Alcune storie sono talmente belle che lasciarle in un unico posto è uno spreco. È il ragionamento alla base della realizzazione di moltissimi adattamenti cinematografici e seriali che nel corso degli anni hanno fatto innamorare il grande pubblico. Uno di questi – uscito nei cinema di tutto il mondo nel 2011 – è One Day, adattamento dell’omonimo romanzo di David Nicholls con Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada) e Jim Sturgess (21) a vestire i panni dei protagonisti. La bellezza della storia, però, non poteva limitarsi a un film: ecco dunque giungere nella libreria di Netflix una nuova versione di One Day, questa volta in formato seriale, disponibile dall’8 febbraio, di cui vi parleremo in questa recensione limitando gli spoiler – per quanto possibile.
La serie TV si compone di 14 episodi da 30 minuti l’uno – in media. Diretta da Molly Manners (In my skin), Luke Snellin (Mixtape), John Hardwick (Follow the money) e Kate Hewitt (Life), vede alla sceneggiatura David Nicholls (autore del romanzo da cui è tratta la serie), Nicole Taylor (Wild Rose), Mollie Goodfellow (Late Night Mash), Bijan Sheibani (Samira’s party), Anna Jordan (Succession), Vinay Patel (Doctor Who). Il cast include Leo Woodall (The white lotus), Ambika Mod (This is going to hurt), Amber Grappy (Wreck), Brendan Quinn (Rough), Eleanor Tomlinson (Poldark), Jonny Weldon (Natale a Mistletoe Farm), Essie Davis (Babadook) e Tim McInnemy (Notting Hill).
One Day: la trama
La notte del 15 luglio 1988 Emma Morley (Ambika Mod) e Dexter Mayhew (Leo Woodall) si incontrano durante la festa della loro laurea. La serata sembra inizialmente prendere una piega romantica ma si trasforma ben presto in qualcosa di diverso: la nascita di una solida amicizia. È così che inizia One Day, che si sviluppa nell’arco di circa 20 anni seguendo Emma e Dexter nello svolgersi delle rispettive vite, così diversi eppure legati da un rapporto che, seppure con qualche momento di allontanamento, resta sempre lì.
La storia segue entrambi i protagonisti usando come punto fisso nel tempo il 15 luglio – il giorno di San Svitino – che crea delle vere e proprie finestre che racchiudono al loro interno non solo il passare degli anni ma anche l’evoluzione dei personaggi e del loro rapporto alla luce di un mondo in costante cambiamento. Il finale non è affatto scontato e coglierà di sorpresa tanto gli spettatori quanto i personaggi, conservando la propria dinamicità e confermando l’importanza del tempo e delle scelte come temi imprescindibili di One Day.
Cartoline dal passato
Dal punto di vista visivo One day si caratterizza per l’uso di una fotografia morbida che abbraccia lo spettatore e lo fa entrare nell’atmosfera degli anni ’80 e ’90. La regia se la prende comoda con un montaggio che segue i personaggi nella loro crescita e nelle loro interazioni, passando da piani ravvicinati a campi lunghi con sicurezza e creando una visione d’insieme che rende molto bene la presenza del singolo all’interno di un ambiente più grande. Anche i costumi e la scenografia si confermano ben realizzate e contribuiscono a rafforzare la sensazione di trovarsi in una capsula del tempo.
Per quanto riguarda la sceneggiatura abbiamo 14 episodi divisi in 30 minuti l’uno – in media – che raccontano le vite di Dexter ed Emma usando come chiave un giorno delle loro vite – nomen omen, insomma. La scrittura della serie racchiude bene al suo interno le sfumature dei caratteri dei personaggi, la loro profondità e i temi che espongono nel loro divenire, ma questo sicuramente non sarebbe stato possibile senza un cast che, nonostante la giovane età, ha saputo mettere in scena tutta la complessità di due anime letterarie scritte talmente bene da diventare reali.
Un giorno per il resto della vita
Di primo acchito One day può apparire come una semplice commedia romantica ma, avendo come tema portante quello del tempo che passa è inevitabile che, alla fine della visione, lo spettatore basito si renda conto di aver assistito a qualcosa di più potente. Ovviamente lo scorrere del tempo è solo uno dei temi portati avanti nel corso della visione, e ciascun punto toccato dalla sceneggiatura si aggrega agli altri creando una ragnatela perfetta che restituisce due vite complementari e genuine, mosse tanto dai sentimenti quanto dalle azioni e dalle scelte.
