Ottobre ha segnato il grande e atteso ritorno di Bleach, rispuntato dai meandri polverosi degli anime che hanno segnato gli anni 2000. La nuova stagione, dedicata interamente all’ultimo arco del manga – La Sanguinosa Guerra dei Mille Anni – ha dato il pretesto giusto a noi di Kaleidoverse per regalarvi, nel corso delle ultime settimane, piccoli approfondimenti che volevano essere un po’ un viaggio nei ricordi e un po’ un utile riassunto, sia per i vecchi fan ormai andati oltre la lunga storia di Ichigo Kurosaki, sia per chi li ha scritti (rinfrescarsi la memoria è sempre un utile esercizio).
L’ultimo articolo pubblicato riguardava la saga del Fullbring (anche se troppo breve per essere definita effettivamente una saga). Avremmo potuto considerare l’idea di fermarci lì, prendere i pop corn e andare a guardare i nuovi episodi. Non potevamo però salutare il passato senza parlare prima di una fetta abbastanza cospicua dell’anime: gli archi filler. Si tratta di tutti quei blocchi di episodi creati appositamente per dare a Tite Kubo il tempo di ideare nuovi capitoli e sviluppare la trama. Oltre a questi, poi, non potevamo certo lasciare indietro i film (esatto, proprio loro), vere e proprie perle… non canoniche, ahimè.
L’arco dei Bount (2006)
L’arco dei Bount si situa direttamente dopo quello della Soul Society, che si era concluso con il ritorno a casa di Ichigo. Tutto ritorna alla normalità… ma per poco. Urahara, infatti, trova subito qualcosa da fare al nostro magico team: occuparsi della minaccia dei Bount, esseri umani che riescono a restare immortali assorbendo anime. Tre MOD soul (esseri uguali a Kon) – Ririn, Kurōdo e Noba – aiutano i nostri in questa nuova situazione. Le tre anime, comodamente stipate in tre pupazzi (proprio come Kon) vengono suddivise fra Ichigo, Chad e Orihime.
Così inizia la ricerca dei Bount, che fin da subito vede Ichigo scontrarsi con uno di loro, Yoshino Sōma, il quale ha anche la meglio. Se non fosse intervenuta Rukia (ritornata a sorpresa), si sarebbe messa male per Ichigo. Il nostro protagonista deve poi vedersela anche contro un altro nemico, Ryō Utagawa, che rapisce Ishida e scompare. Il Quincy verrà salvato poi da Yoshino, che rivela l’importanza di un Quincy nei misteriosi piani dei Bount. Lasciato all’ospedale Ishida sarà nuovamente attaccato dai gemelli Bount Hō e Ban, che saranno eliminati da Ganju e Hanatarō.
Nella Soul Society il Gotei 13 è in fermento proprio a causa di questa nuova minaccia (una cosa che sanno fare molto bene). Mentre gli shinigami si mettono a fare ricerche sui Bount, Ichigo e la sua squadra riescono a localizzare la loro base operativa. Si scontrano nuovamente con Utagawa, che tradisce il suo capo (Jin Kariya) e muore. Anche Kariya non resta con le mani in mano, liberandosi con una certa facilità di Ichigo, che dopo questo scontro finito male si deprime. Mentre Renji e Ganju si impegnano a sollevargli il morale, Kariya elimina anche Yoshino e riesce a realizzare il Bitto.
Il Bitto è uno strumento che cattura le anime dei vivi e le concentra così da poter poi potenziare i Bount. Dopo una serie di scontri in giro per Karakura i nostri antagonisti aprono un portale per la Soul Society. Riescono ad attraversarlo grazie a Ishida, che scocca una freccia proprio nell’apertura. Il Quincy è infatti convinto che sarà più facile eliminarli nel mondo delle anime che in quello dei vivi. In questo modo si conclude la prima parte della storia dei Bount. La seconda parte vi aspetta sotto, ma prima di capire come si conclude questa storia vi lasciamo al primo film: Bleach – Memories of Nobody.
