Inevitabilmente si cerca di occupare più spazio possibile, proprio come si fa su un palcoscenico, ma bisogna anche saperlo fare. La creazione di sottotrame, ben sviluppate ma povere di sostanza, aiutano a mostrare cosa avviene all’esterno sotto più punti di vista sia dei cittadini sopravvissuti che dei militari in gioco.
Il luogo della prima stagione ha aiutato certamente a mantenere in primo luogo una certa dose di suspense emotiva con nuovi mostri sempre in agguato. Questo aspetto viene riproposto nella seconda stagione senza però ottenere lo stesso risultato o almeno non pienamente. Siamo passati dall’avere mostri di qualsiasi genere a persone che più che mostri sembrano zombi. Ci sono ancora umani completamente trasformati o che presentano caratteristiche da mostro ma sono poche in confronto alla prima stagione e all’ambientazione. L’enfasi cade di più sui neoumani, più presenti che mai, e che hanno ruoli importanti ma senza prevalere uno sull’altro.
Mostri e politica
Uno degli aspetti da tenere in conto per quanto riguarda questa seconda stagione è, stranamente, quello umano. Se nella prima stagione abbiamo la presenza di più mostri possibile in equilibrio con una certa morale, nella seconda andiamo incontro a un cambio di rotta. Come sempre, in ogni serie dove vi è un’epidemia, entrano in gioco le forze militari ma soprattutto politiche. Quest’ultime hanno come scopo salvare la popolazione? Certo che no, devono salvarsi la pelle e sfruttano la popolazione per farlo. Il problema è che non sappiamo chi e quando si trasformerà e allora noi li raduniamo e radiamo al suolo quel posto.
La concentrazione dello spettatore viene spostata dai mostri ai giochi di potere, dalle vittime a chi vuole altre vittime per salvarsi la pelle. Purtroppo è un cliché che è presente anche in altre serie come ad esempio Non siamo più vivi dove a pagarne le conseguenze è sempre la vittima sfortunata. Questa seconda stagione ha questo taglio che è molto più marcato e profondo rispetto alla prima andando a rovinare il clima che si era ben creato. La compensazione arriva con scene crudeli, necessarie o non dipende dal gusto dello spettatore, e forzature nel carattere di alcuni dei personaggi che perdono di naturalezza e spontaneità.
Le nostre conclusioni su Sweet Home 2
Dopo questa piccola parentesi sulla questione politica all’interno della serie possiamo passare alle nostre conclusioni. Complessivamente è un prodotto ben fatto, i mostri sono graficamente al livello di quelli della prima stagione. Purtroppo è venuta a mancare una componente che ci aveva tenuti incollati allo schermo ovvero l’elemento suspense dal ritmo incalzante. Andando a smorzarla si è perso tutto un clima che aveva reso la prima stagione una serie dal ritmo frenetico. Escludendo questo elemento, sommato ad altri piccoli difetti già citati, si è persa l’opportunità di creare un prodotto di pari livello, purtroppo. Speriamo che questo calo non comprometta l’uscita della terza stagione anche se è già stata annunciata per l’estate del 2024. Tutto sommato è un piacere guardarla anche se si rimane un po’ delusi, è un’amarezza che arriva inevitabilmente se si fa il paragone.
Ed eccoci arrivati ai nostri rimandi ai nostri canali social di Facebook e Instagram o all’invito ad unirvi alla nostra community di Telegram. Vogliamo ricordarvi che sul nostro sito di Kaleidoverse potrete trovare anche altre recensioni come, ad esempio, alle puntate della seconda stagione di What if…? o di Galline in fuga: l’alba dei nugget. Ma non scriviamo solo recensioni, troverete anche degli approfondimenti (Giochi per mobile: la fiamma brucia ancora) e guide di vario genere come l’ultima uscita su Pokémon Scarlatto e Violetto: i Pokémon Leggendari del Disco Indaco. Non ci resta che salutarvi e aspettarvi nei commenti per farci sapere la vostra su Sweet Home 2, alla prossima!
La seconda stagione di Sweet Home è finalmente uscita! Se pensate che la prima stagione sia andata bene e che merita una seconda stagione di pari livello sappiate che non è andata proprio così. Sì perchè purtroppo, ci dispiace dirlo, non ha soddisfatto le nostre aspettative che forse erano state alimentate appunto dalla prima stagione. Ciò che ci troviamo a guardare è, purtroppo, un prodotto leggermente diverso sia nella quantità di mostri che di clima di suspense horror. Diciamo purtroppo perchè andando ad eguagliare questi due aspetti, sommati all'espansione del luogo in cui è ambientata, si sarebbe potuto creare una seconda stagione decisamente migliore di quella proposta. L'abbassamento del ritmo, l'introduzione di personaggi nuovi poco caratterizzati e la poca presenza di mostri rapportati al contesto fanno di questa stagione l'ombra della prima che rimane nettamente superiore come risultato. Complessivamente si lascia guardare piacevolmente strizzando solo l'occhio a ciò che poteva invece essere il risultato finale. Si arriva all'ottava puntata con quel senso di amaro in bocca lasciato dalle mancanze sopra citate addolcito solo da determinate scene che rendono frizzantina la visione ma niente di più.