Una delle cose che le persone amano di più al mondo (oltre alla cioccolata e alle vacanze) sono gli scandali. E più sono succulenti e più trasudano sconcerto, meglio è. Gli scandali sono alla base delle vendite di una buona fetta di mercato e del sempre più alto successo delle serie e dei podcast dedicati al mondo del true crime. C’è sempre un brividino di compiacimento nel mettersi davanti alla TV e ascoltare ricostruzioni dei fatti, interviste e dichiarazioni varie, o magari nel formulare ipotesi (soprattutto per quanto riguarda i casi irrisolti). Ecco, la docuserie di cui stiamo per parlare emette proprio questo tipo di energia: stiamo parlando di Murdaugh Murders.
La serie – anzi, la miniserie – è su Netflix dal 22 febbraio. Adattata dal podcast omonimo, Murdaugh Murders ripercorre gli avvicendamenti di una delle famiglie più influenti del South Carolina, rimuovendo finalmente un tappeto bello pesante per mostrare tutta la spazzatura nascosta sotto. In tre episodi si delinea una vicenda davvero agghiacciante e al limite della fiction, che comprende insabbiamenti, morti sospette e l’egemonia di un cognome su un’intera contea americana.
I fatti di Murdaugh Murders
La serie – per chi non conosce il podcast o il fatto di cronaca – inizia misteriosamente. Per lungo tempo si gira intorno al delitto principale: la scomparsa di Mallory Beach, ragazza poco più che ventenne morta in un incidente nautico in una notte di febbraio. Al momento dell’incidente la ragazza non è da sola: sulla piccola imbarcazione – che si schianterà contro il pilone di un ponte – ci sono tutti i suoi amici e il suo ragazzo, Anthony. E tutti – tranne il responsabile del sinistro, Paul Murdaugh – raccontano davanti alle telecamere la parabola della vita di Mallory, solare e dal cuore buono, la cui vita si è interrotta troppo presto.
Dopo il fiume di ricordi carichi d’affetto arriva però il momento di fare i conti con il lato oscuro della vicenda, che nel corso dei tre episodi allunga sempre di più i suoi tentacoli macchiando la normalità delle vite di molte persone. Il ragazzo alla guida, infatti, non è uno qualunque per la comunità: Paul è un Murdaugh, ovvero un membro della famiglia più influente della Carolina del Sud. E, stando alle dichiarazioni di tutti i sopravvissuti, al momento dell’incidente stava guidando la barca in un grave stato d’ebbrezza. Questo fatto, unito alle azioni compiute in seguito dal padre e dal nonno del ragazzo, danno il via ad una pericolosa spirale di dispotismo e di morte.
Quando i social danno una mano
Murdaugh Murders è stata diretta da Jenner Furst (Chicagoland) e Julia Willoughby Nason (Dirty Old Town) e vede l’intervento di molte persone che sono state coinvolte nella vicenda in prima persona. Familiari e amici di Mallory, ma anche reporter, avvocati e persone del posto. Le loro testimonianze sono fondamentali, e sono state montate in modo da restituire un’immagine quanto più vera possibile degli eventi e della situazione generale prima che Mallory Beach morisse.
Alla realizzazione della serie hanno contribuito largamente anche i social media, che come abbiamo già avuto modo di notare in un’altra recensione stanno trovando largo uso nel genere. Il fatto che gli eventi siano così temporalmente vicini a noi, infatti, ha reso disponibili tutta una serie di testimonianze inconfutabili che evidenziano ancora di più la drammaticità dell’accaduto. I vari video presi dal Web così come le chat servono a rimarcare il punto di vista dei testimoni e ad allontanare le speculazioni, dal momento che si tratta a tutti gli effetti di prove, non solo del legame che c’era con Mallory ma anche, e soprattutto, di che persona fosse Paul Murdaugh.
La perdita non è risanabile
La tragedia che ha colpito la famiglia Beach in realtà ne nasconde dietro di sé altre, che emergono nel corso della miniserie. Accanto al nome di Mallory allora iniziano a fare la loro comparsa anche quello di Stephen Smith, Gloria Satterfield, Maggie Murdaugh e Paul Murdaugh stesso. Una strana quanto indicativa scia di sangue, al quale ancora si sta cercando di dare un senso compiuto, e che sarebbe terminata con la morte di Alex Murdaugh, il quale però è ancora in vita.
È quindi evidente che il primo grido che si alza da questa serie sia un incitamento alla giustizia, al dare onore a tutte le vittime. Il confine tra fatalità e premeditazione è infatti molto sottile e spesso resta offuscato da atteggiamenti ambigui che non sono mai stati chiariti. Si può solo speculare su determinati fatti, come la morte di Gloria Satterfield, la tata di Paul Murdaugh, morta dopo essere caduta dalle scale ed essersi ferita alla testa. O ancora, sulla morte di Stephen Smith, giovane del posto investito misteriosamente, con dei legami non chiari con il figlio maggiore di Alex Murdaugh. Ma la verità prima o poi viene a galla, e Murdaugh Murders ci mette la firma.
La ruota si è spezzata
Una cosa certamente avvenuta con lo scoppio dello scandalo è il crollo progressivo della famiglia Murdaugh, che dopo aver tentato invano di plagiare gli altri diretti interessati si è dovuta arrendere di fronte alla loro rabbia e alla loro ostinazione. Di fronte a questo, i Murdaugh hanno dovuto ritirare i loro tanti tentacoli, rintanandosi in loro stessi e facendo i conti con i propri atteggiamenti. Una cosa che hanno fatto in silenzio, con tutti i riflettori puntati addosso alla ricerca di un seppure minimo passo falso.
Almeno, fino alla morte di Paul Murdaugh e Maggie Murdaugh, presumibilmente uccisi da Alex Murdaugh, il capofamiglia. La ragione dietro queste morti è ancora incerta, ma il completo disfacimento dell’egemonia della famiglia di avvocati è rampante. Una disfatta acclamata dalla comunità intera, ma che evidenzia anche una sorta di connivenza silenziosa perpetrata dai comuni cittadini. Tutti sapevano ma nessuno parlava, come si evince dalle dichiarazioni di Michael Dewitt e Sam Crews, rispettivamente un reporter locale e un professore del liceo del posto. Meccaniche inquietanti che richiamano scenari da gangster movie, e che con un po’ di fortuna non si ripeteranno.
Le nostre conclusioni su Murdaugh Murders
Sicuramente presto compariranno aggiornamenti sulla situazione di Alex Murdaugh: l’uomo è ancora in attesa di un processo per la morte della moglie e del figlio. Paradossalmente, però, Paul Murdaugh non pagherà mai per il male che ha fatto, né potrà redimersi in alcun modo agli occhi degli amici, che rimarranno sempre combattuti tra sentimenti contrastanti. Allora perché guardare Murdaugh Murders? Perché, semplicemente, il male è sfaccettato e il modo in cui si declina in questo caso fa riflettere e rabbrividire. Vi assicuriamo che, dopo aver visto la serie, non dimenticherete facilmente il volto di Mallory Beach e la sua dirompente voglia di vivere.
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Murdaugh Murders è una miniserie true crime che non dimenticherete facilmente. Nonostante la sua breve durata - solo tre episodi - gli eventi narrati lasciano il segno e molte domande nella mente dello spettatore, che non può fare a meno di chiedersi fino a che punto i meccanismi che regolano il potere possano spingersi. Grazie a un montaggio sapiente e all'ingente quantità di materiale, la serie diventa testimone e portavoce di un fatto di cronaca ancora tutto da scrivere.