Bleach: Memories of Nobody (2006)
Il primo film di Bleach vede Ichigo e Rukia alle prese con una shinigami misteriosa di nome Senna. La ragazza non sembra voler collaborare con loro quando compaiono di fronte a loro degli strani spiriti che lei elimina. A questo punto la coppia si divide: Ichigo insegue Senna mentre Rukia torna nella Soul Society alla ricerca di risposte. Questa separazione si rivela fruttuosa. Glli strani spiriti che hanno visto si chiamano Blank: sono anime che non ricordano niente, perse tra il mondo dei vivi e la Soul Society. I loro ricordi perduti fusi insieme formano lo Shinenju, un’entità che si manifesta proprio nel mondo dei vivi.
Queste anime risiedono nella Valle delle Urla, uno spazio intermedio fra Soul Society e mondo dei vivi. Per qualche strana ragione, però, sta entrando in collisione con entrambi i mondi. I nostri, insieme a Urahara, ci ragionano su e arrivano alla conclusione che il motivo per cui ciò sta accadendo è che qualcuno vuole ottenere lo Shinenju, così gli shinigami si stanziano per cercarlo. E indovinate un po’? Esatto: lo Shinenju è Senna, che non riesce a liberarsi dei Blank proprio per questo motivo. A Ichigo, comunque, non importa: Senna è, per lui, una persona, non un semplice ammasso di ricordi. Peccato che gli Oscuri, un gruppo di anime esiliate, non la pensino come lui.
Gli Oscuri arrivano in cerca di vendetta per il passato e rapiscono Senna, portandola nella Valle delle Urla. Là la collegano a un apparecchio che può distruggere la Valle, causando una collisione distruttiva tra mondo dei vivi e Soul Society. Rukia informa il Gotei 13, che però decide di distruggere l’intera Valle per impedire il peggio, ignorando la presenza di Senna lì… e anche quella di Ichigo e di un gruppo di shinigami partiti per salvarla. Yamamoto poi cambia idea e decide di aspettare prima di distruggere la Valle, per dare modo agli shinigami di andarsene. Così gli shinigami riescono a sconfiggere gli Oscuri, mentre Senna si sacrifica per impedire l’apocalisse.
Indebolita dal gesto, chiede a Ichigo di farsi portare al cimitero dove è convinta che ci sia la sua lapide (anche se in realtà non è la sua, ma quella di un Blank di cui lei vede i ricordi). Ichigo la asseconda, e Senna muore felice. Il problema è che, per uno strano scherzo del destino, tutti i ricordi che riguardano Senna svaniscono con lei. Il film quindi finisce con un ritorno alla normalità, anche se nella scena post-credits Ichigo vede fluttuargli davanti un nastro rosso (proprio uguale a quello che lui aveva comprato a Senna) e gli pare addirittura di scorgerla tra la folla. Felice, il ragazzo decide di tenere per sé quell’avvistamento.
I Bount invadono la Soul Society (2006-07)
Terminata la pausa cinematografica, torniamo a interessarci ai Bount, che hanno invaso la Soul Society dove, a discapito di quello che credeva Ishida, sono decisamente più potenti, perché i Bount non sono in grado soltanto di assorbire le anime, ma il reishi in generale. E si dà il caso che tutto ciò che forma la Soul Society sia fatto di reishi (le case, le persone, il terreno stesso). Mentre gli antagonisti si spargono in giro rapidamente, Ichigo e la sua squadra si accampano a casa di Kukkaku. Inoltre, uno shinigami disertore, Maki Ichinose, contribuisce a creare scompiglio nel Seireitei a favore dei Bount grazie alla sua particolare abilità: è in grado di rendersi invisibile.
