Il 17 giugno 2024 siamo stati invitati alla proiezioni in anteprima di Inside Out 2 e alla conferenza stampa col produttore Mark Nielsen, il regista Kelsey Mann e i talent Pilar Fogliati, Deva Cassel, Marta Filippi e Federico Cesari, oltre alla doppiatrice Sara Ciocca (rispettivamente le voci italiane di Ansia, Ennui, Invidia, Imbarazzo e Riley). In sala erano presenti anche i doppiatori Stella Musy, Daniele Giuliani, Melina Martello e Veronica Puccio (voci di Gioia, Paura, Tristezza e Disgusto) insieme al direttore del doppiaggio Massimiliano Manfredi e al suo team.
Siamo riusciti a fargli personalmente una domanda e qui di seguito potete leggere quanto raccontato da creatori e voci di questa nuova pellicola Disney Pixar. Vi abbiamo già parlato del film nella nostra recensione, ma se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse.
Domanda rivolta a Nielsen e Mann: Quando avete capito che avevate trovato la chiave giusta per questo secondo capitolo di Inside Out e quanto tempo è durato il processo di creazione del film?
La verità è che è stato Pete Docter stesso (nda regista e ideatore del primo film del 2015) a contattare Kelsey (Mann) e a chiedergli se fosse interessato a fare un sequel. Il processo è stato abbastanza lungo, anche se non più di altre produzioni; è durato 4 anni. Pete voleva rivisitare questo mondo e fare un film per andare verso un qualcosa di diverso che potesse far connettere le persone così come era successo col primo lungometraggio, speriamo che sia così.
Domanda al regista Kelsey Mann: Quanto è difficile veicolare questi messaggi a un pubblico tanto vasto?
Non è facile, certo, ma è anche utile perché tutti si possono connettere con queste tematiche. Ho potuto prendere quanto fatto nel primo film e svilupparlo ancora di più qui. Quando mostriamo i film ai bambini abbiamo paura che non capiscano, ma in realtà non è così. Anche se connette molto anche gli adulti.
Domanda a Pilar Fogliati, voce di Ansia: Cosa ne pensi dell’ansia? Arriva quest’emozione e cambia tutto, nel film e di solito anche nella vita…
Ansia è interessante ed è bello che se ne parli, di ansia, in una persona che ha 13 anni. Ricordo che coi miei genitori quando ero piccola usavamo l’angioletto e il diavoletto quando avevo delle emozioni differenti. Ora possiamo avere le personificazioni di Inside Out ed è molto bello avere questo immaginario. Comunque è stato divertente dare voce ad Ansia, anche se l’email che ho ricevuto quando mi hanno dato il ruolo è stata buffa. Diceva “darai voce ad Ansia!” ed è stato divertente. Fare questo lavoro è stato un privilegio, comunque. C’è, tra l’altro, una sua battuta che può riassumere bene il personaggio “il mio lavoro è preoccuparmi dei problemi che non si vedono”. In un certo senso è un’emozione che ha cose positive, certo se non la si lascia troppo fare!
Domanda a Deva Cassel (voce di Ennui): La noia è un’emozione anche positiva secondo te?
Sono cresciuta con una mamma che mi diceva che è importante annoiarsi. A volte non abbiamo abbastanza occasione di annoiarci ma la verità che ti permette di riflettere e capire ciò che è meglio. Io mi annoio spessissimo e quando ero più giovane non capivo questo discorso, di accettare e godermi la noia. Crescendo ho preso coscienza di tante cose, quindi sì per me annoiarsi è assolutamente positivo.
Domanda a Sara Ciocca (voce di Riley). Vogliamo tutti bene a Riley. Cosa la aspetta in questo film? La vediamo confusa, in un certo senso.
Lo sono anche io e doppiare questo personaggio è stata un’esplorazione interiore. L’adolescenza è un periodo di irrequietezza, i cambi umorali sono tanti e repentini, anche per me che sono diciamo a metà di questo percorso di vita. Quindi chissà chi pilota la nostra mente. Sono felice di aver doppiato Riley. Sono stata guidata e diretta da Massimiliano Manfredi e dalla sua squadra e sono loro che sudano per questo risultato. Sono persone serie e responsabili. Sono ingredienti indispensabili per la riuscita di questi film, quindi devo ringraziarli.
Domanda a Marta Filippi (voce di Invidia). Hai dato voce a un’emozione che tutti proviamo. Che invidia è la tua? Ha problemi a dire che è Invidiosa?
