Che dire, chi ha seguito gli appuntamenti settimanali, saprà che la Redazione di Kaleidoverse ha seguito passo passo, episodio dopo episodio, le vicende e le storie che hanno legato i nostri protagonisti. E non mancherà certo di sapere che siamo giunti all’episodio finale, l’ottavo, della Seconda Stagione di Euphoria, uno dei titoli più seguiti nella storia delle serie firmate HBO, diffuse in Italia da Sky Atlantic e Now TV.
Eccomi quindi qui a trarre le somme dell’intera Stagione e a fare un piccolo resoconto dell’ottavo episodio. I fan più accaniti, avranno di certo notato che l’inizio della Seconda è stato davvero forte e d’impatto. Ogni episodio apriva con un breve focus su alcuni dei personaggi, forse i meno esplorati nella Prima Stagione, per poi passare alla narrazione vera e propria. Abbiamo quindi conosciuto meglio il passato, le personalità, i pregi e i difetti di ognuno dei liceali di East Highland.
Euphoria 2: Recensione Episodio 8
L’apertura del finale di stagione riprende esattamente dal minuto in cui avevamo lasciato i protagonisti nella settima puntata. È in corso lo spettacolo teatrale scritto e diretto da Lexi, la nostra osservatrice per antonomasia, forse l’unica di Euphoria. Lei è quel personaggio che come le dice sua madre “ha sempre sentito il dovere di prendersi cura di tutti”, supportando gli altri in prima persona, ma senza esporsi in maniera aperta. Sappiamo di lei attraverso le telefonate con Fezco, i ricordi di Rue e i racconti di sua sorella Cassie, ma non è Lexi a parlare di sé, quasi mai. Lo fa però attraverso la rappresentazione teatrale che ha inscenato e che, dobbiamo ammetterlo, sembra essere pienamente riuscita.
Ripercorre un po’ tutte le tappe che sono state toccate nel corso delle due stagioni della Serie, viste dal punto di vista dell’autrice dello spettacolo. Rivediamo la perdita di Rue e l’inizio della sua tossicodipendenza, il rapporto conflittuale con la bionda, perfetta ed impeccabile Cassie, gli albori dell’amicizia tra le ragazze e le vicende familiari di Lexi. Il tutto, molto intelligentemente, è intervallato da scene diverse e altre che mostrano ciò che accade in contemporanea allo svolgimento della rappresentazione teatrale. Sappiamo che Fezco sta per essere “denunciato”, che Maddy e Cassie hanno rotto la loro amicizia, che Rue sta affrontando la sua disintossicazione da sola e, speriamo, in modo definitivo.
Il comico-grottesco funzionale
Senza spoilerarvi nulla anche se dovete correre a vedere l’episodio, vi posso dire che se avete pensato sarebbe morto qualcuno, beh non sarà lui! Ed inoltre Ashtray, senza mai parlare, si afferma come personaggio più duro, determinato e per questo folle dell’intera Stagione. La cosa intrigante è tutto questo iter narrativo ci viene mostrato nell’episodio 8 a spezzoni, come storie a se stanti, conferendo alla narrazione un ritmo incalzante e per niente scontato. Forse un po’ atteso il momento in cui Cassie irrompe sul palco, offesa per sé e quello che dovrebbe essere il suo compagno, Nate.
Il tutto assume tratti comico-grotteschi, al limite del ridicolo, ma forse tutto ciò è funzionale. Secondo la mia opinione infatti, mostra l’essenza di ognuno dei personaggi, così egocentrici ed egoriferiti da non pensare all’insieme, e quindi alla resa dello spettacolo, ma piuttosto al loro piccolo mondo al quale sono legati e nel quale sono relegati. Tirando le somme della Serie, forse come in ogni finale di Stagione, l’ultimo episodio non è mai all’altezza delle aspettative. Forse perché ci aspettiamo qualcosa di diverso, qualcosa in più o forse perché non vogliamo separarci dai personaggi ai quali ci siamo affezionati. (Piccola nota: ricordiamo che la produzione ha già annunciato e confermato la Terza Stagione!)
