“Heroes always get remembered, but you know legends never die“, cantano i Panic! At The Disco, e forse un po’ è vero. Ma se gli eroi vengono ricordati abbastanza a lungo diventano leggende e, di conseguenza, non muoiono mai. È il caso di Ayrton Senna da Silva, che tutti ricordiamo semplicemente come Ayrton Senna, fuoriclasse della Formula 1 che ha segnato un decennio della sua categoria collezionando record e titoli mondiali. Il 2024 segna ben 30 anni dalla sua prematura e tragica scomparsa, e Netflix ha deciso di omaggiarlo con Senna, una miniserie biografica che racconta la vita e la carriera del campione dagli esordi all’ultima gara. Kaleidoverse ha potuto visionare in anteprima i 6 episodi che la compongono, e ne parlerà in questa recensione.
La regia della serie è in mano a Vicente Amorim (Santo), Julia Rezende (A Boyfriend for my Wife) e Marcelo Siqueira (The Assailant). La sceneggiatura vede la firma di Amorim, Gustavo Bragança (The Division), Alvaro Campos (Altas Expectivas), Thais Falcão (Da Ponte pra Lá), Álvaro Mamute (Impuros), Rafael Spínola (A Mentira), James Daniel Wilson (Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali). Nel cast, tra gli altri, abbiamo Kaya Scodelario (Skins), Gabriel Leone (Eduardo and Monica), Matt Mella (The Bureau), Joe Hurst (Ready Player One). Steven Mackintosh (Lock, Stock and Two Smoking Barrels) e Felix Mayr (Unorthodox).
Senna Recensione: la trama della serie
La serie parte dagli albori della vita e della carriera di Senna, in Brasile, dove la passione per l’automobilismo lo fa pilota di kart. Presto, però, l’aspirazione a qualcosa di più lo porta a lasciare la terra natale per inseguire il sogno di correre in Formula 1, diventando lentamente una figura nota in Europa e poi nel resto del mondo. Nel corso degli episodi vediamo la crescita di Senna come pilota e come persona, ponderando attente scelte che condizioneranno il resto della sua vita.
Mentre la sua notorietà aumenta gradualmente, facendogli cambiare scuderie spesso e consentendogli di passare dalla Formula 3 alla Formula 1, Senna stringe anche molti rapporti a livello personale e professionale che lo contraddistingueranno. Poi, ovviamente, vediamo i suoi successi sportivi: dalla sua prima vittoria in Formula 1 al raggiungimento del titolo di campione del mondo, la serie ripercorre tutte le sue gare più celebri, andando ad incastonare la figura di Senna in modo nuovo.
Senna Recensione: una docuserie recitata
Guardare Senna annulla quasi del tutto la quarta parete. Ogni elemento che compone la serie è infatti curato nei minimi dettagli e immerge lo spettatore nei ruggenti anni ’80. La regia è dinamica tanto quanto il protagonista e lo sport che pratica, indugiando solo nei momenti più intimi e personali della trama e dando pieno risalto alla figura di Senna – in particolar modo quando si trova al volante. Per realizzare la serie, infatti, è evidente l’uso di veri spezzoni delle gare, il che contribuisce ad aumentare il realismo del prodotto.
Per quanto riguarda la scrittura, Senna narra una storia vera, e lo fa cercando di restituire un ritratto quanto più completo e reale del pilota. Ciò è evidente dalla scelta di introdurre nuovi luoghi o nuovi personaggi inserendo a schermo il loro nome e il loro ruolo: una mossa che aiuta chi non ha visto in prima persona quegli anni e che riporta indietro nel tempo chi invece c’era. Il cast ha saputo svolgere il proprio lavoro in maniera eccelsa. In particolar modo un plauso lo merita Gabriel Leone, che ha saputo impersonare Ayrton Senna in un modo che ci ha fatto venire i brividi.
Senna Recensione: l’uomo
In Senna lo spettatore non apprende solo dei meriti professionali di Ayrton Senna, ma impara anche a conoscerne il lato più personale, intimo e tormentato. Un ragazzo e un uomo con una vera e propria vocazione da seguire, a discapito dei desideri della sua famiglia, che decide di mettere dolorosamente in secondo piano. Il Senna che vediamo è quindi, una volta dismessi i panni del pilota, molto emotivo e a tratti irruento. La sua vita privata è segnata sicuramente dall’amore della sua famiglia, che alla fine gli è rimasto accanto accettando il suo volere, ma non solo.
Importanti sono anche le storie d’amore che lo hanno accompagnato nel corso della vita e che rappresentano forse l’aspetto più turbolento di Ayrton Senna, perché riportano sempre alla constatazione che, nel dover scegliere tra l’amore e l’automobilismo, il pilota sopraffaceva sempre l’uomo. E lo ha fatto fino all’ultimo. Il disequilibrio costante in questo aspetto della sua vita si consolida solo nel rapporto con la sua famiglia, come abbiamo detto sopra, e negli insegnamenti che ha portato avanti.
