“Who wants to live forever?“, chiedeva Freddie Mercury nel 1986. Questa domanda – che siamo sicuri avrete letto canticchiando – è sottintesa ogni volta che a farsela sono le rockstar. Dirompenti, trasgressive, anticonvenzionali, fin dalla nascita del loro genere di appartenenza questo nugolo di personalità ha lasciato il proprio solco nella cultura di massa. Magari non tutti sono fan dei Rolling Stones, ma tutti conoscono il loro simbolo – la bocca che fa la linguaccia – anche se magari non sanno nemmeno che è collegata a loro. Sì, il mondo delle rockstar è tutto riflettori, applausi e autografi… ma è anche eccessi e fragilità, come ci dimostra Daisy Jones And The Six e come vedremo nella seguente recensione.
La nuova serie TV di Amazon Prime è disponibile sulla piattaforma dal 3 marzo ed è l’adattamento omonimo del romanzo bestseller di Taylor Jenkins Reid. Al centro di quest’opera ci sono la musica, una band squattrinata e una cantante sui generis, che si incontrano creando un’esplosione di colori e di accordi che segna il loro decennio – gli anni ’70. Tutto ha però un prezzo, e chi vola troppo vicino al sole prima o poi precipita inesorabilmente negli abissi. Certo, non prima di aver spaccato tutto e aver cavalcato l’onda. E allora mettetevi comodi e venite con noi a vedere in che modo Daisy Jones And The Six ripercorre le altalenanti acrobazie del rock ‘n roll e cosa ci mette di nuovo.
La trama di Daisy Jones And The Six
La storia inizia in due punti lontani tra loro: Pittsburgh e Los Angeles. In queste due città muovono i loro primi passi con la musica i nostri personaggi, i The Six e Daisy Jones. I primi sono una band, formata dai fratelli Dunne Billy (Sam Claflin) e Graham (Will Harrison), Eddie Roundtree (Josh Whitehouse), Warren Rhodes (Sebastian Chacon) e Chuck Loving (Jack Romano). Daisy Jones invece cresce sola e con una passione sconfinata per la musica nella zona esclusiva di Los Angeles. Mentre la ragazza fa le prime esperienze da spettatrice e ascoltatrice, la band decide di fare sul serio e di compiere il grande passo, ovvero di trasferirsi in California.
Così il gruppo (con qualche turbolenza) parte per la città degli angeli, e a loro si unisce anche Camila, la ragazza di Billy, che sarà a tutti gli effetti la prima fotografa ufficiale della band. Insistendo e puntando in alto i The Six iniziano a farsi strada nel panorama musicale di quegli anni, accogliendo tra le loro fila Karen Sirko (Suki Waterhouse) e conoscendo il produttore Teddy Price (Tom Wright). Ed è proprio lui ad avere il colpo di genio: per rilanciare la carriera dei The Six, in battuta d’arresto per alcuni problemi di Billy, pensa di proporre proprio a Daisy Jones, che nel frattempo si è fatta notare, una collaborazione con la band, che si rivelerà piuttosto turbolenta…
Soundcheck, luci… in scena!
Daisy Jones And The Six è una serie autoconclusiva di 10 episodi, adattata da Scott Neustadter (500 giorni insieme) e Michael H. Weber (Colpa delle stelle). Gli episodi portano le firme di tre registi diversi: James Ponsoldt (The Circle), Nzingha Stewart (Station 19) e Will Graham (Comic Movie), mentre il cast, come si evince già dal trailer (che trovate in basso) è un bouquet di talenti e stelle affermate. La musica – che ricopre un ruolo da comprimaria in questo caso specifico – è opera di Tom Howe (Wonder Woman).
Nella serie il tono della narrazione è stato sapientemente adattato al mezzo. Il romanzo infatti è strutturato come un libro inchiesta che ripercorre la storia della band, riportando le interviste condotte dall’autrice con i personaggi. Sullo schermo invece ci troviamo di fronte alla realizzazione di una docuserie in piena regola: i personaggi si confessano di fronte alla telecamera e rievocano il passato, che noi vediamo però per com’è davvero stato, e non tramite ricostruzioni (che forse avrebbero appesantito il prodotto).
La sudata verso il successo
Daisy Jones And The Six è una storia che mette al centro la musica: il resto le gira intorno, come in un sistema solare. Sul pianeta più vicino a questo sole metaforico incontriamo i The Six agli inizi della loro carriera, intenti a compiere il grande balzo: spostarsi dall’East Coast alla West Coast per inseguire i loro sogni. Questo è un tema che già si è visto in prodotti che fondono TV e musica (un esempio è Rock of Ages), ma nel caso della serie TV questo viaggio verso la felicità incappa in molti più ostacoli risultando molto più reale. I The Six devono lottare e mangiare la polvere per realizzare i loro sogni, mentre contro di loro si infrange la vita con tutti i suoi imprevisti.