Dare voce a questo personaggio è stata una sorpresa perché Invidia la immaginiamo tutti come un’entità negativa. Invece non lo è. A modo suo è buona è ammira tanto gli altri ma non non è cattiva. L’hanno disegnata più piccola così da comunicare che guarda tutti dal basso, si sente piccola e inferiore e mi sono trovata in lei, o meglio la me adolescente si è totalmente trovata in questo suo essere.
Domanda a Federico Cesari (voce di Imbarazzo): che rapporto hai con l’imbarazzo?
Beh in un certo senso il nostro lavoro è pieno di Imbarazzo ed è il bello di questo mestiere. Ti fa confrontare con la vera essenza di te. Ti riporta a essere bambino però c’è sempre quel momento di imbarazzo ad affrontare un personaggio, ad esempio, a mettersi nei suoi panni. Ma ti fa fare un grande salto così hai la possibilità di esplorare e la libertà di interpretare.
Domanda a tutti quanti: Secondo voi quale emozione guida la console nelle vostre menti?
Mark Nielsen (produttore): “La mia, soprattutto oggi in questo momento è guidata da Gioia.”
Kelsey Mann (regista): “La mia console penso sia guidata da due emozioni, Gioia sicuramente e anche da Nostalgia, che nel film vediamo poco ma ormai nella mia mente è ben instaurata.”
Pilar Fogliati: “La console della mia testa è guidata da una Pilar-Ansia e da una Pilar-Gioia. Si interscambiano.”
Deva Cassel: “Per quanto riguarda la mia console è decisamente guidata da Gioia.”
Sara Ciocca: “La mia come Pilar da Ansia e da Gioia ma solo se Gioia è doppiata da Stella Musy come nel film. Vorrei che Stella doppiasse tutta la mia vita!”
Marta Filippi: “La mia console è guidata da Gioia e da un’altra emozione che è Gratitudine, anche se nella testa di Riley non c’è (ancora, chissà!)”
Federico Cesari: “La mia console invece è guidata come quella di Pilar e di Sara da Gioia e Ansia ma perché no, anche da Gratitudine come Marta.”
Domanda a Kelsey Mann: Ci sono state altre idee poi abbandonate per la trama di questo Inside Out 2?
Abbiamo parlato a lungo se inserire una crush romantica per Riley, ma abbiamo pensato al periodo dell’adolescenza e abbiamo deciso di fare un altro tipo di film. Ho visto delle foto di me stesso dai 5 ai 13 anni e a 13 ero molto più giù di corda rispetto ai sorrisi che mostravo da più piccolo. Succedono così tante cose a quell’età e io in particolare odiavo le attenzioni che ricevevo. Quindi volevo parlare di quello più che di innamoramenti e amore romantico.
Domanda a Mann e Nielsen: Siete stati affiancati da un team di psicologi che hanno partecipato alla cosa, come si sono svolti i lavori?
Molti psicologi hanno aiutato lo sviluppo sia di questo film, sia del primo. La domanda che abbiamo posto era: quali emozioni complesse vengono fuori all’età di Riley? Ne abbiamo parlato a lungo e alla fine questo è il risultato.
Anche il team italiano si è espresso sull’aiuto di psicologi alla produzione, in quanto la dottoressa Stefania Andreoli ha aiutato molti adattamenti Disney con certe terminologie estranee al team di lavoro. Aiutò anche la produzione della versione italiana di Red (2022) ed è stata una voce importantissima da ascoltare e recepire per gli adattamenti di questi film.
Domanda a tutti: Avete mai sentito la voce di un’emozione?
Pilar Fogliati: “Mi capita a volte di avere un narratore nella testa. Mi dà una disciplina ma mi consola anche. Sminuisce certe cose, ecco, a volte positive e a volte negative. Ha la mia voce e non è facile da gestire, quindi. Però c’è, a volte la sento.”
Deva Cassel: “Ho una testa, in un certo senso, che lavora da sola. Il mio corpo è quello che sente e fa passare un messaggio a tutto, ma senza voci. Anche se sicuramente Ansia mi parla molto, non è troppo presente ma mi dà tanti consigli.”
Sara Ciocca: “Io in un certo senso vedo tante Sara moltiplicate in piccole gabbie. Si parlano sopra e hanno tante vocine tutte insieme. Poi c’è Sara che si ricorda dei momenti e quindi ce ne sono altre che la aiutano, magari dicendole che ce la può fare, oppure che la spronano, quindi ricordandole che c’è già passata. Tutte queste voci fanno la mente di Sara. Queste gabbie sono al momento chiuse a chiave ma non vedo l’ora di liberarle crescendo.”