Senna: il pilota
C’è poi l’Ayrton Senna pilota che tutti ricordano e celebrano a livello internazionale ancora oggi. Non siamo noi a definirlo un fuoriclasse dell’automobilismo, ma i suoi meriti, che nella serie vengono riportati uno per uno. Non si evidenziano solo la sua tenacia e la sua perseveranza, ma anche il suo immenso talento in ogni aspetto dello sport al quale ha dedicato anima e corpo: Senna non era solo un pilota, anzi. Senna era un pilota di come non ce ne sono più, uno di quelli che le macchine non si limitava a guidarle, ma di cui sapeva ascoltare i benché minimi cambiamenti.
Si intendeva di meccanica, aveva discussioni lunghe e aperte con i meccanici che si prendevano cura delle monoposto, aveva una sensibilità che oltrepassava i sentimenti umani e andava a percepire l’auto, che dunque non si riduceva a mero mezzo di trasporto o di diletto, ma diventava un tutt’uno con lui. A questa sua peculiarità sono dedicate numerose scene della serie che, secondo noi, hanno reso perfettamente l’idea di ciò che Senna viveva quando entrava in pista e dava il meglio di sé.
Senna: il simbolo
Ayrton Senna non era però solo un uomo, e non era nemmeno – paradossalmente – solo un pilota. La sua storia personale, il modo in cui ha dovuto sgomitare per ottenere i dovuti riconoscimenti all’interno del mondo della Formula 1 parlano di razzismo senza mai menzionarlo esplicitamente. Tuttavia, basta poco per collegare il trionfo in Brasile e le sue varie vittorie, che lo hanno eretto a simbolo di quella nazione che, molto più di oggi, era piena di problemi socio-economici.
Senna era quindi per i suoi conterranei un simbolo di emancipazione e di speranza, e rappresentava un’aspirazione per migliaia di bambini. La serie pone moltissima importanza sull’impatto che Senna ha avuto socialmente parlando per il Brasile, ma evidenzia anche il suo impatto come pilota in merito a determinate questioni che includevano la libertà di opinione all’interno degli ambienti più restrittivi della Formula 1 e, in conclusione, alla sicurezza dei piloti in pista, un argomento che gli era molto caro e che voleva concretizzare, prima della sua morte, in un’associazione che avrebbe permesso a tutti i piloti di avere assicurazioni e tutele maggiori.
Le nostre conclusioni su Senna
Senna è una serie TV che lascia il segno e che merita di essere guardata. Se siete appassionati di motori o nostalgici fan della Formula 1 di un tempo, priva quasi del tutto di elementi elettronici e digitali, allora vi consigliamo caldamente la visione. Ricordiamo che ogni singolo tassello che compone Senna sembra essere stato studiato con cura e trasmette allo spettatore ben più della storia di un pilota: regia, sceneggiatura e cast hanno lavorato insieme per regalare allo spettatore una capsula del tempo che si conclude nel 1994 ma vivrà per sempre.
Speriamo di avervi incuriosito: lasciateci in un commento qui sotto le vostre aspettative su questa prossima uscita targata Netflix. Kaleidoverse è un progetto che racconta i vari mondi della creatività, passando dal cinema, alla serialità televisiva, all’animazione e al mondo dei videogiochi. Vi invitiamo inoltre a recuperare i nostri ultimi articoli, come la recensione della seconda stagione della serie TV L’Imperatrice e 2 articoli sul videogioco Pokémon Pocket in cui si parla di quali sono i migliori mazzi da creare e diamo qualche consiglio per iniziare. Alla prossima!
Senna è una miniserie che in soli 6 episodi ripercorre la vita e la carriera di Ayrton Senna, uno dei migliori piloti automobilistici della Storia. La serie non è solo un resoconto romanzato della vita del pilota brasiliano, ma anche un potente strumento di commemorazione, dal momento che il 2024 segna ben 30 anni dalla scomparsa di Senna. La regia è dinamica sia nel raccontare le corse che nella tranquillità della vita quotidiana, mentre la sceneggiatura sceglie di narrare la sua storia con semplicità e riuscendo a toccare contemporaneamente la brillante carriera del pilota, l’animo dell’uomo e l’impatto profondo e rivoluzionario che il simbolo ha avuto sia per il Brasile che per il mondo della Formula 1. Il cast indossa i panni dei personaggi con disinvoltura e naturalezza, tanto da annullare la distanza dettata dalla veridicità dei fatti narrati: Gabriel Leone regala al pubblico un’espressività eccezionale che ha sicuramente contribuito a rafforzare l’intento di commemorare Ayrton Senna, a cui è lasciato, inoltre, un ultimo toccante momento di ricordo plateale. Unica piccola pecca? Gli effetti speciali usati per realizzare alcuni momenti delle corse ricordano fin troppo F1 24, ma nel complesso è una scivolata che perdoniamo volentieri.