Il fascino dei sequel è sempre dietro l’angolo, pronto a risvegliarsi ogniqualvolta una storia, concludendosi, sembra lasciarsi alle spalle un punto e virgola piuttosto che un punto. Mondi strepitosi, personaggi profondi, storie che sembrano avere ancora qualcosa da dire sono tutti ingredienti che possono stuzzicare il fascino di chi, quelle storie e quei mondi e quei personaggi finisce per amarli, ma non tutte finiscono per continuare, malgrado i finali aperti o il potenziale di un’altra storia. È questo il tema di questo nuovo articolo di Kaleidoverse: quali sono i film che meriterebbero un sequel?
Nella rassegna che state per leggere – in cui i titoli sono ordinati per anno di uscita – chi scrive ha stilato una lista – un po’ personale, un po’ dettata dalle classifiche – di pellicole che, per un motivo o per un altro, urlano da dietro i titoli di coda il bisogno di esprimere qualcosa di più, che però è rimasto inascoltato – vuoi per motivi economici o di altra natura. Ecco, allora, i film che meriterebbero un sequel: iniziamo andando un po’ indietro nel tempo e tornando agli inizi del 2000.
La leggenda degli uomini straordinari (2003)
La leggenda degli uomini straordinari è la trasposizione – ne troveremo molte in questo articolo – omonima di una serie fumettistica firmata da Alan Moore (V for Vendetta) e Kevin O’Neill (Marshal Law). Il film vede alla regia Stephen Norrington (Blade) e rappresenta l’ultimo ruolo ricoperto da Sean Connery (Marnie) prima del suo ritiro dalle scene. La storia è un fantasy molto action che fonde realtà storica e letteraria riunendo sotto lo stesso cielo vari personaggi della letteratura come Mina Harker (Peta Wilson), Dorian Gray (Stuart Townsend), Tom Sawyer (Shane West) e molti altri, tutti alleati contro il misterioso e malvagio The Phantom.
Da un certo punto di vista La leggenda degli uomini straordinari forse potrebbe restare lì dov’è: dopo l’uscita non ha riscosso il successo sperato, raccogliendo un bel numero di critiche negative. Inoltre, nonostante il finale sia palesemente aperto, si potrebbe interpretare come un poetico addio a Connery. Ma chi scrive non ci sta: sicuramente la pellicola non è perfetta, ma non per questo il potenziale narrativo doveva esaurirsi alla sua conclusione. Gli albi cartacei, infatti, raccontano molto di più, ed è quindi un peccato che la vastità dell’universo narrativo creato da Moore e O’Neill non sia arrivata al grande pubblico. Chissà, magari un sequel avrebbe risollevato le sorti del nascente fenomeno.
Eragon (2006)
Anche Eragon è una trasposizione – del romanzo omonimo di Christopher Paolini (Dormire in un mare di stelle). Uscito nelle sale nel 2006, è stato diretto da Stefen Fangmeier (Wanted – Scegli il tuo destino) e ha come protagonisti Ed Speelers (Downton Abbey), Jeremy Irons (Lolita) e Rachel Weisz (La mummia) – in veste di doppiatrice – oltre che una breve apparizione di John Malkovich (Essere John Malkovich) nei panni dell’antagonista principale, il re Galbatorix. La storia si svolge nel continente immaginario di Alagaësia, dove il giovane Eragon vede la sua vita cambiare per sempre dopo il ritrovamento di una misteriosa pietra blu.
Come nel caso di La leggenda degli uomini straordinari questo film è stato accolto in maniera discordante dal pubblico e dalla critica. Ci sono infatti molte incongruenze con la storia cartacea, e molto spesso nel corso della pellicola gli attori non sembrano esprimere il meglio di sé. Malgrado ciò, il finale era aperto e suggeriva un sequel, che sarebbe stato molto naturale data la vita cartacea di quella che poi, nel corso degli anni, è diventata una saga che conta, allo stato attuale, ben 6 volumi. Chissà che Disney – come suggerito dallo stesso Paolini – non riesca a fare ciò che nel 2006 non è stato fatto.
Spider-Man 3 (2007)
Spider-Man 3 è il capitolo conclusivo della trilogia di Sam Raimi (La casa) dedicata all’omonimo supereroe, interpretato in questa occasione da Tobey Maguire (Il grande Gatsby). Oltre al celebre attore, emerso definitivamente proprio grazie a questi film, nel cast spiccano Kirsten Dunst (Civil War), James Franco (The Interview) e un cattivissimo quanto folle Willem Dafoe (Povere creature!). La trama ruota ancora una volta intorno a Peter Parker, questa volta attraversato da una profonda crisi che esplode a causa dell’arrivo di una misteriosa creatura aliena.