Questa lotta viene evidenziata soprattutto dal personaggio di Billy, chitarrista e voce del gruppo, che deve fare i conti con improvvisi cambiamenti nella sua vita privata e la frustrazione del restare anonimi in una città così grande come Los Angeles. La pressione lo metterà a dura prova, decretando così una sorta di primo tracollo della band, che deve fermarsi e riavvolgere il nastro. Fare i conti con il fallimento non è mai facile e questo non ci viene affatto risparmiato: l’industria musicale viene ritratta come un covo di squali affamati, di cui la fama è però solo una piccola soddisfazione.
Musica, anima, essenza
Dall’altra parte, come abbiamo detto prima, c’è Daisy Jones. Con lei vediamo la faccenda da un punto di vista molto diverso: è sicuramente cresciuta in un ambiente molto più privilegiato dei ragazzi della Pennsylvania, anche se proprio come Billy porta dentro di sé i propri demoni interiori. A differenza del ragazzo, però, che si è posto un obiettivo ed è partito senza voltarsi indietro, Daisy fa più fatica ad emergere come persona e come cantautrice. La fatica è dovuta in parte al fatto che non riesce a farsi prendere sul serio come cantante, ma anche perché il modo in cui si approccia alla musica è particolare.
Nel corso della serie vediamo che comporre brani e cercare le parole giuste sono atti molto intimi, in cui il compositore si mette a nudo. E, se da una parte Billy sceglie deliberatamente di concentrarsi su aspetti superficiali di sé per non affrontare i tumulti interiori, Daisy li inserisce nelle sue canzoni in maniera inconsapevole, proprio per non doverli affrontare. La ragazza è sicuramente uno spirito libero, che sente nella musica il forte legame con la natura, ma il dover posizionare il proprio corpo in determinati contesti per estrarne il meglio è il suo metodo di lavoro: indisciplinato e selvaggio, come una risata roboante durante una corsa in un campo.
Tutte le famiglie sono (in)felici a modo loro
Quando Daisy si unisce ai The Six emerge definitivamente anche un’altra figura molto importante, quella della famiglia. Si tratta di un tema che viene mostrato in realtà fin dai primi minuti della serie, ma che solo con l’incontro delle due metà viene raccontato e spezzettato. Vediamo così come i The Six siano una grande famiglia, del modo in cui Billy cerca di tenerla sotto controllo ricoprendo quasi un ruolo paterno (complicato per lui, che ha avuto dei problemi proprio in quel senso). Al contempo, il cantante nutre però seri problemi nel condurre una vita familiare tranquilla, causando incomprensioni e litigi con Camila (Camilla Morrone).
Dall’altro lato abbiamo invece Daisy, che è cresciuta in completa solitudine, ignorata da entrambi i genitori, e che cerca quindi affetti stabili gettandosi però in situazioni sentimentali fragili, in cui gli altri sembrano non corrispondere il suo desiderio di essere amata. Quando i The Six diventano Daisy Jones And The Six le cose cambiano, si raggiunge un equilibrio, che però viene disatteso dal comportamento dei personaggi. Questo lascia un messaggio molto importante: nella vita si hanno molte famiglie, e non è detto che tutte debbano durare. Ma questo non significa che non si possa trarre il meglio da ciascuna di esse.
Le nostre conclusioni su Daisy Jones And The Six
A scanso di spoiler preferiamo fermarci qui: la serie ha molti altri lati da mostrare agli spettatori, compresa una conclusione tanto agrodolce quanto inaspettata. Sicuramente una delle sensazioni che vi rimarranno addosso dopo la visione è la nostalgia, che dai personaggi si spande fuori e diventa globale. Nostalgia della giovinezza, della libertà, di quegli anni così selvaggi eppure così spensierati. E, sul finale, vi coglierà la speranza di un nuovo inizio, di una seconda possibilità: è sempre auspicabile fare la scelta giusta, ma altrettanto lo è seguire il proprio cuore senza rimorsi.
Noi di Kaleidoverse vi aspettiamo nei commenti, sulle nostre pagine social e sui nostri gruppi community (Facebook e Telegram), dove ci troverete ad ascoltare a manetta Aurora, l’album epocale di Daisy Jones And The Six. Sì, esiste davvero, i primi singoli sono comparsi sulle piattaforme prima che la serie uscisse. E a partire dal 3 marzo sarà disponibile per intero, quindi cosa aspettate? Diteci quali canzoni sono le vostre preferite, e cosa ne pensate delle performance canore del cast. Buon ascolto!
Daisy Jones And The Six è una serie TV che riesce ad adattarsi, a partire dalla struttura, al mezzo che è stato scelto per lei. Lo fa con grande nonchalance, dedicandoci dieci episodi carichi di musica, performance attoriali e canore meravigliose e un tuffo nel passato che farà venire la nostalgia anche ai più giovani. Seduti davanti allo schermo seguiamo l'ascesa di una band nella Los Angeles degli anni '70, piena di luci, colori e paillettes come non mai, ma anche di contraddizioni, sacrifici e lati bui che sfuggono al clamore della ribalta. La narrazione adottata riesce a tirare fuori molto sia dei personaggi che degli attori, ridando però sempre e solo alla musica il vero posto da protagonista.