Chi è cresciuto a cavallo tra il 2000 e il suo primo decennio guardando anime e leggendo manga ricorderà i Big 3 – One Piece, Bleach e Naruto. Il primo è più attivo che mai – ne hanno ricavato addirittura una serie live action – e Naruto sopravvive nella memoria collettiva grazie al sequel spin-off, Boruto. Ma Bleach – concluso nel 2016 – sembrava essere destinato a sedimentarsi nella storia del fumetto nipponico. Almeno, finché l’anime non è tornato con una nuova serie, che sta adattando l’ultimo arco del manga. È ormai un anno che Bleach Thousand-Year Blood War è disponibile e conta all’attivo ben due parti. Quest’estate Kaleidoverse ha seguito la Parte 2, e siamo pronti a tirarne le somme in questa recensione complessiva.
La prima parte dell’anime – The Blood Warfare – è andata in onda da ottobre a dicembre 2022, mentre la seconda, di cui trovate tutte le recensioni per episodio qui, ci ha tenuto compagnia da luglio a settembre. Curata sempre da Tomohisa Taguchi (Digimon Adventure: Last Evolution Kizuna) insieme a molti altri registi, The Separation conta 13 episodi, che adattano 7 volumi del manga – dal 61 al 67. E il sottotitolo, alla luce di quello che abbiamo visto, risulta davvero molto esplicativo. Vediamo insieme perché, tenendo a mente che sotto questa foto ci sono degli spoiler.
Bleach Thousand-Year Blood War: The Separation
Questa seconda stagione inizia con la volontà da parte di Yhwach di conquistare il mondo in 9 giorni. Il Wandenreich dà così inizio alla sua seconda invasione, con un ordine ben preciso: gli Sternritter devono trovare i capitani ai quali hanno rubato i Bankai per eliminarli. Iniziano quindi una serie lunga e quasi ininterrotta di scontri isolati che vedono i capitani rimasti nel Seireitei combattere contro i Quincy. Grazie all’intervento di Urahara, inoltre, gli Shinigami riacquistano i Bankai rubati, ma subito gli arcieri controbilanciano usando i Vollständig – in pratica, i loro Bankai. I combattimenti si fanno sempre più accesi e vedono scendere in campo molti personaggi – Sternritter, ma anche Shinigami che conoscevamo e che non avevano ancora tirato fuori le Zanpakutō.
Rukia, Renji, Byakuya e Ichigo tornano nel Seireitei dopo il soggiorno nei palazzi della Guardia Reale – Ichigo si farà attendere perché intraprende un percorso diverso dagli altri, vista la sua duplice natura – e contribuiscono alle lotte in corso, sfoderando nuove versioni dei loro Bankai, e non sono gli unici. Anche Kenpachi, dopo aver sconfitto Unohana, riappare mostrando le capacità della sua ritrovata Zanpakutō, e Kurotsuchi sbaraglia un esercito di Shinigami zombie – tra i quali spiccano molti capitani sconfitti. Le cose prendono però una piega inattesa quando Yhwach, accompagnato da Haschwalth e Ishida, compare di fronte a nemici e ad alleati per ascendere verso il Palazzo Reale. Mentre Ichigo, ricongiunto con Chad e Orihime, osserva Ishida voltare loro le spalle e si prepara a seguirli, la Guardia Reale dà il via a un’offensiva senza esclusione di colpi contro gli intrusi.
Sternritter: angeli della battaglia
Dopo l’arrivo dell’esercito dei Quincy nella prima parte dell’anime, che già aveva mostrato molto delle loro capacità – molte in più rispetto a quelle di Ishida – questa seconda parte si concentra sugli Sternritter, approfondendo molto i loro poteri e le loro personalità. Diversificati dalle lettere dell’alfabeto, ogni membro dell’esercito di Yhwach si dimostra un nemico temibile e sappiamo che molti dei conflitti che hanno preso il via riprenderanno nella parte 3 – come quello tra Renji e Bazz-B.
Interessante è anche il Vollständig, la tecnica di potenziamento che libera gli Sternritter dai freni inibitori dando loro anche un bel paio di ali. Questa tecnica, così simile al Bankai, è lo strumento perfetto per mostrare agli spettatori i poteri del singolo personaggio, le sue stranezze e le sue unicità. La caratterizzazione dei personaggi è sempre stata infatti il punto forte di Kubo, che nel corso degli anni ha sempre disegnato antagonisti magnetici, tutti con un minimo di storia o di motivazione. E anche in questo caso non si è smentito.