Jin vuole distruggere il Seireitei, ma il Gotei 13 ovviamente non resta a guardare. Rimasto solo, il Bount ha uno scontro all’ultimo sangue con Ichigo, che lo sconfigge e lo guarda disintegrarsi. Alla fine dell’arco scopriamo che Jin non era però l’ultimo Bount: Hitsugaya ne aveva intrappolato un altro nel ghiaccio (Gō Koga) che, scongelato e messo di fronte alla verità, chiede scusa per tutto quello che i Bount hanno fatto e decide di restare insieme a Ran’Tao, shinigami che per prima aveva riconosciuto la loro esistenza e aveva empatizzato con loro.
Bleach: The DiamondDust Rebellion (2007)
Il secondo film di Bleach ha per protagonista il capitano della decima divisione, Tōshirō Hitsugaya. Lui, insieme a Matsumoto e a qualche altro membro della sua divisione, sta scortando un raro artefatto, il Sigillo del Re, quando vengono attaccati e il manufatto viene rubato da Sōjirō Kusaka (shinigami) e due ragazze, Ying e Yang. Hitsugaya intercetta il ladro e lo segue, ma questo non impedisce al Gotei 13 di accusarlo di tradimento e di furto e di mettere ai domiciliari la sua intera squadra. Nel frattempo, Ichigo viene a sapere l’accaduto e trova Hitsugaya, che perde i sensi. Il ragazzo lo porta a casa sua, dove verranno attaccati da Ying e Yang.
Ichigo le respinge, mentre il capitano scappa e si dà alla macchia. A rinforzare i sospetti del Gotei (che appena sente puzza di reato preferisce eliminare alla radice il problema invece di investigare) Kusaka riappare e attacca uno dei capitani del Seireitei usando – udite udite – Hyōrinmaru, la zanpakutō di Hitsugaya (o almeno, una perfettamente uguale). A quel punto Hitsugaya diventa il ricercato numero uno e viene anche messa in cantiere la sua esecuzione. Durante la sua latitanza Hitsugaya riesce comunque a trovare Kusaka, e qui abbiamo una rivelazione: secoli prima, entrambi manifestarono la stessa zanpakutō, cosa proibita nella Soul Society.
A causa di questo divieto i due vennero costretti a sfidarsi in un duello mortale, dal quale emerse vincitore proprio Hitsugaya, perché Kusaka non riusciva nemmeno a contemplare l’esistenza di un altro padrone per Hyōrinmaru e attaccò per primo. Giustiziato, si risvegliò nello Hueco Mundo come Hollow. Lì seppe del Sigillo del Re, oggetto in grado di manipolare il tempo, lo spazio e la materia, e iniziò a pianificare la sua vendetta. Ed è proprio usando il Sigillo del Re che Kusaka teletrasporta lui e l’avversario nella Soul Society, dove vengono attaccati dagli shinigami mentre Ichigo cerca di aiutare Hitsugaya. Kusaka, a quel punto, si trasforma in un enorme drago di ghiaccio.
Privo di autocontrollo sufficiente a gestire la sua nuova forma Kusaka rischia seriamente di distruggere la Soul Society. E, mentre tutt’intorno imperversano anche gli Hollow (che non fanno mai male per tenere occupati) ha luogo il duello decisivo, che vede – di nuovo – Hitsugaya vincitore e Kusaka… morto, impalato. Il capitano viene finalmente assolto da tutte le accuse e il Sigillo del Re viene completamente recuperato. Nella scena post-credits Hitsugaya, insieme a Matsumoto, visita la tomba di Kusaka.
L’arco del nuovo capitano Shūsuke Amagai (2008)
Esaminato anche il secondo film, ecco un altro arco filler dell’anime, che si situa più o meno a metà della lunga saga dedicata agli Arrancar. Nella Soul Society, infatti, si è insediato il nuovo capitano della terza divisione (visto che Ichimaru ha tradito tutti e se n’è andato con Aizen). È così che facciamo la conoscenza di Shūsuke Amagai, uomo molto alla mano che si ritrova fin da subito molto impegnato. Più o meno nello stesso periodo nel mondo dei vivi fanno la loro comparsa la principessa Rurichiyo Kasumiōji e le sue guardie del corpo Kenryū ed Enryū, che si insinuano nella quotidianità di Ichigo e che sono braccati da assassini potenti e con strane zanpakutō.
