In una galassia lontana lontana, in realtà, l’horror non è mai morto per davvero. Il deludente terzo capitolo di Dead Space non è riuscito a chiudere un cerchio creato dall’intera origine del Marchio. Al momento, invece, con quel suo finale aperto, la serie di Visceral Games sembra aver preso la forma del Marchio stesso: una spirale biforcuta intrisa di sangue, dannazione ed eterno dolore. Mentre si aspetta un imminente ritorno in grande spolvero della (non più) defunta serie, si mostra in pompa magna The Callisto Protocol, il seguito spirituale del gioco preso in esame poc’anzi.
Si sa già da un annetto che quel pazzo di Glen Schofield, dopo la chiusura della sua Visceral Games, non si è dato per vinto per fondare la Striking Distance Studios, un nuova azienda con la quale continuare la sua filosofia orrorifica. Qui, infatti, lo stesso Glen vuole mostrare il rancore provato per la dipartita prematura del suo “bambino”, mostrando allo State of Play di giugno un tripudio di orrore e meraviglia. Basti accennare che la nuova creatura ostile di Glen Schofield è la perfetta sincronia di grandi cult del genere (da quello cinematografico a videoludico), e lo fa dannatamente bene.
La Sofferenza
The Callisto Protocol è ambientato in un futuro poco remoto a Callisto, uno dei quattro reali satelliti di Giove. Per essere più fedeli alla realtà, i ragazzi di Striking Distance Studios hanno creato l’atmosfera esterna gelida e tempestosa (con il classico “fulmine” a illuminare il paesaggio). Oltre che essere una mera scelta stilistica, questa è dovuta anche alla tenue ionosfera di Callisto; esso è composto perlopiù da anidride carbonica e probabilmente ossigeno (si ipotizzano anche tracce di idrogeno), che potrebbero far produrre frequenti scariche elettriche.
All’interno della (così chiamata) “Luna Morta”, vi è un penitenziario dove vive attualmente il protagonista della vicenda. Tutto ciò che il prigioniero ha compiuto in passato deve essere cancellato, per poi doversi far strada nella gattabuia spaziale affrontando i demoni (sia interni che esterni) per ritornare libero e in pace con se stesso. Anche in questo caso, la scelta della prigione non è solo coincidenza: chi ha vissuto la sesta generazione di console, si ricorderà sicuramente di The Suffering, il bistrattato titolo di Surreal Software (soprattutto in Italia per via del suo doppiaggio poco credibile).
Quest’ultimo si addentrava nei ricordi più remoti del protagonista, e trovava nei suoi boss (o nei nemici maggiori) un pretesto per sviscerare la psiche del prigioniero. Questa scelta narrativa nel nuovo titolo di Glen Schofield potrebbe non sorprendere più di tanto, ma The Callisto Protocol sembra voler prendere suddetto concetto e modellarlo col suo stile. Il gioco vuole fermamente creare puro disagio come il suo predecessore spirituale: anche una singola minuzia potrebbe risultare ostile e, proprio come in un vero carcere, ognuno può essere un nemico o alleato per un proprio tornaconto.
Meravigliosamente terribile
Graficamente parlando, The Callisto Protocol risulta quasi ineccepibile di primo impatto, con picchi di realismo visti solo in The Last of Us Parte 2. Nonostante la grafica possa trarre in inganno, mostrandola al giocatore come specchietto per le allodole, l’atmosfera e il gameplay confermano la validità del progetto degli Striking Distance Studios. Essa prende tutti i valori positivi di Dead Space e li ingigantisce, mostrando al pubblico quanto ci si possa ancora spaventare dopo anni e anni di horror di ogni genere.
In Callisto si avverte subito la pressione e la tensione di un luogo lontano anni luce dalla propria dimora. La lontana minaccia aliena presente nel gioco è tanto papabile quanto il silente e marcato pericolo più vicino: l’uomo. Anche in questo caso, l’essere umano avrà un proprio ruolo chiave nelle vicende dello sventurato latitante, costantemente minacciato da (si ipotizza) una guardia carceraria per raggiungere una certa rinascita. Rinascita che, a sua volta, sembra collegarsi alle creature aliene accennate poc’anzi.
Queste creature “minori” si presentano molto diverse dai famosi necromorfi, bensì a grandi linee somiglianti ai clicker del sopracitato The Last of Us. Vi sono anche accenni ad altri mostri come quelli visti nella trilogia di Isaac Clarke, ma l’approccio sarà completamente diverso. Niente tuta protettiva (a parte qualche eccezione), né lama al plasma e via dicendo. Adesso si dà spazio a una divisa carceraria e mani nude (anche se in vostro aiuto ci sarà un manganello elettrico e una pistola laser). Proprio come decantava un classico dell’orrore anni ’80, “nello spazio nessuno può sentirti urlare“: Glen Schofield lo sa e ci spinge su l’acceleratore.
In conclusione
Come già spiegato in precedenza, The Callisto Protocol è la perfetta rappresentazione di fan service verso il fruitore più puro del genere horror. Prende The Suffering e lo riveste di tutto il meglio in Dead Space, lo cosparge di un po’ di atmosfera alla Alien e con un pizzico di La Cosa di Carpenter. Il risultato, di primo impatto, sembra di un esperimento ben riuscito nell’incutere terrore tramite l’alienazione, la prigionia e la solitudine. Il trailer di gioco, oltre ad allietare i palati dei fan del genere, sta lanciando un forte segnale di avvertimento verso coloro che sono riusciti a seppellire la sua saga.
Glen Schofield, non sta cercando solo di creare il capitolo conclusivo mai nato della sua saga principe, ma qualcosa di più tetro e più cattivo di quanto quest’ultima ci ha abituato. In quel trailer c’è senso di rivalsa e di vendetta da parte dello stesso Schofield, dopo il torto subito alla sua compianta Visceral Games. The Callisto Protocol è paura e azione, è isolamento e cruenza, e l’insieme di tutti questi fattori potrebbe renderlo uno dei migliori horror degli ultimi anni. Dopo un Dead Space divenuto già cult, il “nuovo” Schofield vorrebbe riprendersi il trono dell’orrore videoludico col coltello tra i denti, ed ha tutte le carte in regola per farlo.
Per riassumere il tutto, The Callisto Protocol ha buttato già troppa carne al fuoco in soli due minuti di gameplay, aspettiamoci tanta crudezza, sangue da versare e sicuramente tanta creatività nel far morire il protagonista nei modi più disparati. Il gioco uscirà ufficialmente il 2 dicembre 2022, e noi di Kaleidoverse.it non potremmo che esserne più entusiasti. Nel frattempo, seguiteci nei nostri vari canali mentre noi continueremo a darvi notizie e ulteriori aggiornamenti riguardanti questo primo titolo di Striking Distance Studios.