Toc toc, chi è? Forse un’idea originale per un nuovo film commedia romantica? Decisamente no. Un film che ti commuove e ti fa capire il senso della vita? Nemmeno. Una pellicola che ti fa capire quanto assurda sia la condizione dell’americano medio? Ecco, questo sì. Purple Hearts è disponibile su Netflix a partire dal 29 luglio e una cosa è certa, la visione è consigliata a coloro che hanno un debole per le frustrazioni. Nessuno dei due attori principali è conosciuto per aver recitato in lungometraggi “impegnati”. Il pubblico riconoscerà Sofia Carson come Evie della serie Descendants o come la protagonista del recente Cinderella Story – se la scarpetta calza (ultimo titolo del franchise Cinderella Story, cominciato nel 2004 con Hilary Duff). Nicholas Galitzine è invece stato co-protagonista di Camilla Cabello nel recente e controverso Cinderella di Amazon Prime. Insomma, entrambi hanno avuto a che fare con sorellastre e scarpette di cristallo.
Per quanto il trascorso attoriale non debba redimere o creare pregiudizi nel pubblico riguardo un nuovo lungometraggio, in questo caso possiamo dire che Purple Hearts è abbastanza in linea con quanto già svolto dai due giovani attori. Sicuramente questo progetto diretto da Elizabeth Allen è migliore di tanti altri, ma lascia quel senso di insoddisfazione e, contemporaneamente, di sfinimento che una pellicola non dovrebbe lasciare. Il film, basato sull’omonimo libro di Tess Wakefield, parla di due ragazzi, Cassie, musicista senza un soldo che lavora in un pub, e Luke, soldato della marina con un passato da tossicodipendente. I due si accorderanno per sposarsi in modo che Cassie possa usufruire della copertura sanitaria di Luke, in quanto diabetica, ed entrambi abbiano un sussidio monetario dall’esercito. Noi di Kaleidoverse abbiamo visto il titolo in anteprima e quest’oggi ve ne parleremo nei dettagli senza spoiler.
Ah, non è un film drammatico?
Il problema principale di Purple Hearts è che, pur essendo in linea di massima una commedia, ha tutti i presupposti per essere un film drammatico. A partire dai filtri cromatici fino a banalmente la sceneggiatura e la descrizione dei personaggi, questo lungometraggio sembrerebbe avvicinarsi moltissimo a drammi come Io prima di te o Colpa delle stelle. Invece è una commedia da happy ending. I protagonisti sono persone sfortunate che non vanno d’accordo, entrando nella tipica dinamica degli enemies to lovers, e che sembrano attrarre un numero infinito di problemi. C’è di positivo, tuttavia: il fatto che Nicholas Galitzine e Sofia Carson sembrano effettivamente avere chimica e che quindi le loro scene di coppia funzionano. Oltre questo, però, quando sono soli o con altri interpreti, le loro performance non convincono al 100%. Sono belli, sono carini, ma non c’è molto oltre ciò.
Insomma, è una commedia romantica ed è quasi un peccato che lo sia. Vi sono commedie romantiche travagliate, come Scrivimi ancora coi meravigliosi Lily Collins e Sam Claflin che funzionano molto meglio e dove le dinamiche sono costruite in modo più chiaro. Qui lo spettatore quasi spera in una tragedia finale che… non accade. In un certo senso, il film lascia “a bocca asciutta”. Se un tempo le masse si divertivano guardando le esecuzioni in piazza o i roghi di streghe, possiamo quasi dire che oggi il dramma e il dolore nei film ci appassioni moltissimo. Purtroppo Purple Hearts non consegna ciò che l’audience agogna e l’happy ending risulta scontato e prevedibile quasi quanto il colpo di scena che avviene nel film durante una missione della compagnia di Luke in Iraq.
Un’altra coppia di sfortunati amanti
Dopo Romeo e Giulietta, il tema degli “star crossed lovers”, adattato in italiano come “gli amanti sfortunati”, è sempre più utilizzato nella letteratura transmediatica. Luke e Cassie non sono che gli ultimi di una lunghissima lista che, detta come va detta, potrebbe tranquillamente accorciarsi… o smettere di crescere. I due protagonisti di Purple Hearts, tuttavia, sono anche enemies to lovers (da nemici ad amanti), altro tema letterario importantissimo con la coppia per antonomasia presente in Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen nei personaggi di Elizabeth Bennet e Mr Darcy. Insomma, le dinamiche tra i due non sono assolutamente nuove ma il problema che sorge è la mancanza di un vero e proprio sviluppo della situazione. Luke e Cassie si detestano. Lui la vede come “un’insopportabile femminista” (testuale) che vive nel mondo dei sogni, mentre lei non sopporta il fatto che lui sia un soldato e usi armi.
