Devolver Digital è rinomata per le sue curiose scelte di investimento che, per quanto peculiari, hanno sempre avuto un riscontro estremamente positivo con il pubblico, il quale ha potuto apprezzare capolavori di sviluppatori emergenti che hanno dimostrato il loro amore per l’industria videoludica. Grazie al publisher indipendente non molto tempo fa abbiamo potuto apprezzare Inscryption di Daniel Mullins, il quale ha dato molto di più che un semplice gioco di carte, oppure Hotline Miami, titolo ormai di culto per molti giocatori. Questa volta Devolver ci sorprende con Cult of the Lamb, sviluppato da Massive Monster, un’opera che nella sua adorabile estetica ci permetterà di plasmare le menti dei nostri piccoli e teneri seguaci che ci daranno la forza necessaria per imporci come l’unico vero culto.
Sic Parvis Magna
Nell’antichità, l’agnello era l’animale prediletto come dono per le divinità. La docile e indifesa creatura non opponeva resistenza verso i suoi esecutori, abbandonandosi al proprio destino. Eppure, il nostro piccolo agnello protagonista è riuscito a riscrivere il suo destino (grazie anche a un piccolo aiuto “divino”). Bardato di nuovi poteri donati da una divinità extraplanare, l’animale si libererà dalle catene imposte su di lui dai quattro arcivescovi che lo avevano portato al patibolo, sfidandoli per affermarsi come unica vera divinità. Basi semplici sulla quale viene costruita una storia altrettanto semplice e senza troppe pretese, Cult of The Lamb cerca di mantenere intrattenuto il giocatore con una narrativa portata avanti da piccoli eventi e criptiche frasi di alcuni personaggi che incontreremo durante i nostri viaggi; tutto ciò tristemente viene facilmente messo in ombra dal resto del gioco che si dimostra estremamente piacevole su molti aspetti, ma sulla quale potrebbe migliorare per altri.
Uno di questi aspetti è l’estetica generale del gioco che risulta colorata, morbida e adorabile. Apparentemente una scelta che andrebbe in contrasto con le tematiche del gioco, eppur cosi ben eseguita dalle sapienti mani di @ArtJimp, il quale con il suo stile è riuscito a far coincidere azione e narrativa donando al gioco uno stile unico e accattivante che si rispecchia anche nei quattro biomi che potremo esplorare, ognuno tematizzato per rispecchiare l’arcivescovo a controllo di quella zona.
Per Aspera Ad Astra
Siamo la divinità di noi stessi, ma una divinità non è tale se non ha seguaci, e le terre che esploreremo saranno pullulanti di anime perdute in bisogno di una guida salda e affidabile. La creazione di un culto non solo comporta il raggruppare il proprio gregge, ma anche il dover indire sermoni, dottrine e condurre rituali il tutto puntato a rafforzare la fede dei nostri credenti. Su questo frangente Cult of the Lamb non si fa mancare davvero nulla. Durante la creazione ed evoluzione del nostro piccolo culto potremo avere la possibilità di indire sermoni che ci permetteranno di raccogliere la devozione del nostro gregge, permettendoci di sbloccare nuove abilità e armi che ci renderanno temibili agli avversari durante le nostre crociate.
Semmai i nostri credenti cominciassero ad avere dubbi dei vostri poteri divini e a spargere falsità sul vostro nome potrete indire rituali che risaneranno il vostro credo, come grandi banchetti, danze sacre… o sacrifici carnali: la scelta sarà solo vostra. La possibilità di indire questi eventi e la loro varietà donano al titolo una piacevole aura da gestionale, seppur non ancora abbastanza approfondita per essere messo come rivale ad alcuni titoli simili nel genere. Tuttavia c’è da rimarcare che l’ampia gamma di possibilità di personalizzazione della propria base di culto lo rendono particolarmente rilassante, permettendoci di abbandonare momentaneamente le nostre crociate e goderci del sano relax nel decorare il nostro luogo sacro. La mia personale esperienza riguardo quest’ultimo frangente: ho trovato particolarmente esilarante il poter ricreare usanze, costumi e rituali del villaggio di Hårga da Midsommar. La possibilità di sacrificare i membri anziani del culto e guadagnarne un ammontare superiore di fede e devozione è una attuale possibilità permessa dalle dottrine che potremo scegliere con l’avanzare del gioco e del nostro culto. Un esperienza che rasenta il macabro e l’esilarante.
