First Kill è una serie statunitense che prende vita dal racconto di V. E. Schwab, presente nell’antologia Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite. La storia ricorda serie come Twilight e Teen Wolf, e anche in questo caso troviamo un amore tormentato fare a capo delle vicende, ovvero quello tra Juliette la vampira e Calliope l’ammazza-mostri. Le due ragazze si trovano nel fiore degli anni e si conoscono proprio quando cominciano i primi amori adolescenziali, il loro però sembra essere molto di più che una semplice sbandata. Nonostante le avversità le due eroine diametralmente opposte decidono di perseguire assieme la loro strada, mettendosi contro la famiglia, la società e il mondo intero che le vede destinate a dividersi.
In primo piano vediamo la famiglia Fairmont appartenente all’alta società di Savannah, sono ricchi e di successo, ma nascondono un segreto: sono vampiri originari discendenti di Lilith, la prima compagna di Adamo. Juliette, la più piccola della casa, si trova in un periodo difficile, poiché sta arrivando il momento di diventare una vampira adulta e compiere la sua prima uccisione. La seconda famiglia che fa capo a questa storia è quella di Calliope Burns, una ragazza solitaria che gira di città in città, poiché la sua famiglia ha il compito di cacciare i mostri. Calliope, infatti, insieme alla sua famiglia fa parte della Gilda dei Guardiani, un’associazione che ha lo scopo di localizzare e sterminare i mostri. Anche lei si sta preparando alla vita da cacciatrice e per poterlo fare dovrà eseguire la prima uccisione di un mostro. Le cose si complicano quando le due ragazze si incontrano e cominciano a provare qualcosa l’una per l’altra, portando numerosi problemi sia tra i vampiri che nella Gilda.
Il mostro è nello specchio
Fin dai primi attimi di First Kill capiamo come non tutti i mostri di questa storia siano malvagi così come si crede, anzi, anche loro hanno dei sentimenti simili a quelli degli umani. In particolare vediamo Juliette che accetta con molta difficoltà la sua natura; la ragazza infatti non vorrebbe uccidere per nutrirsi ma questo le porta ad avere molti problemi di salute. La sua natura la rende automaticamente un nemico dell’uomo e questo le crea un peso enorme, poiché vive la sua vita fingendo di essere un’umana come gli altri ed è inesorabilmente legata a quel mondo. A prova di ciò c’è il suo migliore amico Ben che è un ragazzo umano, al quale non può rivelare chi è veramente nonostante si conoscano fin dall’infanzia. Detto ciò, durante la visione della serie è inevitabile che lo spettatore si renda conto che il nemico non è sempre chi viene definito tale.
Vedendo i punti di vista delle due famiglie ci rendiamo conto che alle volte gli stessi ammazza mostri possono rappresentare la minaccia, questo perché sia i vampiri che gli umani vivono la loro quotidianità percorrendo la vita secondo i principi che si ritrovano attribuiti alla nascita. Basterebbe pensare a come si comporta l’uomo con il mondo animale: anche noi ci cibiamo delle carni di esseri viventi, i quali se fossero capaci di parlare si comporterebbero proprio come un gruppo di uomini rinchiusi e soggiogati. Quello che permette di dividere il mostro dall’uomo non è più la sua natura, ma il suo modo di fare, quindi tutti possono essere dei mostri non serve più avere dei canini o delle zanne. La domanda si pone di conseguenza: sei quello che nasci o quello che diventi? È guardandosi allo specchio che si può capire chi è il vero mostro.
Il matriarcato
First Kill pone l’attenzione sulla figura femminile, la donna non segue il marito che compie decisioni per la famiglia e quindi non cerca di affermare la sua presenza. Sono le donne a prendere il potere, a gestire le famiglie e comandare. Questo aspetto si rivede sia a livello di trama che nella quotidianità dei personaggi, quindi gli autori della storia non solo hanno voluto creare un sistema che vede le donne a capo, ma hanno anche lasciato spazio ai personaggi femminili per vederli come dei veri e propri protagonisti della storia.
Un primo esempio lo abbiamo con le due protagoniste Juliette e Calliope, le due ragazze ci mostrano il lato queer della storia, ma non vengono oggettificate e tirate in ballo solo per attirare l’attenzione. Esse si presentano come una coppia normalissima che vive il proprio amore. Vediamo Margot e Talia, le madri delle ragazze, scontrarsi fin dal primo momento e mostrare la loro presenza fondamentale per le figlie e la famiglia. Nel caso di Talia vedremo anche quanto le sue parole vengano considerate nell’ambito delle missioni, sia da parte del marito che dei figli. Avremo anche una controparte di rivoluzionarie le “MAAAM“, un gruppo di donne e madri con l’irrefrenabile voglia di cacciare via i mostri da Savannah.
Il destino dettato dall’amore
“Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l’amore che dura fa così.”
– William Shakespeare
Shakespeare viene ampiamente citato durante il corso della storia, in particolare viene posta l’attenzione sulla visione dell’amore. Il drammaturgo riteneva che bisognasse amare con moderazione, questo perché quando l’amore ti coinvolge totalmente può portarti a fare decisioni avventate che non faresti normalmente. Juliette, però, aggiunge che l’amore non è così semplice da controllare, quindi il destino che lega due persone verrà sempre a galla. Sarà inevitabile per le due ragazze continuare a correre verso il loro amore, si metteranno contro tutti lasciandosi travolgere fino alla fine.
L’amore a volte può trasformarsi anche in odio e questo in First Kill lo vediamo con il personaggio di Oliver, il fratello maggiore di Juliette. A causa di incomprensioni e malintesi Oliver viene considerato uno squilibrato, questo lo porta a desiderare l’amore dei suoi genitori che non lo considerano. Il ragazzo deciderà di usare la forza del suo odio nato dall’amore, per scontrarsi con il suo destino e cambiarlo. Quindi l’amore sarà la forza trainante per il cambiamento di molti personaggi, i quali non si arrenderanno tanto facilmente al loro destino.
Le nostre conclusioni su First Kill
First Kill si presenta lineare, senza troppi colpi di scena e più cruda del previsto in alcune scene che danno un contorno splatter alla vicenda. Gli effetti speciali in alcuni casi non sono dei migliori, ma risultano congruenti a questa tipologia di serie. I personaggi presentano personalità interessanti, ma in certi versi stereotipati e prevedibili. La storia risulta interessante maggiormente nell’aspetto delle relazioni tra i personaggi, piuttosto che per le vicende. Il messaggio principale che vuole trasmettere e con cui ci lascia alla fine è una citazione di Nietzsche: “Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro“. È inevitabile dire che più si va avanti e più il concetto di giusto e sbagliato raggiunge una zona grigia, di difficile interpretazione. Cosa ne pensate? Seguiteci su Kaleidoverse e iscrivetevi al nostro canale Telegram per rimanere aggiornati su tutte le notizie più recenti
First Kill è una serie che ci mostra come i mostri non sempre hanno delle zanne o dei canini, basta anche una parola o gesto a renderti il vero mostro. Chiunque deve ricordarsi che combattendo il nemico non bisogna ricadere nei suoi stessi errori, bisognerebbe esaminare prima la propria coscienza per poter giudicare gli altri. Una storia che mette al centro la figura femminile che si mostra capace di dirigere e dare ordini, senza il bisogno di un riscontro maschile, ma che allo stesso tempo si lascia guidare dall'amore. I personaggi della storia, nonostante il destino attribuito sin dalla nascita, non si arrenderanno facilmente e continueranno a lottare per virare verso la strada che preferiscono raggiungere più di tutte.