Di certo non è il punto di partenza migliore del mondo, ma il vero problema è che la cosa non cambia veramente. Luke continua a prendere in giro Cassie e il suo essere femminista fino a fine film, mentre Cassie di punto in bianco cambia la sua visione del mondo. Se inizialmente si percepisce il suo fastidio nell’assecondare questo matrimonio di convenienza, il cambio nei confronti della marina militare avviene nel lasso di tempo in cui scrive una canzone ispirata ad essa e ai soldati al fronte. Insomma, lo spettatore vede due ore di film su Luke e Cassie che, alla fine, continuano a non conoscersi affatto, in pieno stile L’incantesimo del lago, dove Derek e Odette inizialmente non si sposano ma, dopo aver passato un periodo separati senza imparare niente l’uno dell’altra… si sposano comunque. Con la differenza che L’incantesimo del lago è un film d’animazione degli anni ’90.
Le nostre conclusioni su Purple Hearts
Purple Hearts potrebbe dire tanto, potrebbe essere un film che davvero denuncia situazioni pessime per la classe di ceto medio-basso statunitense. Potrebbe mostrare le difficoltà di tante persone che davvero vivono momenti drammatici. Invece si concentra sulla musica di Cassie, sulle micro-espressioni spesso impercettibili dei due protagonisti senza mostrare una crescita, uno sviluppo della loro storia e dei loro sentimenti. I personaggi secondari sono piatti e dimenticabili e la protagonista pur facendo parte di una band si dimentica del gruppo quasi immediatamente, diventando la star della situazione. Se volete guardarvi una storia d’amore su note già viste, simpatica, con qualche momento carino, vi consigliamo assolutamente Purple Hearts. In fondo ci sono pellicole peggiori in circolazione. Ma se state cercando un film che vi faccia commuovere e disperare e tifare per i suoi protagonisti, beh… questo non è proprio il lungometraggio adatto.
Perché sì, Nicholas Galitzine ha un bel faccino e Sofia Carson anche. Il fascino della divisa c’è tutto, così come le canzoni melodiche scritte da Cassie per Luke sono orecchiabili, ma alla fine non c’è molto altro. Persino il titolo, Purple Hearts, che è il nome delle medaglie al valore date ai militari negli Stati Uniti, in realtà è abbastanza fuorviante e di queste fantomatiche medaglie si parla davvero poco nell’intera pellicola. Le premesse c’erano ma lo svolgimento ha lasciato a desiderare. Se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei manga, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse.
I due protagonisti sono belli. Sì, sono belli e sono anche... affascinanti. Davvero belli e affascinanti. Belli, affascinanti e... davvero dimenticabili. Cassie dovrebbe essere una musicista spiantata senza un dollaro che vive in una casa fatiscente, ma il suo appartamento sembra tutto meno che questo. Luke dovrebbe essere un ex tossico che per riscatto entra nei marines, ma Nicholas Galitzine non riesce a mostrare questa voglia di riscatto sociale che il ragazzo vorrebbe avere, in particolare nei confronti del padre. Per non parlare del fatto che Cassie indossa perennemente delle magliette senza tirarsi fuori i capelli dall'interno dell'indumento. Perché? Non si suda in California? Cosa ci nasconde? Perché i capelli all'interno delle camicie, delle canotte, dei vestiti? Volevano forse provare a vedere come sarebbe stata col caschetto? Cosa ci nasconde la produzione? Purple Hearts è una commedia con piccoli momenti tragici dallo smielato e prevedibile happy ending che lascia l'audience insoddisfatto. Forse è colpa nostra e ormai siamo troppo cinici. Preferiamo le tragiche morti accompagnate da scatole di fazzoletti alle storie a lieto fine, ma i due attori sebbene carini insieme non risultano molto credibili. Il film poteva essere una denuncia sociale molto seria e invece ha optato per la via facile: la storiella d'amore con premesse viste e riviste (ricordiamo tra i più recenti Ricatto d'amore con Sandra Bullock e Ryan Raynolds) di due persone mal assortite che però alla fine... ma sì dai si piacciono. Circa. Forse. Speriamo.