In breve: la principessa viene rapita a causa del suo fidanzamento, e ben presto Amagai si ritrova coinvolto come alleato di Ichigo e Rukia in un insieme di intrighi politici e tradimenti. Ci sono molti nemici da affrontare, i membri del Gotei sono confusi. E, come se non bastasse, alla fine si scopre che la mente malefica dietro il rapimento della principessa è Amagai in persona, che tradisce tutti (causando ulteriori problemi di fiducia al povero Kira, completamente succube degli eventi). Amagai viene infine sconfitto, dopo aver rivelato di volersi vendicare del Comandante Yamamoto perché responsabile della morte di suo padre.
Bleach: Fade to Black (2008)
Eccoci arrivati al terzo film dedicato a Bleach: Bleach – Fade to Black. Partiamo dalla Soul Society, dove vediamo il capitano Kurotsuchi mentre viene attaccato nel proprio laboratorio da due ragazzi misteriosi e armati di una falce che cancella i ricordi. Smemorato e nel panico, Kurotsuchi manda in tilt le sue apparecchiature, danneggiando la Soul Society e ferendo moltissimi shinigami. Mentre accade questo Rukia viene trovata e attaccata dai due fratelli, che le cancellano la memoria a lei e a tutti quelli che l’hanno mai conosciuta, la rapiscono e la portano nel Rukongai (la periferia della Soul Society).
Le conseguenze di queste azioni arrivano anche nel mondo dei vivi, dove Ichigo dimentica per qualche secondo Rukia, anche se grazie a Kon riesce a ricordarla di nuovo quasi subito. Confusi, vanno da Urahara in cerca di risposte, ma anche lui non sa chi sia Rukia. I due a quel punto decidono di andare nella Soul Society a parlare con il Gotei, solo per scoprire che nessuno si ricorda di lui (e, di conseguenza, rincorrendolo come intruso). Rukia nel frattempo si risveglia insieme ai due fratelli e non ricorda niente. I due le raccontano che una volta lei si prendeva cura di loro e che stava per dare loro dei nomi.
Ichigo, leggermente irritato, va da Byakuya, il fratello adottivo di Rukia, in cerca di aiuto ma, com’è prevedibile, nemmeno lui ha ricordi della sorella; la stessa cosa accade con Renji, con il quale c’è uno scontro. Viene però indirizzato nel Rukongai e, effettivamente, lì ritrova una Rukia ignara che, prima di avere il tempo di dire alcunché viene portata via dai fratelli senza nome. A peggiorare le cose Ichigo e Kon sono costantemente braccati dagli shinigami del Seireitei, anche se vengono aiutati da Renji, che decide di ascoltare il suo istinto e si fida di loro. Alla caccia del Gotei 13 mette la parola fine Urahara, che spiega ai capitani l’origine della falce mangia-ricordi.
Nel frattempo Ichigo, Kon e Renji si rimettono sulle tracce dei due fratelli, ritornati nel laboratorio di Kurotsuchi con l’obiettivo di distruggere completamente gli shinigami, responsabili secondo loro di aver portato via Rukia quando erano piccoli. Lei, inoltre, è lì presente e ha dei dubbi sul loro agire, dubbi che aumentano quando i ragazzi arrivano sul posto perché inizia a ricordare qualcosa. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso per i fratelli: furiosi, avviano una fusione con Rukia che crea la sua versione cattiva (che per comodità chiameremo Dark Rukia). Dark Rukia avvia la macchina a cui stava lavorando Kurotsuchi, scatenando una creatura mostruosa sulla Soul Society.
