Avete presente la storia di Meg, Jo, Beth e Amy? Ambientata negli Stati Uniti durante il periodo della Guerra Civile Americana? Ecco… dimenticatela. La divisione coreana di Netflix è pronta a sconvolgerci di nuovo. Dopo Squid Game e molti altri prodotti arriva Piccole Donne, con gli episodi 1 e 2 (maggiori dettagli in questa recensione). Ebbene sì, il titolo omonimo non è casuale, le vicende della serie riguardano Oh Injoo, Oh Inkyung e Oh Inhye, tre sorelle, figlie di un padre assente e di una madre negligente. Le giovani devono ripagare i debiti lasciati dal padre e vivono una vita tutt’altro che agiata.
Gli episodi arriveranno settimanalmente sulla piattaforma ogni sabato. Per ora sono disponibili dall’8 ottobre le prime due parti delle 12 totali. La serie, diretta da Kim Hee won (Vincenzo), vuole mostrare la realtà quotidiana di molti cittadini coreani prendendo ispirazione dai romanzi dell’Ottocento di Luisa May Alcott. La sceneggiatrice Chung Seo Kyung si è infatti proprio chiesta cosa sarebbe successo se le sorelle di Piccole Donne fossero vissute in Corea. Noi di Kaleidoverse.it abbiamo guardato i primi episodi di questo prodotto, per ora disponibile in coreano sottotitolato in italiano, e siamo qui con voi a parlarne senza spoiler.
Un take originale
Non è facile creare nuovi prodotti ormai. Nell’era dei reboot, remake, sequel e prequel è davvero complicato riuscire a trovare film o serie tv sorprendenti. Non solo, ma è anche complicato trovare reboot e remake rispettosi del materiale originale. C’è tuttavia un territorio molto meno esplorato, ovvero quella fetta di prodotti che si ispirano effettivamente a materiale già esistente ma non vogliono in alcun modo essere simili o ricalcare quanto già scritto. Tra questi, ad esempio, vi sono Elementary, take moderno di Sherlock Holmes, Il diario di Bridget Jones, versione contemporanea di Orgoglio e Pregiudizio o anche Ragazze a Beverly Hills (in originale: Clueless), adattamento di Emma, sempre di Jane Austen.
Ebbene, questi film o serie che non tutti sanno essere basati su romanzi e storie famose, sono molto più amati dal pubblico rispetto ad altre versioni degli stessi romanzi. Spesso, infatti, vengono creati prodotti ambientati nell’epoca giusta ma non abbastanza simili al materiale originale, come ad esempio è successo a Persuasione, sempre di Netflix, uscito lo scorso luglio. Ne deriva quindi un film simile al materiale originale ma non abbastanza. Questi take moderni, invece, fanno sorridere per gli occhiolini ai libri e romanzi da cui vengono ma incuriosiscono lo spettatore in quanto versioni nuove e inaspettate. Piccole Donne di Netflix è esattamente questo. Si percepisce quale personaggio sia chi e il legame stretto che unisce le sorelle, tuttavia la trama è totalmente nuova, sorprendente e molto… intrigante.
Intrighi e piccoli rimandi ai romanzi originali
Vi sareste mai aspettati di vedere una versione delle sorelle March nel bel mezzo di un’indagine per omicidio? In questa serie avviene esattamente questo. Non tutte le sorelle sono interessate al delitto e c’è chi indaga su una cosa e chi su altro. Di certo c’è che, a prescindere dal fatto che la serie sia lontanamente basata su Piccole Donne, è rimasto poco del materiale originale… e va bene così. Ogni personaggio ha una sua ben delineata storia, personalità e scopo nella serie, o almeno così sembra.
La maggiore e divorziata Oh Injoo è molto protettiva con le sorelle e succube di prese in giro di colleghe sul posto di lavoro, le quali la giudicano perché povera. La molto passionale e giornalista di talento Oh Inkyung è alle prese con inchieste inquietanti e molto misteriose per la testata per la quale lavora. Nel frattempo cerca di riallacciare i rapporti con l’orribile e ricca zia, oltre che a superare una dipendenza dall’alcol. La piccola Oh Inhye, invece, è ancora a scuola e ama la pittura. Ad ora, non si è fatto il nome di un’eventuale quarta sorella (sembrerebbe mancare all’appello la controparte di Beth) ma non è detto che venga aggiunta alla trama. Di sottofondo, tuttavia, vi è un particolare e misterioso delitto, oltre a quelli dell’inchiesta di Oh Inkyung, la Jo della serie.
Le nostre conclusioni su Piccole Donne episodi 1 e 2
Questa serie è molto intrigante e sorprendente. Non vuole in nessun modo essere simile al materiale originale, ma è giusto così. Non è una riproduzione pedissequa delle ambientazioni, dei personaggi e delle vicende accompagnata da scene “contemporanee” e visioni moderne su vicende di un romanzo di duecento anni fa. È una serie totalmente a se stante che fa concentrare lo spettatore sui misteri nati durante le varie vicende e di quando in quando fa l’occhiolino ai personaggi dei libri di Louisa May Alcott. Questo take contemporaneo e tanto diverso è una ventata di aria fresca dopo il flop di Persuasione e la serie su Sissi L’imperatrice, che non sta incontrando un ottimo riscontro dal pubblico.
Ci sono ancora dieci episodi da vedere, che usciranno a cadenza settimanale nei prossimi due mesi e mezzo. È perciò ancora presto per poter dare un giudizio completo su Piccole Donne di Netflix. Per ora, tuttavia, siamo positivamente sorpresi e interessati a scoprire cosa accadrà prossimamente. Chissà cosa verrà mantenuto dai romanzi e cosa no. Sembrano essere già presenti anche il Signor Brooke e Laurie in versione coreana, ma chissà che invece non siano altri personaggi originali o che magari sembrano chi non sono. Bisogna solo attendere le prossime settimane e continuare a guardare questa nuova serie. Se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei manga, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse.