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Home»Film/Serie TV»La regina dell’autostima Recensione: il fascino dell’inganno in chiave coreana
Film/Serie TV

La regina dell’autostima Recensione: il fascino dell’inganno in chiave coreana

Michela RussoBy Michela Russo13 Ottobre 2025Nessun commento6 Mins Read
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la regina dell'autostima recensione
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La storia di Robin Hood è tra le più popolari e le più divertenti da vivere in ogni sua forma e variante. La storia di un criminale o un gruppo di criminali che rubano o danneggiano i potenti e i corrotti per ripristinare un po’ di giustizia sociale riesce a donare allo spettatore sempre una certa dose di soddisfazione. La serie di cui parliamo oggi non è diversa, concettualmente, dalla storia di Robin Hood. Dal 6 settembre su Amazon Prime Video, è disponibile La regina dell’autostima, la prima serie coreana (k-original) di Amazon per un pubblico globale.

Sembra che abbia riscosso un certo interesse a livello internazionale, ma che in patria sia passata praticamente inosservata. La serie, il cui titolo originale è The Confidence Queen, è un remake della serie giapponese The Confidence Man JP (andata in onda su Fuji TV nel 2018) quindi se già la conoscete potreste non trovare grandi differenze. La regina dell’autostima nasce in collaborazione con TV Chosun e Coupang Play, la prima stagione è divisa in 12 episodi, che sono stati pubblicati sulla piattaforma due episodi ogni weekend. Ora è finalmente terminata e siamo pronti a lasciarvi il nostro sincero parere su una serie molto particolare.

Rubare ai ricchi per dare ai poveri

La trama de La regina dell’autostima  

Yoon Yi-rang (Park Min-young) ha un’intelligenza fuori dal comune, è un genio, ed è alla guida di un trio di truffatori composto da lei, James (Park Hee-soon) e Gu-ho (Joo Jong-hyuk). Il loro gruppo è diverso dagli altri perché gli obiettivi delle loro truffe sono individui corrotti e influenti.

In un certo senso, rubano e smascherano i corrotti per donare un risarcimento economico alle loro vittime, incapaci di difendersi. I protagonisti non sono semplicemente spinti da un senso di giustizia, ma hanno un obiettivo preciso a cui devono avvicinarsi e di cui vendicarsi. Questa è una storia di vendetta per un torto subito anni prima, che mescola i generi della commedia e del thriller.

The Confidence Man JP in chiave coreana

La spettacolarizzazione dell’inganno: il vero fulcro della serie

The Confidence Man JP è una serie di origine giapponese, andata in onda nel 2018 su Fuji TV, che aveva come protagonisti Dako, una geniale truffatrice, Richard e Boku-chan che denunciavano i potenti e i corrotti. Sostanzialmente la stessa trama de La regina dell’autostima. La serie nasce sostanzialmente, quindi, con un grosso difetto: se già conoscete The Confidence Man JP probabilmente La regina dell’autostima non sarà così interessante per voi. In questa serie è evidente l’origine giapponese nell’interpretazione dei personaggi: Yoon Yi-rang, James, Gu-ho e le loro vittime sembrano personaggi provenienti dagli anime.

Yi-ran è una ragazza che non sbaglia mai, sempre davanti agli altri di un passo e un po’ eccentrica, se non nelle battute finali; James è il veterano del gruppo che conosce bene la protagonista e va oltre la sua maschera; Gu-ho è il novellino, quasi spalla comica del trio. Nonostante spesso anche l’interpretazione nei k-drama sia molto eccessiva, qui non c’è molta attenzione sull’aspetto interiore dei personaggi, ma la priorità è tutta sulla spettacolarizzazione del piano geniale della protagonista.