A questo punto Ichigo e Dark Rukia si affrontano: all’inizio il primo ci va piano, non vuole attaccarla, al contrario della ragazza, che non si risparmia. Così i due lottano, e alla fine – dopo un’interferenza di Byakuya – Ichigo riesce a purificare Rukia usando la propria energia spirituale, distruggendo l’Hollow che ha reso possibile quella fusione; Byakuya e Renji, inoltre, distruggono la creatura. A questo punto Rukia ha riacquistato i suoi ricordi e i due fratelli sono rimasti mortalmente feriti.
Scopriamo, a questo punto, il passato dei due, e in che modo questo si intreccia con quello di Rukia: l’Hollow che cancella i ricordi attaccò Rukia e i due fratelli mentre era nel corpo di uno shinigami, intrappolando i due nello Hueco Mundo per moltissimo tempo. I due riuscirono poi a fuggire per ritornare da Rukia, che però nel frattempo li aveva dimenticati. Finalmente, però, ricorda i nomi che voleva dare loro: Homura e Shizuku. I due, contenti e in pace, muoiono. Alla fine del film Ichigo e Rukia ritornano nel Rukongai, su una collina dove si trovano le tombe degli amici d’infanzia di Rukia, e Ichigo la rassicura: non li dimenticherà di nuovo.
Le storie ignote delle Zanpakutō (2009)
Prima della conclusione definitiva della saga degli Arrancar – in cui Aizen viene finalmente fermato e Ichigo perde i propri poteri – arriva questo piccolo arco filler davvero molto interessante, che dà agli spettatori l’inedita possibilità di approfondire l’esistenza delle zanpakutō (le katane degli shinigami, che hanno una propria individualità). Partiamo, ancora una volta, dalla Soul Society, dove sta succedendo qualcosa di strano: un uomo bizzarro con delle unghie lunghissime è in qualche modo collegato agli strani comportamenti che le zanpakutō stanno avendo. La situazione è talmente inusuale che il Gotei indice una riunione per discuterne.
Proprio durante questo incontro arriva lo strano individuo, che scopriamo chiamarsi Muramasa ed essere lo spirito di una zanpakutō. Come se non bastasse, fa un annuncio sconcertante: le zanpakutō hanno iniziato una rivolta contro gli shinigami. Effettivamente, segue un caos in cui le zanpakutō attaccano il Seireitei e i suoi abitanti. In quel marasma il Comandante Yamamoto è introvabile, Byakuya scompare e Rukia fugge nel mondo dei vivi, inseguita dalla sua zanpakutō, Sode no Shirayuki, contro cui finisce per combattere Ichigo. Dopo questo scontro i due shinigami ritornano nella Soul Society per dare una mano e per cercare Byakuya.
Rukia, però, non riesce proprio a liberarsi di Sode no Shirayuki, che è molto arrabbiata con lei e vuole fargliela pagare per averla data per scontata. Muramasa poi interviene e cerca di istigare anche Zangetsu… dando l’opportunità a Ogihci (la parte Hollow) di emergere e creare ancora più scompiglio. La sua presenza e gli scontri che ne scaturiscono, però, hanno anche un effetto positivo: Ichigo scopre che il motivo per cui le zanpakutō sembrano ammattite è la presenza di Muramasa, che le controlla con i propri poteri. Ovviamente, Ichigo e Rukia non sono gli unici a dover fronteggiare le proprie katane.
Così finalmente possiamo vedere le manifestazioni fisiche delle zanpakutō dei membri del Gotei, tutte uniche e potenti, e vediamo anche degli approfondimenti meravigliosi del rapporto che ogni shinigami ha con la propria spada, a partire da Renji e Zabimaru e a finire con Hisagi e Kazeshini (o Matsumoto e Haineko e Hinamori e Tobiume… l’elenco è corposo). Mentre hanno luogo scontri ovunque Kurotsuchi si raccapezza: le zanpakutō torneranno normali se verranno sconfitte, ma solo se a farlo sarà il loro rispettivo portatore; in caso contrario, spariranno per sempre.