L’accento ricade quindi sempre e comunque sul potere della scelta, e sulle conseguenze – alcune impensabili – che una singola decisione innesta nella vita di una persona. Si potrebbe anche parlare di destino da un certo punto di vista – in sostanza il motivo per cui la relazione tra Emma e Dexter resta platonica per tanto tempo sembra essere il pessimo tempismo, che si frappone tra loro. Potrebbe anche essere invece tutto parte di un disegno più grande: stabilire una connessione con una persona che sai essere importante, ma sapere anche – forse inconsciamente – che non è il momento giusto perché tu non sei ancora giunto al punto giusto. Le interpretazioni sono molteplici.
Crescere insieme da soli
I protagonisti di One Day, Emma e Dexter, crescono insieme seppure divisi dalla vita e dalle rispettive ambizioni. Emma è una ragazza appassionata, divoratrice di libri e con uno sguardo critico e attento sul mondo, che trova il suo posto nel mondo ponendosi degli obiettivi concreti. Dexter appare, accanto a lei, come il suo opposto: sicuro di sé, di bell’aspetto e con una famiglia benestante alle spalle, il ragazzo vive la vita senza darsi una direzione ben definita, saltando da un luogo all’altro e da un’occasione all’altra.
Mentre Emma mette da parte i propri sogni per dare spazio alla propria sopravvivenza Dexter fa l’opposto, tentando più strade che lo porteranno però a un vero e proprio tracollo fisico ed emotivo. E il loro rapporto funge per entrambi da bussola in più di un’occasione: per Emma Dexter sarà il motore che la spingerà a riprendere in mano i propri sogni e ad avere più fiducia in sé stessa, mentre per Dexter Emma rappresenterà un’ancora di salvezza e – all’occasione – anche il doveroso schiaffo in faccia che lo riporta alla realtà. Questo lato della loro relazione mette in luce il tema della crescita e dal diventare adulti, un sentiero che sarà sempre e comunque accidentato ma che può risultare più familiare se percorso con un minimo di confidenza.
Due storie complementari
Fino a questo punto non abbiamo parlato del lato più romantico di One Day, ma non perché non sia importante. L’amore pervade ogni singolo episodio, sfumando all’interno degli episodi e assumendo moltissime facce già solo a partire dal rapporto tra i due protagonisti. La loro amicizia, che nasconde alla base sempre una certa dose di attrazione reciproca che un po’ gli eventi e un po’ i loro caratteri ignorano fino a un certo punto si condensa invece in qualcosa di molto più profondo. E questo qualcosa emerge pienamente quando i due hanno modo di confrontarsi, di parlare e anche di litigare.
Ecco così che si arriva all’ultimo grande tema di One Day, che unisce e incastona nel finale tutto quello che lo spettatore ha visto. Ci riferiamo al lutto e alla morte, temi che sembrano macigni ma che vengono inseriti all’interno della narrazione con semplicità e leggerezza, apparendo come parte di una quotidianità alla quale non si vuole pensare e che, per alcuni, assomiglia più alla sopravvivenza. Disse uno scrittore che il lutto è ciò che resta dell’amore quando quest’ultimo non sa dove andare, e One day incarna questa frase alla perfezione. L’ultima grande lezione di questa serie è che l’amore resta, sempre e comunque. Anche se fa male.
Le nostre conclusioni su One Day
One day traspone su schermo in maniera ancora più accurata i contenuti delle pagine del romanzo di David Nicholls. I 14 episodi sono un dono, e non una semplice storia d’amore. È il racconto di due storie che si intrecciano a ripetizione e formano un tessuto talmente intricato e variopinto da non poter essere cancellato. Chi guarda si ritrova in qualche modo a crescere e a meditare insieme ai protagonisti mentre vede le loro vite scorrere tra dilemmi esistenziali e normali tappe della vita adulta. La serie lancia molti messaggi, ma forse al di là dell’amore che resta indipendentemente da tutto un messaggio forte e deciso riguarda proprio il futuro e l’importanza che si dà ai giorni e al modo in cui si sceglie di affrontare la vita.
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Con One Day Netflix ha svolto un’ottimo lavoro. Nei 14 episodi che la compongono la serie TV tratta dall’omonimo romanzo di David Nicholls dà una seconda vita all’opera, già trasposta per il cinema in un film altrettanto straziante ma che ha dovuto sacriicare molti punti della storia che invece vivono nelle puntate e approfondiscono le vite di Emma Morley e Dexter Mayhew. One Day non è una semplice storia d’amore, ma un vero e proprio viaggio nella vita di due persone che si trovano per caso e sviluppano, nel corso degli anni, un legame solido nonostante lo scorrere del tempo porti i due amici a seguire due strade molto diverse. La regia incastona con delicatezza le interpretazioni profonde e appassionate dei due attori protagonisti, mentre la sceneggiatura sposta il focus del dramma dal singolo momento all’insieme, condensando 20 anni in un dopo che sa di agrodolce futuro.