Marta Filippi: “Diciamo che le posso dividere così. Le emozioni negative sono voci più basse e gravi, pitchate verso il basso come si dice in gergo di doppiaggio, mentre quelle positive sono brillanti e alte, un po’ più tipo la mia. Mi danno consigli diversi e coesistono.”
Federico Cesari: “Non ho voci che mi parlano ma ho un dialogo interiore al quale a volte rispondo verbalizzando. Tipo per strada e mi dico da solo: “Esatto, così”, forse in modo patologico, anche. Diciamo che è meglio fare terapia di gruppo tutti insieme!”
Domanda a Deva Cassel: Riley è combattuta tra chi è e chi deve essere. Anche tu vivi questo dualismo su chi vuoi essere e chi pensi che gli altri vogliano che tu sia? Ti senti condizionata dagli altri?
Bella domanda, difficile da rispondere. Io sono cresciuta in una famiglia dove tante persone hanno avuto tante aspettative. Ma ho avuto la fortuna di avere genitori che mi hanno insegnato che è importante essere onesti con noi stessi. Mi hanno detto di fare quello che voglio, a prescindere da cosa fosse. Avrei potuto fare il medico come l’agricoltore se avessi voluto farlo e non mi avrebbero mai fermata. Non ho aspettative su cosa farà o chi diventerò. Noi esseri umani cambiamo continuamente e vedremo, insomma. Ma continuerò ad essere onesta con me stessa, questo è certo.
Domanda a Mann e Nielsen: Potrebbero esserci altri film? Con Riley adulta o vecchia?
Amo giocare in questo mondo e ci sono così tante idee che sono uscite con questo film. Sarebbe un’ottima idea continuare. C’è un mondo che avevamo creato in Riley, il mondo dei procrastinatori. Era totalmente vuoto e c’era un cartello con scritto “i lavori cominceranno presto“. Non ce l’ha fatta nel film ma abbiamo pensato a tantissime cose tipo questa. Andate a vedere questo film e chissà forse un giorno ne faremo altri (anche se ancora non ci abbiamo pensato).
Domanda a Mann e Nielsen: C’erano altre emozioni?
Moltissime! C’era anche Gelosia che era la gemella di Invidia. Nessuno riusciva a distinguerle nel film. Facendo una ricerca, però, abbiamo capito che Invidia e Gelosia in realtà sono emozioni molto diverse, quindi abbiamo dovuto separarle e tenere solo Invidia.
Molte altre emozioni sono state lasciate fuori tra cui Schadenfreude (dal tedesco: provare gioia delle disgrazie altrui) ma lui non ce l’ha fatta. Era troppo piatto come personaggio, non aveva molti aspetti da mostrare, ma era molto divertente. In una scena Paura si faceva male e lui usciva dal nulla ridendone a crepapelle.
Domanda a Nielsen e Mann: Il rapporto tra Gioia e Tristezza era pieno di colori nel primo film. Quanto è importante il colore in Inside Out e nella Pixar?
Il colore è assolutamente parte integrante dello storytelling. Volevamo che tutte le emozioni avessero colori base che fossero diversi tra di loro. Dovevano tutti avere energie diverse, speriamo che questo messaggio sia passato.
Per Pilar Fogliati: Maya Hawke è la voce Ansia. Lei per prepararsi al ruolo lesse Potere positivo del pensiero negativo di Julie K. Norem. Che ne pensi di questo tema e di questa preparazione?
Io e Maya stiamo vivendo lo stesso momento (abbiamo circa 30 anni) ed è un momento diverso dall’adolescenza, ma comunque queste emozioni ci sono. Trovo bello che si sia preparata in questo modo. Immagino che come me non abbia avuto difficoltà a trovare e capire le problematiche da tredicenne. L’ansia parte comunque da quell’amore di cui parlavamo prima, quindi spero di aver reso giustizia al personaggio anche io.
Domanda per Deva Cassel: l’aspetto più indolente e blasé di Ennui ti è mai appartenuto? Ti sei divertita a usare l’accento francese e a esagerarlo in questo personaggio?
Tantissimo. Questa cosa blasé è molto francese, e lo dico senza cattiveria alcuna. Ennui così come i francesi sono anche sofisticati, non voglio essere critica. Tuttavia il personaggio è anche molto indolente ed è stato divertente trovare quella parte di me.