Byakuya ricompare, stranamente schierato dalla parte di Muramasa, che brama però una zanpakutō in particolare: quella di Yamamoto. È infatti proprio Ryujin Jakka che Muramasa vuole, ed è per ottenerla che ha aizzato tutte le altre zanpakutō; non ha mai pensato di liberarle dai loro portatori, né ha ucciso il suo portatore perché voleva essere libero. Muramasa ha lavorato per tutto il tempo con un unico obiettivo: liberarlo, il suo portatore, visto che era stato imprigionato. Così si spiega anche il bizzarro cambiamento di Byakuya, che non ha perso la testa: stava facendo il doppio gioco per poter eliminare lo shinigami collegato a Muramasa: Koga Kuchiki.
Questo Kuchiki, infatti, impazzì e uccise tutti quelli che gli stavano intorno, tradendo il clan di Byakuya e Rukia. Venne poi sigillato da Yamamoto e quando Muramasa finalmente lo libera lo shinigami pensa bene di ringraziarlo pugnalandolo e dichiarando che non ha più bisogno di lui (un bel rapporto, insomma). I suoi propositi però durano poco, perché senza il potere della sua zanpakutō Koga muore ucciso da Byakuya, mentre Ichigo si occupa di Muramasa. Alla fine di questo arco, ovviamente, tutto ritorna come prima grazie alle ricerche di Kurotsuchi, che scopre come rimediare alla situazione.
Bleach: the Hell Verse (2010)
L’ultimo film animato dell’universo di Bleach rispolvera un aspetto dell’opera di Kubo interessante ma lasciata indietro. Stiamo parlando dell’Inferno, che esiste e ha una propria collocazione nell’equilibrio dei mondi, ma di cui nell’anime viene mostrato soltanto un assaggio, nei primissimi episodi. Rukia e Renji fanno una visitina nel mondo dei vivi per investigare uno strano fenomeno: degli strani esseri mascherati fanno capolino da non si sa dove. Quando una di queste maschere si rompe appaiono i famigerati cancelli dell’Inferno, da cui un Kushanāda (uno dei guardiani) acciuffa lo spirito smascherato.
Così scopriamo che gli strani spiriti mascherati sono Peccatori scappati dall’Inferno, che nascondono le proprie facce per evitare proprio di ritornare nell’Oltretomba. Durante lo scontro che segue Karin e Yuzu (le sorelline di Ichigo) vengono attaccate dal capo dei Peccatori (Shuren), che rapisce Yuzu malgrado gli sforzi del fratello per salvarle entrambe. Affranto, il ragazzo decide ovviamente di andare a salvare la sorella, e in questo viene aiutato da Kokutō, un altro Peccatore. Così Ichigo parte alla volta dell’Inferno, insieme a Rukia, Renji e Ishida.
Kokutō spiega loro che l’Inferno funziona in maniera ciclica, dopodiché c’è uno scontro contro Shuren e i suoi, che vogliono distruggere i cancelli dell’Inferno per liberare i Peccatori. Il gruppo riesce a sconfiggerli, e a quel punto Kokutō svela il proprio doppio gioco: ha attirato Ichigo all’Inferno perché convinto che lui possa spezzare le catene che lo tengono ancorato a quel posto. Per realizzare il suo piano, inoltre, fa arrabbiare il ragazzo al punto che emerge la sua parte Hollow, che lancia fendenti che rompono quasi completamente tutte le catene.
A quel punto interviene Renji – ferito – che con un incantesimo teletrasporta Ichigo e Yuzu a Karakura, rimanendo intrappolato con gli altri. Nel frattempo il Gotei si è mosso e si è messo all’opera per riparare i cancelli e riportare tutto alla normalità. Lasciata Yuzu nelle mani di Orihime (che ha soprattutto poteri curativi) Ichigo ritorna poi all’Inferno per salvare i suoi amici e fermare Kokutō. Sorprendentemente, poi, alcuni Kushanāda si trasformano in una strana armatura che ricopre Ichigo e gli consente di sconfiggere il nemico, che ritorna nelle profondità dell’Inferno. Alla fine il gruppo riesce a ritornare a Karakura e Yuzu si riprende dalle conseguenze del suo viaggio.