Gli eleganti elementi di Euphoria 2
La cosa forse più spiazzante di questa Stagione è che ogni episodio e con esso ogni personaggio, non risulta mai noioso né banale. Ci sono molti silenzi, molti sguardi che lasciano spazio al non detto che spesso fa intendere molto di più delle parole. Proprio come nei momenti in cui vediamo Rue toccare il fondo della sua tossicodipendenza o come nell’ultimo episodio, sulle note di “Concerto pour la fin d’un amour” di Francis Lai, vediamo gli sguardi che ogni personaggio si lancia con l’altro, a segnare la fine di un percorso, di una storia o di un amore. Non da meno sono gli elementi che condiscono ogni episodio come le ambientazioni e le colonne sonore.
Questi infatti entrano a far parte in maniera decisiva e forte della narrazione e con altri linguaggi, diversi da quello verbale, descrivono parlano e rivelano tanti aspetti che sfuggono alle parole. Come ad esempio la canzone che accompagna il funerale immaginato di Rue, che sembra quasi essere una preghiera; o come quella più ironica e scherzosa che accompagna la scena dei ragazzi nello spogliatoio, nello spettacolo di Lexi, “I need a hero” di Bonnie Tyler. Quest’ultima, nell’Episodio 7 è infatti proprio l’esempio lampante e parlante di quanto quella canzone, inserita in quel preciso punto della storia e delle scene funga da messaggio sotteso e subliminale: la messa alla berlina del cliché della mascolinità così come tradizionalmente viene concepita.
I dettagli puntuali e azzeccati
È insieme divertente e imbarazzante vedere sullo schermo, quanto ancora siamo legati a queste immagini e queste idee antiche e retrograde e come quanto ancora spiazzino, in senso sia positivo che negativo. Per ciò che riguarda le ambientazioni e in generale gli elementi accessori e al contempo indispensabili non possiamo dimenticare la pioggia purificatrice dell’Episodio 6. Questa è infatti funzionale a veicolare il messaggio del tempo che scorre e delle trame che vengono riprese per essere congedate così come i personaggi. Insomma la Produzione si è dimostrata davvero attenta ai particolari, ai minimi dettagli che sono stati curati in maniera davvero fine ed elegante.
Non ci sentiamo mai annoiati, forse impauriti e spaventati da ciò che ancora (e di peggiore) potrà succedere, ma non di certo annoiati. Vediamo storie d’amore rompersi e riprendersi per poi interrompersi definitivamente, così come rapporti di amicizia. Vediamo una quattordicenne quasi in punto di morte, scegliere di rinunciare alla sua vita per paura di soffrire ancora e incapacità di dire addio per poi arrendersi al mondo e scegliere la vita, come direbbe Trainspotting. Conosciamo Elliot (Dominic Fike) impaurito, ma allo stesso tempo onesto e sincero, cercare di aiutare un’amica, a costo di perderla e dedicarle una dolce canzone.
Vediamo anche Maddy che nonostante voglia sempre apparire come la dura cazzuta, forse è l’unica ad avere dei sentimenti e un cuore aperto, che le viene puntualmente ferito dalle persone che le sono più vicine. Proprio Cassie ad esempio, che forse sale sul podio dei personaggi peggiori della Serie con Nate. Si comportano sempre peggio dimostrandosi personalità basse e meschine, ma per nature forse opposte. Uno per la sicurezza e la presunzione che ha di sé, l’altra invece per la paura di non essere amata, di rimanere sola forse e senza futuro. Cassie sembra quasi accontentarsi di un’amore che la fa sentire apprezzata perché è così che si sente realizzata, insicura ed impaurita della sua eterna fragilità.
Nate ci prova, ma personalmente non riesce a redimersi, neanche con il gesto sicuramente nobile ed importante, che compie nell’ottavo episodio. Sarebbe troppo semplice passarla liscia, vedremo quindi cosa ci regalerà la Terza Stagione. Vedremo, sperando, nella Terza anche cosa accadrà a Fezco, protagonista e “vittima” di una sparatoria all’altezza dei migliori film d’azione di Hollywood. Che dire giovani, la Seconda Stagione di Euphoria è giunta al termine e sperando di avervi allietato con le recensioni settimanali, vi invito a seguire la Pagina Ufficiale di Kaleidoverse e il Canale Telegram per non perdere ulteriori recensioni, news e aggiornamenti sulle ultime uscite del mondo del Cinema e delle Serie TV!