Il cinema, la TV e – ultimamente – le piattaforme di streaming si adattano piuttosto rapidamente ai mutamenti del mondo fuori, a volte evidenziando gli avvenimenti positivi, a volte – anzi, piuttosto di frequente – quelli negativi. Non è certo una novità che altrove due guerre stiano pian piano riplasmando la situazione sociopolitica mondiale, e lo sguardo attento dei cineasti e degli sceneggiatori non si è perso una virgola, condensato in prodotti come il pluripremiato Oppenheimer o in Einstein e la bomba, presente su Netflix, da cui proviene anche la docuserie di cui Kaleidoverse parla in questa recensione, Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda.
Diretta da Brian Knappenberger (Boy Scouts of America: le verità nascoste), già creatore di Turning Point: l’11 Settembre e La Guerra al Terrorismo, presente sempre su Netflix, Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda è una docuserie in 9 lunghi episodi che toccano quasi le 10 ore in durata. Grazie all’ausilio di materiale storico, alle testimonianze di importanti figure accademiche e politiche e dei sopravvissuti alle guerre, Turning Point approfondisce molto una questione già evidente dal titolo, di cui parleremo brevemente sotto.
Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda – La trama
Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda delinea con accuratezza e nitidezza il lungo percorso che ha portato alla guerra in Ucraina, e lo fa partendo dal secolo scorso, dalla creazione della bomba atomica e dal suo primo, terrificante utilizzo. La serie non lascia indietro niente, analizzando nel dettaglio sia l’evoluzione del governo americano che l’affermazione del comunismo nell’ex-Unione Sovietica per poi tracciare il loro complicato e complesso rapporto.
La serie si tuffa a capofitto nella Storia contemporanea e non tralascia nessuno dei punti fondamentali che hanno segnato la guerra fredda e la sua conclusione, impressa a fuoco dal crollo del muro di Berlino. Turning Point affronta anche l’apertura graduale dell’Unione Sovietica all’occidente, prima nemico e poi alleato, in una parabola che ha visto la rinascita delle nuove repubbliche dell’est Europa e la successiva discesa dei rapporti internazionali, ancora molto tesi visto il conflitto in corso.
Una serie didascalica
Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda non ha paura di dilungarsi nel suo lungo racconto, dando più importanza all’accuratezza e alla completezza che alla brevità. Il risultato è una docuserie che si guarda con calma ma che dà tanto. Brian Knappenberger si è avvalso dell’uso di materiale visivo e scritto storicamente vero, evidenziando in particolar modo le detonazioni atomiche e termonucleari, risultati di una serie di esperimenti tanto veri quanto terrificanti che faranno scendere un brivido di terrore lungo la schiena dello spettatore, ma non solo.
Larga parte del materiale è narrato dalla voce di un’ampia gamma di intervistati, versati in geopolitica o ex-funzionari di importanti organi statali e internazionali. L’apporto di queste figure si affianca con naturalezza alle parole dei capi di Stato arrivate fino a noi dando loro un senso molto più profondo che espone molti eventi al giudizio di noi posteri e alla consapevolezza – mai troppa – nei confronti di un legame tra bomba atomica e guerra fredda mai esplorato così approfonditamente.
Capire il presente grazie al passato
L’organizzazione di Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda manda un messaggio immediato e d’impatto: il presente è la conseguenza naturale del passato. Per questo motivo probabilmente ogni puntata inizia dall’oggi per andare indietro e raccontare una parte ben precisa della storia del Novecento che ha portato l’umanità ad essere quella che è oggi. L’analisi dettagliata e minuziosa del passato aiuta lo spettatore a comprendere come il suo modo di pensare sia stato plasmato da tanti piccoli cambiamenti che si sono uniti per formare quello che è il mondo oggi, con tutte le sue meraviglie e le sue tensioni.
Tra la lotta per il potere, il riassestamento post-bellico e una guerra silenziosa ma continua Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda mostra cosa può fare la paura alle persone e lancia un monito obbligatorio nei confronti dei potenti e delle armi a loro disposizione, tanto numerose quanto distruttive. Lo scopo di questa serie è quindi non solo quello di raccontare ma quello di lasciare un messaggio ai detentori del potere: Oppenheimer faceva sue le parole di un testo sacro dicendo che l’essere umano è diventato distruttore di mondi. Facciamo sì che non lo diventi completamente.
Le nostre conclusioni su Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda
Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda è una docuserie dal ritmo incalzante che racconta in modo didascalico la parabola che ha portato a parte dell’asset socio politico odierno. Partendo dalla guerra in Ucraina attualmente in corso, la serie torna indietro a un altro grande conflitto mondiale, scandendo i tempi che hanno segnato la nascita degli ordigni nucleari e un’importante guerra mai davvero sopita. Grazie a un esteso ventaglio di documenti e filmati storici e alle testimonianze dei sopravvissuti e alle opinioni di esperti nel campo, Turning Point: La Bomba Atomica e La Guerra Fredda lancia un monito severo ma giusto: quello a non tornare al passato, ma di trarre da esso i giusti insegnamenti per un futuro migliore.
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