Acta Sanctorum
Da leader del culto dovremo dimostrare ai nostri credenti di essere capaci di difenderci dalle falsità degli arcivescovi, e cosa c’è di meglio se non indire una crociata per difendere il buon nome della propria setta? Per affermare la nostra supremazia su queste terre sacre potremo sfidare le orde di cultisti mandate dagli arcivescovi per fermare la nostra ineluttabile salita al potere. Che siano colpi di spada o possenti schianti di martello, avremo una discreta varietà di armi tra cui scegliere, ognuna con metodi diversi di uso e adatte a diverse situazioni, e grazie alla corona sul nostro capo, segno della nostra divinità, potremo sfruttare potenti maledizioni per decimare i nostri avversari. Questa effettiva componente rogue-like di Cult of The Lamb è inizialmente molto intrigante e incredibilmente dinamica, e ad alcuni potrebbe anche riportare alla mente il celebre “The Binding of Isaac” di Edmund McMillen, tuttavia è ancora ben lontano per essere ricco come quest’ultimo. Eventualmente la sensazione di varietà andrà a scemare in quanto tra le molteplici crociate che andremo a combattere, molte si sentiranno le stesse proprio a causa della scarsa varietà di stanze o di equipaggiamenti che potremo avere.
Per sopperire, seppur per breve tempo, a questa carenza di varietà sarà possibile sbloccare variazioni delle armi che potremo sfruttare, donando a esse delle proprietà che potrebbero dare un vantaggio in determinate zone o essere particolarmente sinergiche con alcune dei potenziamenti passivi che potremo trovare. Molto spesso durante i nostri viaggi potremo trovare un curioso cartomante che leggerà il vostro futuro tramite i tarocchi. Queste carte saranno un prezioso aiuto nelle crociate in quanto forniranno bonus passivi di vario genere che vi saranno di supporto durante le crociate; e semmai vi trovaste in difficoltà, grazie al cerchio demoniaco che potrete costruire nel vostro villaggio potrete portare con voi fino a tre seguaci trasformandoli in demoni che vi daranno supporto attivo, fornendovi cure o attaccando i nemici dalla distanza per voi, tuttavia ciò non sopperisce alla ancor grave carenza di varietà e combinazioni possibili.
Le nostre conclusioni su Cult of The Lamb
Se si dovesse fare un paragone sommario ma calzante, Cult of The Lamb è identificabile come un buon vino: Buono com’è per la sua giovinezza, ma che può sbocciare in un gran numero di sapori e profumi nuovi con l’avanzare del tempo. Allo stato attuale il gioco è divertente, cattura per il suo stile adorabile e a dir poco unico e sa intrattenere sia sul lato gestionale che sul fronte rogue-like; tuttavia c’è ancora abbondante spazio per aggiunte e migliorie in quanto di per se il gioco è completabile in poco meno di 20 ore, compreso il tempo speso a decorare la propria base e renderla gradevole all’occhio. Il titolo è già a un ottimo punto in quanto contenuto, e Massive Monster sta già dimostrando il suo immenso supporto al titolo con aggiornamenti e patch giornaliere che eventualmente diventeranno contenuti aggiuntivi appena il titolo sarà ufficialmente stabile su tutti i fronti. Lode al grande agnello! Seguiteci su Kaleidoverse per tante altre news, recensioni, guide e rubriche, e tenetevi sempre aggiornati con i nostri canali Telegram e Youtube per tutte le ultime notizie dal mondo del cinema, videogiochi e serie tv.
Cult of the Lamb è una promessa di divertimento che Massive Monster insieme a Devolver Digital sono riusciti a mantenere. L'esecuzione della componente gestionale è perfettamente eseguita ed accompagnata da uno stile adorabile e piacevole all'occhio, di controparte seppur in una buona posizione, la parte rogue-like del gioco ha ampio spazio di miglioria che verrà messa a lustro con il tempo.