L’importante è guadagnarsi la fiducia dell’altro

Il potere della fiducia: l’inganno come forma di controllo

Yoon Yi-ran è una “con-artist” in chiave femminile e morale. I suoi obiettivi sono persone corrotte, come un giustiziere moderno. Tutto ruota attorno alla fiducia: Yi-ran deve guadagnarsi la fiducia delle sue vittime per poterle truffare, quella del suo team per poter collaborare e portare a compimento il piano. È fondamentale anche che la protagonista abbia piena fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità per poter ideare i suoi piani geniali. L’intelligenza diventa un’arma femminile, in grado di ribaltare i ruoli di potere.

Yi-ran non riesce ad attirare l’empatia del pubblico proprio perché non ha mai un momento di incertezza, né ha un momento di fallimento. Il personaggio più umano è Gu-ho: un ragazzo di buon cuore che va spesso nel panico, ma che riserverà molte sorprese nel corso della serie. Non stiamo dicendo che non sia divertente: il pubblico viene immediatamente conquistato dalla dinamica tra Yi-ran, James e Gu-ho e i loro dialoghi vivaci.

Un mix esplosivo di commedia e thriller

Tra thriller e commedia: la firma di Nam Ki-hoon

La regia de La regina dell’autostima è di Nam Ki-hoon, famoso per il saper gestire molto bene i ritmi serrati del thriller e la leggerezza della commedia. Nel corso delle dodici puntate della prima stagione, gli obiettivi delle truffe sono sei persone influenti, una ogni due puntate. La struttura si ripete più o meno identica: la prima puntata inizia con la truffa già in corso, e con un flashback si conclude dove era iniziata, con una struttura circolare; la seconda invece ha una struttura lineare e semplice con tante gag tipiche della commedia.

La regina dell’autostima è pensata per essere vista un paio di puntate alla volta, se vista tutta insieme può risultare ripetitiva. Dove la serie spicca è nei piani creativi e geniali di Yoon Yi-rang, sempre diversi e adatti all’obiettivo,  per truffare i suoi obiettivi e le colonne sonore, sempre azzeccate a quello che accade nella puntata. Il ritmo cambia nelle ultime due puntate, quando finalmente viene svelato il vero obiettivo della protagonista: in queste, viene abbandonata la leggerezza della commedia per lasciare più spazio ai toni thriller.

Personaggi dinamici, truffe creative e tante risate

Le nostre conclusioni su La regina dell’autostima

La regina dell’autostima è un remake di The Confidence Man JP e un genere particolare: chi già conosce l’originale o non gradisce il genere, potrebbe non rimanerne colpito. Allo stesso tempo, La regina dell’autostima offre delle truffe creative e divertenti, favorite dalle interpretazioni eccellenti degli attori e dei protagonisti carismatici. Sarà divertente cercare di indovinare quale personaggio interpreteranno Yi-ran, James e Gu-ho per cercare di truffare i loro obiettivi e come si svolgeranno i loro piani.

Forse non è la serie che vi resterà nel cuore o guarderete più volte, ma vi garantiamo che saprà divertirvi nel corso delle sue dodici puntate. Soprattutto se siete appassionati di anime e vi piace il tipo di narrazione e di recitazione sopra le righe, tipico dei prodotti giapponesi. Voi avete già visto La regina dell’autostima? Se sì, lasciateci le vostre impressioni nei commenti qui su Kaleidoverse e, se siete curiosi, non dimenticate di dare un’occhiata ai nostri ultimi articoli: la recensione di Alice in Bordeland 3 e quella di The Twisted Tale of Amanda Knox. Non dimenticate di seguirci sulla pagina Instagram!

PRO
  • Truffe creative e ingegnose;
  • regia solida di Nam Ki-hoon;
  • buona chimica del trio protagonista;
  • colonna sonora azzeccata;
  • produzione curata e ritmo sostenuto;
CONTRO
  • È un remake di The Confidence Man JP, potrebbe perdere l’effetto sorpresa;
  • personaggi poco approfonditi;
  • struttura ripetitiva;
  • una commedia a volte sopra le righe, potrebbe non piacere a tutti.

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