Più spazio ai secondari
Nel corso dei 13 episodi della seconda parte Ichigo Kurosaki si vede ben poco. Il nostro protagonista resta insieme a Ichibei e intraprende un addestramento a parte, mentre gli altri ritornano nel Seireitei a dare una mano. Anche se quei pochi secondi in cui lo vediamo sono molto interessanti e sollevano tantissime domande, la verità è che nel corso di The Separation sono i personaggi secondari a essere protagonisti. Shinigami o Quincy, non ha importanza: sono loro ad animare la stagione e a farsi conoscere.
Oltre agli scontri larga parte è occupata anche dalla scienza – per quanto si possa definire tale. Urahara e Kurotsuchi guadagnano molto terreno e molti minuti, regalandoci scambi degni di Frankenstein Junior. Mentre il negoziante di Karakura lavora a progetti misteriosi avvalendosi della collaborazione dei Vizard, il Capitano della Divisione 12 ne escogita una più del diavolo per tenere testa ai nemici, passando dagli abiti luminosi alle iniezioni con il suo solito bizzarro approccio e la sua spietata lucidità, sempre spruzzata dall’aria di superiorità tipica degli scienziati pazzi.
Un finale più aperto che mai
Gli ultimi episodi si sono concentrati sull’assalto di Yhwach e di un drappello di fedelissimi al palazzo reale, che si è concluso con una mossa da parte di Ichibei che a qualcuno avrà sicuramente ricordato un altro anime, Inazuma Eleven. Scherzi a parte, gli ultimi avvenimenti hanno rappresentato il climax di questa seconda parte dell’anime, che ci ha lasciati sul bordo della sedia e con una voglia matta di vedere il seguito. Fino a questo momento, infatti, i membri della Guardia Reale e Yhwach stesso hanno rappresentato delle grandi incognite.
Il passato del leader dei Quincy è legato a quello del leader della Divisione 0, che dimostra di avere un potere stupefacente. In generale, ogni singolo membro della Guardia Reale svela abilità sorprendenti, che culminano nel sacrificio estremo e nel Bankai che sembra mettere a posto tutto. Anche la tecnica evocata da Yhwach ha dell’incredibile, conservando la stessa spietata sorte che presentava nel manga. Ichigo e i suoi compagni, infine, non sono ancora arrivati a destinazione, e chissà cosa troveranno ad aspettarli, dal momento che su carta le cose andavano un po’ diversamente. Ma per saperlo dovremo aspettare.
Le nostre conclusioni su Bleach Thousand-Year Blood War
La seconda parte di Bleach Thousand-Year Blood War – The Separation – prosegue in maniera naturale quanto iniziato durante The Blood Warfare, e ci lascia con un cliffhanger che dovremo sostenere fino all’anno nuovo, quando arriverà la terza parte, The Conflict, come annunciato da Viz Media. Se non altro avremo tutto il tempo di rileggere i volumi rimanenti, per farci un’idea di come si evolveranno gli eventi e se verranno apportati altri cambiamenti.
Speriamo di avervi tenuto compagnia quest’estate con Bleach Thousand-Year Blood War, e che sarete d’accordo su quello che abbiamo evidenziato in questa recensione finale. Vi ricordiamo di seguire Kaleidoverse sulle pagine social per restare sempre aggiornati sui nostri articoli – ci occupiamo di cinema, serie TV e videogiochi, oltre che di anime e manga. E se volete commentare con noi le prossime uscite potete farlo iscrivendovi ai nostri gruppi community, su Facebook e Telegram. Vi aspettiamo!
Bleach Thousand-Year Blood War è tornato con una seconda parte – The Separation – che riprende con estrema naturalezza quello che gli spettatori hanno guardato in The Blood Warfare. Se dal punto di vista meramente grafico lo stile si conserva perfettamente uguale è la storia a cambiare, concentrandosi sui personaggi secondari e sullo svolgimento del conflitto nella Soul Society. Mentre il nugolo dei protagonisti si riprende e torna in campo con nuovi poteri, gli antagonisti si fanno conoscere e amare, e il loro capo emerge dalle ombre per muovere la sua mossa. Il finale aperto ci dà infine appuntamento con i nuovi episodi: la partita è ancora tutta da giocare.