Il film oggi viene ricordato per il potenziale memetico, inutile negarlo, ma la verità è che la cifra stilistica di Raimi spesso dà adito a momenti iconici che si conservano nel tempo. Ciò che invece resta vago e inconcluso è il trittico cinematografico di Spider-Man, che si conclude con una strizzatina d’occhio agli spettatori, lasciando presagire che Venom potrebbe tornare, ma sparendo definitivamente nella memoria del cinema. Si potrebbe obiettare che una trilogia vada bene, ed è così, ma sarebbe stato molto migliore decretare una conclusione piuttosto che lasciare la porta aperta.
Push (2009)
Push è l’incarnazione di un grosso potenziale completamente sprecato. Diretto da Paul McGuigan (Slevin – Patto criminale) il film ha nel cast molti volti che si sono affermati, in seguito, come attori validi. Tra i protagonisti principali ricordiamo Dakota Fanning (Man on Fire), Chris Evans (Captain America: il primo vendicatore), Djimon Hounsou (Blood Diamond), Cliff Curtis (Colombiana) e Ming-Na Wen (Agents of S.H.I.E.L.D.). Per quanto riguarda la trama del film si tratta di qualcosa di originale: una storia che fonde fantascienza, spionaggio e azione e introduce un nuovo universo fatto di persone speciali dotate di capacità singolari, come la telecinesi o la chiaroveggenza.
Push sarebbe stato un ottimo trampolino di lancio per un franchise – tanto che negli States dopo l’uscita della pellicola è stata realizzata una serie a fumetti – dal momento che il finale è aperto e l’universo introdotto è vasto e degno di essere esplorato. Di un sequel, però, nemmeno l’ombra, il che ha lasciato molte domande nelle menti degli spettatori. Potenzialmente si potrebbe realizzare un sequel, a distanza di tutto questo tempo? La risposta, a parere di chi scrive, è affermativa. Si potrebbero sfruttare gli anni trascorsi per sviluppare una trama avvincente e originale che dia finalmente all’universo di Push il giusto rilievo senza azzerare tutto con un reboot.
The Amazing Spider-Man 2 (2014)
Restiamo nell’ambito delle persone straordinarie ma torniamo agli adattamenti e al simpatico Spider-Man di quartiere con The Amazing Spider-Man 2, che è in realtà già di suo un sequel. Diretto da Marc Webb (Gifted -Il dono del talento), il film vede nei panni di Peter Parker Andrew Garfield (Non lasciarmi) e annovera nel cast – oltre a Emma Stone (La la land) – Jamie Foxx (Django Unchained) nei panni dell’antagonista. La storia sviluppa il racconto del primo film e segna un punto tragicamente necessario nella vita del supereroe, tanto che quegli eventi ritornano poi alla memoria in Spider-Man: No Way Home (2021) – in cui tra l’altro è presente anche Tobey Maguire.
Come nel caso di Spider-Man 3, The Amazing Spider-Man 2 si lascia alle spalle un finale aperto – che introduce tra l’altro un nuovo villain, Rhino, interpretato per l’occasione da Paul Giamatti (The Holdovers) – che è rimasto disatteso. All’uscita i punteggi raccolti non erano stati eccellenti – 6,6/10 secondo IMDb – ma a questo punto, dopo la pellicola del 2021 che ha visto il ritorno dei primi due Peter, è lecito chiedersi se non possa esserci ancora una possibilità per lo Spider-Man di Garfield, anche alla luce del periodo buio che lui stesso ha ammesso di aver affrontato dopo quello che accade a Gwen.
Operazione U.N.C.L.E. (2015)
Cambiamo genere e atmosfera con Operazione U.N.C.L.E., pellicola che porta tutta la cifra stilistica di Guy Ritchie (The Gentlemen). Reboot di una famosa serie TV americana andata in onda tra gli anni ’50 e ’60, Operazione U.N.C.L.E. ha come protagonisti Henry Cavill (The Witcher), Armie Hammer (Chiamami col tuo nome) e Alicia Vikander (Tomb Raider), che mettono in piedi una storia che fonde spionaggio, eleganza, azione e il tipico aplomb inglese che traspare nei lavori di Ritchie.
Il motivo per cui Operazione U.N.C.L.E. meriterebbe un sequel, anche a distanza di anni, è che si tratta di una pellicola introduttiva che vede la nascita dell’organizzazione: che ne è di quello che accade dopo? Non è dato saperlo, a meno che lo spettatore paziente e folgorato non abbia a disposizione la serie originale. È un peccato che il talento dei tre protagonisti non abbia avuto modo di approfondire la dinamica di gruppo a tutti gli effetti, cosa che occuperebbe sicuramente molto bene un secondo capitolo.
The Divergent Series: Allegiant (2016)
Da una spy story andiamo a parlare di un universo sci-fi e distopico, quello di Divergent, nato dalla penna di Veronica Roth. Uscito in un periodo in cui i Young Adult prosperavano – sulla scia di Twilight – Divergent racconta la storia di Tris Prior (Shaileen Woodley), giovane ragazza che scopre, in un mondo che vive basandosi su un sistema organizzato in fazioni, di essere una divergente, ovvero di non rientrare in alcuna categoria. Trama interessante in cui non mancano i sentimenti ma anche una sana dose d’azione, la saga di Divergent si sviluppa in quattro volumi, di cui Allegiant rappresenta il terzo.
