“Betelgeuse, Betelgeuse, Betelgeuse!“, chiamava la giovane Lydia Deetz nel film cult del 1988 Beetlejuice – Spiritello porcello. Il personaggio impersonato da Michael Keaton ha fatto la storia del cinema e la fortuna tanto dell’attore quanto della sua giovane co-protagonista. E – non dimentichiamolo – di un regista che delle atmosfere buie, strane ed eccentriche ha fatto la sua firma: Tim Burton. Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi perché Kaleidoverse abbia scelto di dedicare un articolo a un film vecchio di più di 30 anni. Il motivo è semplice: il prossimo settembre negli Stati Uniti uscirà Beetlejuice Beetlejuice, sequel tanto sperato quanto inatteso.
La pellicola vedrà il ritorno di Wynona Rider (Ragazze interrotte) e di Keaton (Birdman) nei rispettivi ruoli, insieme a nuovi talenti come Jenna Ortega, che con la sua Mercoledì ha riportato il riflettore sulla sottocultura weird e spooky sbocciata negli anni ’90. Tornando a Beetlejuice, però, viene da chiedersi quale sia la sua origine, perché è un film che costituisce un po’ un unicum per quegli anni. È di questo che parleremo in questo articolo, dopo aver ripassato la trama del film.
Beetlejuice – Spiritello porcello: la trama
Adam (Alec Baldwin) e Barbara (Geena Davis) sono una bella coppia sposata con tanti progetti per il futuro. Peccato che il destino abbia in serbo per loro ben altro: muoiono entrambi in un incidente d’auto. È solo tornando a casa, però, che si rendono conto di essere diventati dei fantasmi. Casa loro, rimasta vuota – perché anche se loro sono lì non li vede nessuno – viene comprata dai Deetz, una famiglia di New York. I due fantasmi cercano di adattarsi alla convivenza, ma in particolare i coniugi (Jeffrey Jones e Catherine O’Hara) si rivelano ben presto insopportabili.
Per questo motivo Adam e Barbara cercano di spaventarli per farli andare via – anche accettando l’aiuto di Lydia (Wynona Rider), la lugubre figlia dei Deetz. Il tentativo, però, fallisce. Esasperati, si dirigono nell’aldilà alla ricerca di aiuto e finiscono per chiederlo a Betelgeuse (Michael Keaton), un bio-esorcista non molto raccomandabile che, dopo essere stato educatamente licenziato, si intestardisce e si stabilisce nella casa, creando scompiglio e facendosi notare dai Deetz. I coniugi, adesso consapevoli delle presenze sovrannaturali in casa, cercano di renderle visibili per lucrarci, ma dopo aver capito che questo avrebbe comportato la morte – definitiva – di Adam e Barbara si raggiunge uno stato di convivenza pacifica, mentre Betelgeuse resta intrappolato nell’aldilà.
Beetlejuice: le origini
Dopo aver ripassato la trama possiamo oltrepassarla e andare a vedere insieme cosa c’era prima del film. Beetlejuice nasce infatti dalle penne di Michael McDowell – autore della saga letteraria dei Blackwater – e del compagno Laurence Senelick, anche lui scrittore e regista. Alla base il desiderio di creare qualcosa che risuonasse delle stesse atmosfere dei film di quel periodo come Poltergeist (1982) e Ghostbusters (1984), ma che spiccasse. Il desiderio creativo si fuse, però – come accade spesso nelle vite degli scrittori – con la vita privata: i loro vicini di casa erano particolarmente irritanti.
Da qui l’idea di creare una storia in cui dei fantasmi – gentili, però, a differenza del canone generale del genere –devono sbarazzarsi dei vivi che hanno occupato casa loro perché fastidiosi. Per farlo gli spettri si sarebbero avvalsi dei servizi di Betelgeuse, un bio-esorcista – un esorcista dei vivi. La sceneggiatura, una volta completata, arrivò nelle mani della Warner Bros, ma subì una parziale riscrittura. Inizialmente, infatti, la storia era decisamente più spaventosa e cruda, carica di scene tese e drammatiche – tra cui la morte di Lydia, alla fine del film, che sarebbe diventata la figlia adottiva di Adam e Barbara. Inoltre, lo stesso Betelgeuse avrebbe avuto un aspetto davvero terrificante, ben lontano da quello finale.
Beetlejuice: il successo
Probabilmente, se la sceneggiatura non fosse stata rimaneggiata andando ad inserire degli elementi comici, bizzarri e divertenti, la storia finale non avrebbe avuto il successo con cui lo ricordiamo. Una volta ultimati gli aggiustamenti, però, serviva un regista all’altezza: e i pensieri dei capi della Warner ricaddero su un giovane Tim Burton, fresco del successo di Pee-wee’s Big Adventure (1985), che accettò il progetto e vi si dedicò riversandogli dentro il suo particolare mondo interiore.
Ogni sua scelta, per quanto anticonvenzionale – come quella di Keaton per la parte di Betelgeuse, dopo le critiche raccolte nella sua precedente interpretazione – si rivelò vincente. Possiamo dire che Beetlejuice costituisce, per Burton, l’inizio vero e proprio della sua lunga e prolifica carriera, ponendo dei capisaldi del suo cinema che sono ritornati a più riprese, come la collaborazione musicale con Danny Elfman, ma anche i sodalizi con lo stesso Keaton e con Wynona Rider. Non è un caso se, dopo l’uscita di questo film, Burton e Keaton ritornarono a lavorare insieme nell’iconico Batman (1989) della Warner.
In attesa di risentire il suo nome
È vero, dopo l’uscita del film toccò alla serie animata, che estese completamente il successo e l’unicità del mondo di Beetlejuice al pubblico più piccolo. Ma quei bambini ora sono adulti, e non vedono l’ora di tornare al cinema per rivedere quello spirito un po’ malevolo ma tanto simpatico combinarne un’altra delle sue. Sarà un’altra trovata dell’ondata di nostalgia che caratterizza il cinema internazionale da qualche anno a questa parte, o Beetlejuice Beetlejuice ha davvero qualcosa di nuovo da dire? Alla regia avremo sempre Tim Burton, quindi chissà.
Voi andrete a vederlo, non appena arriverà nelle sale italiane? Avete mai visto il primo – ormai possiamo dirlo – film? Lasciateci i vostri pensieri in merito qui su Kaleidoverse o sulle nostre pagine social, che potete seguire per restare sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati. Quali film meriterebbero un sequel?, la recensione di Atlas e quella di Power: la polizia negli Stati Uniti sono solo alcuni dei nostri contenuti che vi aspettano. Vi ricordiamo inoltre i nostri gruppi community, su Facebook e Telegram. Alla prossima!