L’esercito invasore del Gotei 13 (2011)
L’ultimo arco filler dell’anime precede l’addio (provvisorio) di Ichigo al mondo degli shinigami. Dopo lo scontro finale contro Aizen i suoi poteri sono diventati molto instabili e alla fine scompariranno, lasciandolo un ragazzo normale. Per questo motivo dovrebbe riposarsi… ma ovviamente non può, perché uno scienziato pazzo – tale Kageroza Inaba – vuole distruggere la Soul Society. Inizia quindi prendendo il controllo del Dangai – il passaggio usato dagli shinigami per muoversi tra la Soul Society e il mondo dei vivi – influenzandone il flusso temporale.
Per un equivoco Ichigo viene accusato di essere il responsabile del malfunzionamento del Dangai. Nel frattempo, Inaba mette in circolazione nella Soul Society i Reigai (Gigai fatti appositamente per la Soul Society) di ogni singolo membro del Gotei 13, che formano ben presto un vero e proprio esercito invasore che costringono Ichigo e Rukia alla fuga nel mondo dei vivi. Lì conoscono Nozomi Kujo, una shinigami che sembra essere fuggita proprio come loro, ma che non vuole il loro aiuto. E che Inaba vuole disperatamente catturare. La ragazza cerca di cavarsela da sola e rifiuta l’aiuto di Ichigo, ma alla fine Inaba la cattura comunque.
La situazione peggiora in fretta: nella Soul Society ogni shinigami è costretto a vedersela con il proprio Reigai, mentre Ichigo viene spedito di qua e di là per tenerlo lontano dal campo di battaglia e finisce con l’esaurire i propri poteri. Urahara gli dà una pillola in grado di riprendersi momentaneamente, e fa un’importante scoperta: una volta Inaba e Nozomi erano un’unica persona che si chiamava Oko Yushima. Yushima faceva parte della dodicesima divisione e fu il capo del Progetto che creò le MOD soul. Divise la propria anima in due metà, di cui Inaba è la più oscura mentre Nozomi la più chiara, con lo scopo di superare i propri limiti e diventare invincibile.
Riunite le due metà, Yushima cerca di distruggere l’intera Soul Society, ma a sorpresa i Reigai gli si rivoltano contro, fermandolo. Nozomi riacquista il controllo del corpo quel tanto che basta per pugnalare sé stessa – e Yushima. Così, lo scienziato scompare per sempre e tutto ritorna come prima. Gli ultimi episodi sono dedicati al lungo addio che Ichigo è costretto a dare a Rukia – e con lei, all’intera Soul Society e al suo periodo da shinigami, a causa della perdita dei propri poteri.
In conclusione
Sappiamo che il triste addio tra Ichigo e Rukia non rappresenta la fine di Bleach, ma sicuramente la fine di un lungo e tortuoso cammino, che condurrà poi alla saga del Fullbring e a un finale (animato) molto più luminoso e tranquillo. La lunga carrellata che abbiamo scelto di fare qui riguarda soltanto il materiale (purtroppo) non canonico, che però si inserisce alla perfezione nella trama convenzionale di Bleach, adattandosi perfettamente alle idee di Tite Kubo e regalandoci, oltre a sottotrame interessanti, anche molti momenti leggeri e comici, al limite dell’assurdo.
Ed è con questa ultima rassegna che si conclude la nostra serie di articoli su Bleach. Speriamo di avervi tenuti compagnia, ma non solo. Speriamo anche che i nuovi episodi renderanno giustizia e restituiranno luminosità a un’opera che avrebbe sempre meritato di essere considerata di più in Italia. In attesa di sapere cosa ci riserverà il futuro vi ricordiamo che Kaleidoverse è anche sui social (dove condividiamo altri contenuti) e che se volete fare due chiacchiere con noi potete iscrivervi sui nostri gruppi community (Facebook e Telegram).