Originariamente sarebbe dovuto essere il terzo e ultimo capitolo della saga – l’ultimo libro, Four, si pone un po’ come uno spin-off incentrato sul personaggio omonimo, al cinema impersonato da Theo James (Sanditon) – ma, un po’ per la lunghezza dell’ultimo atto e, forse, un po’ per tentare di replicare il successo della divisione a metà già operata dalla saga di Harry Potter e da quella di Twilight, si decise di tagliare a metà la narrazione. Il problema? Allegiant ha visto la luce e ha raccolto molte critiche, rivelandosi un flop e decretando, così, la fine di quello che sarebbe dovuto essere l’ultimo, definitivo capitolo della saga cinematografica, Ascension. La speranza, però, è l’ultima a morire: chissà che in futuro non arrivi la vera parola fine alla sorte di Tris e dei suoi amici.
Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (2017)
Torniamo indietro nel tempo e andiamo a scomodare un po’ i pirati, che il mondo ha amato grazie alla Disney e a Pirati dei Caraibi, uno dei suoi franchise più fruttuosi degli ultimi anni, nato da un’attrazione dei suoi parchi a tema e resa iconica da Johnny Depp (Nemico pubblico), che ha dato vita al Capitan Jack Sparrow. Iniziata nel 2003, la saga piratesca ha visto nel corso degli anni lo sviluppo di una storia – quella di Will (Orlando Bloom) ed Elizabeth (Keira Knightley) – che sembrava essersi conclusa nel 2007. Dopo, un quarto capitolo che ha visto il ritorno di Depp e ha raccontato una storia nuova. Il quinto capitolo arriva 6 anni dopo il quarto e approfondisce il personaggio di Barbossa (Geoffrey Rush), ma non solo.
Nel film appare un nuovo personaggio, Henry (Brenton Thwaites), che scopriamo essere il figlio di Will ed Elizabeth. Il ragazzo è in effetti il protagonista, insieme a Kaya Scodelario (Skins) e nel corso della storia riesce a trovare un modo per ridare al padre la mortalità e la libertà dalla maledizione dall’Olandese Volante, tanto che alla fine del film l’uomo torna a casa, felicissimo, anche se per poco. È sul finale – ancora una volta aperto – che lo spettatore attonito coglie un suggerimento inaspettato: e se adesso che Will ha riacquistato la libertà tornasse Davy Jones (Bill Nighy)? Al momento non sappiamo cosa possa significare, data anche la tempesta giudiziaria e mediatica che Depp ha affrontato negli ultimi anni. Ma chissà: in quanto a tempistiche la saga ha già dimostrato di prendersela con calma.
Alita – Angelo della battaglia (2019)
Ritorniamo agli adattamenti, ma questa volta affacciamoci al mondo dei manga, perché Alita – Angelo della battaglia è la trasposizione della opera nipponica omonima di Yukito Kishiro. Il film vede alla regia Robert Rodriguez (Spy Kids) e nel cast Rosa Salazar (Al nuovo gusto di ciliegia), Christoph Waltz (Bastardi senza gloria), Jennifer Connelly (Requiem for a dream) e molti altre stelle già splendenti. La storia si svolge in un mondo futuristico e ha per protagonista una cyborg, Alita, che compie un viaggio turbolento per scoprire chi è in realtà.
Il film è bello e godibile: la CGI è usata con criterio e la trama di suo è accattivante, resa anche molto bene dal cast – Waltz è una garanzia, mentre Salazar si rivela una bella scoperta. Ciò che manca è, ovviamente, un sequel, che ci starebbe benissimo, dato il finale – una vera e propria promessa non solo all’antagonista, un serafico Edward Norton (Fight Club), ma anche agli spettatori – aperto e che lascia presupporre un secondo atto che però, ad oggi, non c’è stato.
I sequel: sentieri non sempre battuti
Scegliere di realizzare un sequel è sempre rischioso, soprattutto se il punto di partenza è particolarmente amato dal pubblico. Si corre infatti il rischio di non riuscire a mantenere l’affetto e l’interesse. Altre volte, invece, è proprio un basso interessamento nei confronti dei primi capitoli a decretare la fine di progetti che potrebbero rivelarsi invece molto ambiziosi. Noi ve ne abbiamo ricordati 9 che meriterebbero un seguito, ma sappiamo quanto ampia potrebbe essere questa lista.
Voi, di quali di questi film vorreste vedere un sequel? O magari ne avete altri che non abbiamo menzionato in questo articolo? Raccontateci tutto qui su Kaleidoverse o sulle nostre pagine social, che potete seguire per restare sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati – come la recensione di Power: la polizia negli Stati Uniti, quella di X-Men ’97 o quella di Copshop. Abbiamo anche due gruppi community su Facebook e Telegram, ai quali potete iscrivervi per parlare con noi delle ultime novità in campo cinematografico, seriale, videoludico e animato. Vi aspettiamo numerosi!